www.znetitaly.org 9 marzo 2015
Il Debito Greco di Jack Rasmus Traduzione di Francesco D’Alessandro
Nelle passate settimane i negoziati sul debito Greco in Europa hanno rivelato delle similarita’ con i contratti di lavoro negoziati con le direzioni aziendali. Dalla parte della direzione c’e’ la Troika – la Commissione Europea, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea e il gruppo dei negoziatori apparentemente delegato dei ministri finanziari dell’Eurozona, che si riunisce a Bruxelles. Dal lato dei “lavoratori” ci sono i rappresentanti della Grecia, il partito di Syriza, il suo presidente Alexis Tsipras e il ministro delle finanze Greco, Yanis Varoufakis. Dietro la Troika ci sono i suoi costituenti – i banchieri Europei , gli “hedge funds” Americani e globali, le banche private azionarie (conosciute anche come banche ombra) e i grandi investitori capitalisti individuali. Dietro Tsipras e Varoufakis c’e’ la stragrande maggioranza del popolo Greco. In definitiva c’e’ uan vera e propria separazione di classe, sia nell’aspetto che nella sostanza. Come in tutti gli altri negoziati, niente viene veramente concordato fino al momento appena prima della scadenza del contratto. Perlomeno non le cose importanti. Nel frattempo si tratta di tastare i polsi, tentando di costringere la parte avversaria a mostrare le sue carte; con, ogni tanto, un comunicato stampa aggressivo per i mass media e tanti segnali ammiccanti ai limiti posti nei negoziati futuri. E quindi questo e’ lo stato dei negoziati attuali sul debito Greco oggi; che continuera’ almeno fino alla scadenza dell’accordo di salvataggio in atto. Il “contratto” in questione – il programma attuale di debito-austerita’ negoziato nel 2010 e rinegoziato nel 2012 – scadra’ il 28 Febbraio. Se nessun accordo viene raggiunto entro questa data, allora sara’ possibile una di tre possibilita’: Primo- La Grecia potrebbe non pagare quanto dovuto per i debiti esistenti, i cui pagamenti dovrebbero iniziare a Marzo, e potrebbe, nel frattempo, rifiutarsi di continuare a obbedire ai termini del vecchio programma di accordo sul debito-austerita’- una specie di “sciopero lento”- lasciando nel contempo la porta aperta a una proposta di continuare i negoziati. Oppure potrebbe annunciare che si sta preparando ad abbandonare l’Euro, e interrompere cosi’ tutti i negoziati, a meno che e fino a quando la Troika richieda un ritorno al tavolo delle trattative per discutere nuovi termini basati sulla nuova agenda di rinegoziazione del debito proposto dalla Grecia ma non la fine dell’austerita’. Quest’ultima possibilita’, l’uscita della Grecia, rappresenterebbe un tipo di alternativa simile a “uno sciopero”. Secondo- La Troika e i suoi ministri delle finanze potrebbero rifiutarsi di appoggiare qualsiasi prestito ponte temporaneo richiesto dalla Grecia, potrebbero rifiutarsi di negoziare completamente, e quindi determinare un “assalto” alle banche Greche nel frattempo, quale modo per far pressione sulla Grecia a spingerla indietro al tavolo dei negoziati sui propri termini. Questo in effetti corrisponderebbe a una specie di “serrata della direzione”. Ne’ lo “sciopero” ne’ la “serrata” sembrano verosimili a questo punto, nemmeno il primo Marzo quando il contratto in atto sara’ scaduto. Nel terzo scenario la Troika e la Grecia potrebbero continuare a negoziare oltre la scadenza del 28 Febbraio ma con nessun prestito ponte da parte della Troika e con la Grecia che non restituisce nessun pagamento dei debiti pregressi. Allo stesso tempo la Grecia potrebbe continuare il suo programma di smantellamento dell’austerita’ ma senza dichiarare l’uscita dall’Euro. In questo scenario, un po’ piu’ verosimile, tutte e le due parti si accordano, dietro le quinte, su alcune cose, di nascosto dall’opinione pubblica, pensate per tenere a galla le banche Greche per qualche tempo mentre le parti continuano a negoziare. Comunque sia, serrata o sciopero oppure “continuare a lavorare senza contratto”, come si dice nei negoziati sindacali, i negoziati non finiscono il 28 Febbraio ma continuano senza interruzione. A tutt’oggi, nella fase precedente la scadenza del contratto il 28 Febbraio, tutta la faccenda risulta centrata su quale scaletta del negoziato si deve discutere. Dopo il 28 Febbraio si trattera’ dei termini della scaletta scelta (o una scaletta di termini combinati insieme) e accettabile a tutte e due le parti. Le posizioni negoziali dei due opponenti sul tavolo oggi, alla vigilia della scadenza dell’accordo il 28 Febbraio, sono queste: Varoufakis chiede un taglio dei termini dell’austerita’ dalle condizioni del debito e la rinegoziazione. Syriza quindi si rifiuta, fino a questo momento, di estendere semplicemente il vecchio “contratto” oltre il 28 Febbraio con le restrizioni tagliagola sull’ austerita’ continuata ai termini del debito. Egli ha proposto che la Troika e la Grecia definiscano una serie completamente nuova di negoziati dove l’austerita’ non sarebbe ammissibile e che dovra’ essere smantellata dalla Grecia, nel modo che ritiene piu’ opportune, nel tempo e nei contenuti; dove la Troika concede alla Grecia un prestito ponte di quattro mesi per evitare il fallimento delle banche ( e per evitare che il contagio si diffonda al resto del fragile sistema bancario Europeo). Il punto principale della rinegoziazione del debito quindi riguardera’ lo scambio dell’oneroso debito presente e i termini per nuovi buoni del Tesoro per la crescita in cui il debito verrebbe ripagato a seconda della ripresa economica della Grecia e il superamento della depressione. La Grecia quindi sta cercando, nel periodo precedente il 28 Febbraio, di stabilire questa nuova agenda contrattuale. Se avra’ successo allora avra’ ottenuto un piccolo vantaggio nei negoziati. Fino ad ora pero’ la Troika ha opposto resistenze ferree ai cambiamenti della scaletta di discussione. Purtuttavia, la settimana scorsa le due fazioni si sono incontrate per stabilire un’agenda di lavoro comune che possa andare bene per tutti e due. I rappresentanti della Troika- guidati da Jeroen Djisselboem della Commissione Europea, che detiene la maggioranza del debito Greco (143 miliardi di dollari su un totale di 270 miliardi), con al suo fianco il ministro delle finanze Tedesco Wolfgang Schaeubele e Mario Draghi della Banca Centrale Europea- non accettano la nuova agenda per i negoziati proposta dalla Grecia. Essi insistono sul fatto che tutto il debito debba essere ripagato e che nessuna decurtazione sara’ accettabile. Essi si oppongono specialmente a qualsiasi accordo di principio che annulli le misure di austerita’ , enfatizzando allo stesso tempo che il vecchio “contratto” deve continuare anche dopo il 28 Febbraio cosi’ com’e’, senza nessuna modifica. Dopo il 28 Febbraio, essi dicono che solo allora, discuteranno i termini dell’austerita’. Questo e’ come dire :firma l’estensione del nuovo contratto e dopo parleremo delle modifiche, quando cioe’ sara’ troppo difficile per attuarle. La Troika sta scommettendo sul fatto che, da adesso al 28 Febbraio, la fuga di capitali dalla Grecia e i possibili primi segni di assalto alle sue banche, forzeranno Syriza e Varoufakis ad arrendersi e ad accettare l’estensione del programma di salvataggio esistente e quindi rinegoziare l’austerita’ e il debito. La fuga di capitali e’ gia’ aumentata durante la scorsa settimana e, secondo alcune stime, potrebbe ammontare al 20% dei depositi di base delle banche Greche che si affrettano verso il Nord Europa, verso le banche Tedesche e oltre. Quasi per sfidare la Grecia con una possibile crisi bancaria, Lunedi’ 20 Febbraio la Troika e i ministri finanziari hanno mandato un ultimatum alla Grecia: accettare la loro agenda ed estendere il programma di salvataggio cosi’ com’e’ dopo il 20 Febbraio o non ricevere nessun ulteriore prestito dopo il 28 Febbraio. Come “zuccherino” la Troika ha offerto, in principio, di considerare la riduzione di una parte dell’austerita’, ma solamente a una data indefinita e senza dettagli specifici. La Troika quindi suggeriva in modo chiaro la sua disponibilita’ a considerare qualche forma di discussione “ dura e soffice”, con degli aggiustamenti dell’austerita’ in regalo per poter continuare i termini fermi del debito. Per ora pero’ l’enfasi e’ senz’altro sull’opzione “dura”. Cio’ che questa sfida con la palla dura significa e’ che la Troika ha deciso di testare la determinazione dei Greci; per vedere se Syriza ritirera’ la sua posizione attuale riguardo al cambio dell’agenda dei lavori e se accetta l’agenda tradizionale della Troika rivolta a negoziare ulteriore debito in cambio di austerita’ sempre piu’ forte. La risposta del capo dei negoziatori di Syriza, Varoufakis, lo scorso Lunedi’ e’ stata di rigettare l’ultimatum e riaffermare l’insistenza della Grecia riguardo il cambio dell’agenda- per esempio di cancellare completamente le misure di austerita’ dai negoziati per nuovi termini dei debiti. La Troika ha senza dubbio ancora un’altra proposta nella sua manica e potrebbe tirarla fuori all’undicesima ora nel caso in cui sara’ necessario premere ancora di piu’ sulla Grecia attraverso le sue banche. Ma non tirera’ fuori questa proposta se non all’ultimo momento. E se sembra che la Grecia si stia indebolendo nella sua risoluzione di insistere sulla non estensione del programma di debito attuale oltre il 28 Febbraio, la Troika potrebbe non portare al tavolo la sua proposta “ultima e migliore” all’ultimo minuto. La Grecia quindi deve alzare la posta, come si dice, tra oggi e il 28 per riuscire a forzare la Troika a mettere sul piatto la sua offerta migliore prima del 28. Ha una settimana o poco piu’ per farlo. L’annuncio di misure preparatorie pe abbandonare l’Euro potrebbero precipitare l’offerta. O forse la notizia che la Grecia avrebbe iniziato a negoziare per un “prestito ponte” con la CIna o con la banca dei BRICS fondata di recente. O persino l’annuncio che intenderebbe cercare un prestito ponte dalla Russia. Questo potrebbe richiamare l’attenzione della Troika. Certamente potrebbe spingere gli USA a dare un’occhiata alla possibilita’ di intervento e applicare la politica dietro le quinte, in relazione alla Troika, alla Grecia o a tutti e due. Nei giorni passati alcune voci davano per possibile che la Grecia avrebbe potuto accettare la scadenza del 28 Febbraio per un periodo limitato di 4-6 mesi che questo sarebbe stato approvato dalla Troika. Tuttavia una tale proposta, proveniente dalla Grecia, a questo stadio delle negoziazioni, potrebbe rappresentare un indebolimento della determinazione dei Greci e potrebbe essere interpretato dai falchi della Troika come una crepa nella posizione che la Grecia ha mantenuto fino a oggi. I falchi della Troika potrebbero usare questo suggerimento di “compromesso” come un segno di debolezza e quindi spingere per una linea ancora piu’ dura da parte della Troika nei confronti della Grecia. Se questo cambiamento dovesse effettivamente avvenire e venisse quindi rifiutato dalla Troika, allora la Grecia dovra’ quasi certamente alzare la posta e iniziare il processo di uscita dall’Eurozona per convincere la Troika che il suo suggerimento circa l’estensione non era un segno di debolezza nella sua determinazione a far ritirare le misure di austerita’. Un possibile compromesso “salvafaccia” per tutte e due le parti all’ultimo momento, o immediatamente dopo, potrebbe essere rappresentato dall’accettazione da parte della Grecia di estendere gli accordi esistenti per un massimo di quattro mesi- ma, e questo e’ importante, un’estensione del debito senza i termini relativi all’austerita’ che erano prima parte dell’accordo. In altre parole, i termini del debito verrebbero estesi per altri 4 mesi ma i termini dell’austerita’ no. La Grecia potrebbe continuare a eliminare le misure di austerita’, facendo apparire pero’ che e’ rimasta determinata nel suo mandato; mentre la Troika potrebbe affermare che ha costretto la Grecia a estendere il programma di salvataggio corrente senza aver toccato i termini riguardanti i debiti. Un riassunto di un documento per un possibile compromesso all’ultimo minuto apparve brevemente, rilasciato dalla Troika, la settimana scorsa, confermando che la Troika ha ancora un’altra offerta nella sua manica che non ha ancora svelato al tavolo delle trattative. All’inizio della scorsa settimana uan fazione della Commissione Europea fece intendere che un prestito ponte di quattro mesi potrebbe essere possibile. Tuttavia gli oltranzisti nella Commissione intervennero molto velocemente e bloccarono la proposta. Gli oltranzisti dietro a Djisselboem allora apparentemente proposero un’estensione di 6 mesi del prestito attuale insieme a qualche debole allusione di aggiustamenti regalo per l’austerita’. La Grecia ha rigettato questi aggiustamenti regalo. Le differenze fondamentali a questo punto sono: la Troika vuole qualche tipo di accordo per prolungare l’attuale programma di salvataggio oltre il 28 Febbrario. Questa e’ una precondizione per ulteriori negoziati, come pure che non ci sara’ cancellazione del debito. D’altro lato la Grecia vuole continuare a rimuovere l’austerita’ in maniera significativa e non come regalino da parte della Troika. Puo’ la Grecia accettare una qualche estensione dell’attuale programma di salvataggio cosi’ com’e’, mentre la Troika accetta qualche misura di smantellamento fondamentale dell’austerita’? E’ possibile scambiare il prolungamento dei termini dei debiti per una riduzione dell’austerita’. Questo e’ il problema. Non sembra facile che la Troika accetti questo scambio da subito, prima del 28 Febbraio, per cominciare a rimuovere le misure di austerita’ in cambio di un’estensione del rimanente programma di salvataggio per altri 4-6 mesi. La Troika spingera’ la Grecia fino all’ultimo momento cercando di aumentare la pressione sulle banche Greche, nel frattempo facendo intravvedere un ritiro dell’assistenza per la liquidita’ futura e quindi dichiarando il 1 Marzo che nessun aiuto verra’ piu’ dato alle banche Greche, solo per vedere come la Grecia risponde. Mentre c’e’ un altro incontro che avverra’ questo fine settimana, Febbraio 21-22, ci sono voci che dicono che la Grecia possa accettare l’estensione di 4-6 mesi dell’attuale programma di salvataggio ma non i suoi termini riguardanti l’austerita’. Il problema del giorno per cui e’: potra’ la Troika e i suoi ministri finanziari incontrare la Grecia a meta’ campo e agire seriamente per lo smantellamento di elementi chiave delle misure di austerita’ entro il programma attuale? La loro probabile risposta e’: non ancora. Forse non prima del 28 Febbraio. Ma a un certo punto essi dovranno farlo, perche’ Syriza e il popolo Greco hanno disegnato una linea sulla sabbia per quanto riguarda l’austerita’. Essi hanno bruciato il ponte dell’austerita’ che gli stava dietro. E non e’ possibile che essi possano mai ritornare sui loro passi. Urra’ e togliamoci il cappello davanti a tutti loro per quanto hanno saputo fare.
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