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25 marzo 2015

 

2001. L’antrace e il ‘lupo solitario’

di Giulietto Chiesa

 

Ho appena terminato di leggere il libro di Grahem Mcqueen, The 2001 Anthrax Deception. The Case for a Domestic Conspiracy.

Dubito che ci sia qualche casa editrice, nella coraggiosa Italia, che lo tradurrà. Per questo voglio condividere con questo pubblico alcune delle trouvailles di cui il libro è pieno.

Questa, per esempio.

Il Center for Public Integrity e la associata Fondazione per il Giornalismo Indipendente, pubblicarono nel 2008 uno studio molto dettagliato e altrettanto bene documentato delle dichiarazioni pubbliche di un gruppo di alti esponenti dell’Amministrazione George Bush Jr. Si trattava di 8 (otto) “top leaders”. Eccoli. Il Presidente George Bush in persona; Dick Cheney, vice-Presidente; Colin Powell, Segretario di Stato; Condoleeza Rice, Consigliere per la Sicurezza Nazionale; Donald Rumsfeld, Segretario alla Difesa; Paul Wolfowitz, vice Segretario alla Difesa; Ari Fleischer, capo Ufficio Stampa della Casa Bianca; Scott McClellan, Ufficio Stampa della Casa Bianca.

Il periodo analizzato fu questo: 11 settembre 2001- 11 settembre 2003.

 

Gli argomenti alla base dello studio furono due: a) Il possesso di armi di distruzione di massa da parte dell’Irak di Saddam Hussein, e b) i legami esistenti tra l’Irak e al-Quaeda. Lo studio è corredato da un database che permette la verifica delle fonti (Charles Lewis e Mark Reading-Smith, “False Pretenses: Following 9/11, President Bush and Seven …..” ). Risultato: in almeno 532 occasioni questi top leaders fecero dichiarazioni false su uno di questi due temi, o su entrambi.

Conclude l’autore: “Il documento è indicativo – piuttosto precisamente – di una cospirazione. Esso rivela che un gruppo di persone si riunì per prendere in esame un piano per rendere possibile l’esecuzione di una azione illegale, mediante una sua legittimazione propagandistica, per creare il casus belli dell’illegale invasione dell’Irak”.

In sintesi, riassume Grahem Mcqueen, “l’ipotesi che al-Quaeda e l’Irak fossero connessi tra loro nell’azione terroristica (dell’antrace, ndr) era falsa, era riconosciuta come falsa, non fu dunque un errore, fu diffusa mediante ripetute azioni ingannevoli del governo statunitense durante quel periodo”.

Ricordo a chi lo avesse dimenticato che gli attacchi all’antrace furono immediatamente attribuiti ad al-Quaeda e all’Irak da tutti i media occidentali. Poi si scoprì che quelle spore provenivano da un laboratorio americano, probabilmente l’US Army Medical Reseach Institute of Infections Diseases (Usamriid) di Fort Dietrich, nel Maryland.

Nel 2008 l’FBI concluse che il “killer dell’antrace” fu il dottor Bruce Ivins. Purtroppo Ivins non confessò, e morì subito dopo essere stato incriminato. Venne detto che si era suicidato. Il classico lupo solitario.

Nel 2010 il Dipartimento di Giustizia (dell’era di Obama) chiuse formalmente il caso dichiarando che il colpevole fu, appunto, Bruce Ivins.

Naturalmente noi che siamo complottisti non crediamo a questa storia. Ma, anche se fosse stata vera, che c’entravano Osama bin Laden e Saddam Hussein, entrambi buonanima?

Il seguito alla prossima puntata, datemi tempo.

 

10 aprile 2015

2001, sull’antrace e i 19 ‘dirottatori’

 

Avevo promesso una continuazione delle sconcertanti scoperte della famosa storia dell’antrace, che fece seguito all’11 settembre 2001. Storia ingiustamente dimenticata. La successione temporale è importante. L’attacco all’antrace cominciò a settembre, poco dopo l’attacco terroristico dell’11/9. Le vittime degli attacchi furono almeno 22. Spore inviate via posta. Cinque decessi. Il primo fu Robert Stevens, foto editor, il 5 ottobre, in Florida.

Tra il 6 e l’8 ottobre altre due lettere velenose vennero inviate a due senatori del Partito Democratico, Thomas Daschle e Patrick Leahy. La tesi ufficiale fu che l’attacco all’antrace era la ‘seconda parte’ dell’attacco dell’11 settembre. Stevens lavorava per il Sun, un tabloid il cui direttore era Mike Irish. La moglie di costui, Gloria Irish, affittò due appartamenti a due dei 19 ‘dirottatori’dell’11/9: Marwan al-Shehhi e Hamza al-Ghamdi. Non è inutile ricordare che, almeno 15 dei 19 ‘dirottatori’ furono alloggiati in località della Florida, 9 a Hollywood e 6 nei pressi. Un altro del gruppo, Nawaz al-Hazmi accompagnò Gloria e i due compari . Sei altri ‘dirottatori’ abitarono vicino a Fort Lauderdale, poche miglia dalla redazione del Sun.

 

Coincidenze? Non furono le uniche. Secondo un rapporto filtrato dalla Dea (dipartimento anti droga), oltre 120 agenti dei servizi segreti israeliani, che si facevano passare per studenti di arte, abitarono negli stessi posti in cui si trovavano i presunti dirottatori del 9/11. Spie israeliane e dirottatori 9/11, e/o sospetti legati ad al-Qaeda, operarono a contatto di gomito, in alcuni casi distanti tra di loro meno di mezzo miglio, per diversi periodi durante quel biennio e nell’immediata vigilia degli attacchi. Ma questo è un altro discorso.

 

Qui Graeme Mcqueen punta al succo della questione. Che spiega perché lui (ed io, più modestamente) mettiamo le virgolette prima e dopo la parola dirottatori. Perché? Vuole dire che pensiamo che quel gruppo di giovani arabi non si impadronirono dei quattro aerei? La risposta è che non ci sono credibili prove che essi salirono su quegli aerei. Vuol dire che non erano implicati nell’operazione 11/9? La risposta è: certamente lo erano. E quali connessioni avevano con l’antrace? La risposta è che stavano svolgendo una parte: quella di condurre l’opinione pubblica a pensare che erano stati loro, ma non è detto che fossero a conoscenza dei contorni del gioco a cui stavano partecipando. Infatti presto le indagini dell’Fbi portarono a escludere la teoria della partecipazione dell’Irak e di Al-Qaeda all’operazione antrace e tutte le tracce che conducevano in Florida furono dimenticate (anche dai mass media).

Per quanto concerne i nostri dubbi circa il suicidio dei 19 ‘dirottatori’, farò riferimento a Elias Davidsson (pag 141). Le autorità, cioè il 9/11 Commission Report, non hanno portato nessuna prova  riguardante le stranezze dei ‘dirottatori’.

1) Non è mai stata fornita una lista autentificata dei passeggeri, con i nomi di tutti quelli che erano a bordo, inclusi i membri degli equipaggi e quelli dei dirottatori.

2) Non è mai stata mostrata una raccolta autentificata delle carte d’imbarco, incluse quelle dei sospetti terroristi.

3) Non esistono video di sicurezza certificati degli aeroporti di partenza, dai quali si possa ricavare la presenza dei terroristi. Quei rari filmati rinvenuti sono stati falsificati (vedi analisi pubblicate su consensus911.org)

4) Zero testimonianze sotto giuramento del personale d’imbarco.

5) Identificazione formale dei corpi o dei resti ritrovati sui luoghi dei disastri, inclusi i rapporti sulla misure di custodia dei reperti.

E, visto che Germanwings è appena caduto, perché non ricordare qui che nessuno degli otto piloti dei quattro voli dirottati quella mattina compose il codice di dirottamento? Eppure bastavano due secondi per schiacciare quattro pulsanti.

Ma torniamo all’antrace e riassumiamo. L’offensiva venne subito (addirittura prima che se ne avesse notizia) decifrata come il secondo colpo dell’uno-due ‘islamico’ che doveva mettere Ko l’America. Poi le indagini dissero che le spore potevano provenire solo da un laboratorio americano. Poi fu individuato un colpevole ‘lupo solitario’ americano, Bruce Ivins. Che però ‘si suicidò’. I fatti accertati furono sepolti sotto la sua lapide (Mcqueen ne offre in abbondanza): solo alti funzionari americani, bene addentro al potere, potevano avere predisposto una tale operazione. Si ricordi soltanto che i due senatori democratici che ricevettero le lettere mortali, Daschle e Leahy erano i due uomini chiave per far passare in senato il famoso Usa Patriot Act. Che passò in un batter d’occhio, con l’intero edificio del Senato evacuato, senza che i senatori nemmeno potessero leggere la fine della Costituzione americana che stavano firmando.

Comunque gli islamici non c’entravano per niente. Ma, sfortunatamente, i 19 ‘dirottatori’ avevano avuto un copione sbagliato: quello che li connetteva con l’antrace. Dunque si può concludere, con Graeme Mcqueen: l’attacco all’antrace faceva parte di un vero e proprio complotto, organizzato ben prima del 11 settembre 2001, da ‘personale americano’. E, dunque, anche i ‘dirottatori’, erano parte di un progetto più vasto, comprendente l’11 settembre. Qualcosa andò male, e furono costretti a liquidare Ivins (e probabilmente tutti i 19 ‘dirottatori’, e forse anche molti altri, che non sapremo mai quanti).

Ma bisogna riconoscere che molto andò benissimo, per loro, in primo luogo per quei sette criminali che mentirono 935 volte in 532 occasioni. Gente, in alto loco piazzata, che sapeva troppe cose in anticipo: cominciò la guerra infinita contro il terrore islamico; cominciò l’attacco all’Afghanistan; si aprì la strada alla guerra contro l’Irak e, last but not least, venne approvato il Patriot Act. Se siamo in guerra è perché hanno vinto.