Fonte: www.ilsole24ore.com/ http://www.comedonchisciotte.org Mercoledì, 25 novembre 2015
Solo un caso? Come l'indice della paura ha "previsto" 5 stragi terroristiche di Enrico Marro
Probabilmente è solo una coincidenza. Sta di fatto che - quando l’economista Stefano Fugazzi di Abc Economics ha provato a esaminare il comportamento dell’indice della paura (ossia il VIX, che misura la volatilità implicita di Wall Street) - si è trovato davanti a una sorpresa. Le stragi di Parigi di venerdì scorso, quella di Charlie Hebdo a gennaio, ma anche le bombe a Londra del 2005, quelle sui treni di Madrid del 2004 e l’attacco all’America dell’11 settembre 2001. In tutti questi casi l’indice Vix ha in qualche modo segnalato, nei cinque giorni precedenti alle stragi, un aumento della tensione sui mercati. Come è possibile?
Facciamo prima un passo indietro e spieghiamo bene che cos’è l’indice della paura. Attivo dal 1992, il Vix misura la volatilità dell’indice S&P 500 di Wall Street attraverso le opzioni (che sono strumenti derivati). In pratica, ci dice qual è la violenza dello spostamento dei prezzi che i mercati si attendono per il prossimo futuro. Più l’indice è alto, maggiore è la paura di un repentino sbalzo della Borsa. E dato che gli spostamenti più violenti e improvvisi sono quelli verso il basso (come dicono gli operatori, in Borsa “si sale sulle scale e si scende in ascensore”), di norma se il Vix sale i mercati si muovono nervosamente in discesa. Ecco perché si chiama “indice della paura”.
Torniamo all’analisi di Abc Economics. Come si può vedere nei grafici sull’indice Vix, relativi ai cinque più clamorosi attentati degli ultimi 15 anni nel mondo occidentale, possiamo notare due cose. Innanzitutto, nelle cinque sedute di Borsa precedenti gli attacchi, l’indice della paura è salito. Non solo e non tanto nel giorno dell’attentato, quanto nella media di quelli precedenti. Secondo elemento comune è il fatto che il giorno dopo gli attentati il Vix ha sempre chiuso a un livello inferiore a quello della seduta precedente. Con una sola eccezione: gli attacchi dell’11 settembre 2001, ma in quel caso gli attentati avvennero prima dell’apertura di Wall Street, che poi restò chiusa fino al 17 settembre. Il Chicago Stock Exchange, dove viene scambiato il Vix, in quell’occasione nemmenò iniziò le contrattazioni, quindi il caso specifico dell’11 settembre è atipico. Coincidenze curiose. Molto probabilmente si tratta solo del caso: la salita del Vix nei giorni precedenti gli attentati dovrebbe essere stata provocata da altre ragioni, più squisitamente economico-finanziarie. Però è vero che il fenomeno si è ripetuto con una certa regolarità. E con un meccanismo che appare quello classico della Borsa: “buy the rumour, sell the news” (ossia compra sulle voci e vendi sulla notizia). Quasi sicuramente si tratta solo di coincidenze. Perché ogni altra ipotesi sarebbe terribile.
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