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martedì 5 maggio 2015

 

Tutta la verità su Adam Smith

di Damiano Mazzotti 

 

Le idee di Adam Smith sono una cosa, le idee su Adam Smith sono un’altra cosa, il fascismo finanziario è tutta un’altra cosa. Quindi bisogna conoscere meglio il grande padre dell’economia.

Quasi tutti conoscono il pensiero dell’economista filosofo Adam Smith attraverso questa citazione: “Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio interesse” (La ricchezza delle nazioni, 1776).

Moltissimi economisti e soprattutto innumerevoli capitalisti, ci ricordano continuamente questo meccanismo della “mano invisibile” che opera nel libero mercato e trascurano deliberatamente di rammentarci la seguente affermazione: “Per quanto egoista si possa ritenere l’uomo, sono chiaramente presenti nella sua natura alcuni principi che lo rendono partecipe delle fortune altrui, e che rendono per lui necessaria l’altrui felicità, nonostante da essa egli non ottenga altro che il piacere di contemplarla” (Teoria dei sentimenti morali, 1759; Ripreso da: “Il filosofo tascabile”, Armando Massarenti, Guanda, 2009).

Il grande studioso padre dell’economia scrisse anche: “Nessuna società può essere florida e felice se la grande maggioranza dei suoi membri è povera e miserabile. Oltretutto, è una semplice questione di equità il fatto che coloro che nutrono, vestono e alloggiano la gran massa del popolo debbano avere una quota del prodotto del loro stesso lavoro tale da essere loro stessi passabilmente ben nutriti, vestiti e alloggiati” ((Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, ISEDI, Milano, 1973, vol. 1, p. 78).

Quindi in realtà l’umanista Smith considerava i fatti economici nel suo insieme e riteneva che la persona che rispetta e persegue i valori della prudenza, della lealtà, dell’empatia, della generosità e della socialità, compie delle attività intelligenti e utili che lo aiutano a raggiungere gli obiettivi personali e a garantire i propri interessi (Armando Massarenti, Il filosofo tascabile”, 2009). Anzi, non osteggiava la regolamentazione dei compensi salariali: “quando la regolazione è favorevole agli operai, essa è sempre giusta ed equa, ma non sempre lo è quando è in favore dei padroni” (Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, ISEDI, Milano, 1973, vol. 1, p. 141)

Purtroppo nel 1800, Edmund Burke e altri studiosi più opportunisti riformularono “le idee di Adam Smith per adattarle alla visione del mondo più conservatrice e avversa all’interferenza dello stato” (George Lakoff, Pensiero politico e scienza della mente, Bruno Mondadori, 2009, p. 75).

Anche Darwin espresse una posizione ambivalente e travisata simile a quella del famoso economista: “Impiego il termine “lotta per l’esistenza” in senso lato e metaforico, facendovi rientrare la dipendenza di un essere vivente dall’altro… Ma anche una pianta al limite del deserto lotta per la vita contro la siccità, sebbene sia più corretto dire che essa dipende dall’umidità” (L’origine della specie, 1859; in Pensiero politico e scienza della mente, Lakoff, 2009, p. 237).

Adam Smith voleva diventare un buon padre di famiglia per gli economisti, ma l’interesse finanziario ci si è messo di mezzo. Ora il neoliberismo si è trasformato in un vero e proprio fascismo finanziario bancario che ci schiavizza tramite l’indebitamento indiretto e diretto (mutui e finanziamenti vari). In realtà il debitalismo creato dagli interessi legati ai debiti pubblici statali e locali rappresenta un enorme bancomat a disposizione dei banchieri e dei finanzieri più furbi, che in questo modo possono prelevare cifre da capogiro dalle casse statali.

Nota sociale - “Il significato di una comunità è che gli individui si adoperano a vicenda come risorse” (Paul Goodman, Individuo e comunità, Elèuthera, 1995, p. 75). L’individualismo estremo e l’egoismo derivato dai rapporti commerciali capitalistici ha ridotti i legami comunitari diretti e le relazioni spontanee tra gli individui. Le altre persone vengono concepite solo come concorrenti: nel posto di lavoro e anche nell’acquisto di beni materiali (pensiamo ai saldi e alle offerte limitate presenti nei supermercati). Infine ricordo che un vero economista amava descriversi così: “Ai miei tempi ho cercato di essere un economista; ma il buon senso ci si è messo di mezzo” (James Meade, premio Nobel per l’Economia nel 1977).

Nota personale - Dopo il caos e il disordine economico può emergere un nuovo ordine (migliore o peggiore). Comunque a mio parere un cliente che fa una scelta è paragonabile a una femmina umana che sceglie un partner. E Darwin, in una delle sue numerose perle di saggezza scrisse: “Il maschio scelto dalla femmina non è colui che le sembra più attraente, ma colui che la disgusta di meno” (ovviamente l’affermazione va anche considerata in un determinato contesto storico).

 

Approfondimento sugli effetti del debitalismo e sulla magia nera dell’interesse composto: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=41107.

 

Approfondimento keynesiano: https://www.youtube.com/watch?v=Pi72yeKaDvg (12 minuti).

 

Approfondimento sul denaro:
http://tempofertile.blogspot.it/2014/09/felix-martin-denaro.html.

 

Riflessione finale a cura di Bertrand Russell: https://www.youtube.com/watch?v=sbUFNluggsY