http://www.corriere.it/ 8 luglio 2015
Tsipras all’Europarlamento: «Pronti a tagliare le pensioni baby, ma ci serve taglio debito per poterlo ripagare» di Francesca Gambarini e Marco Letizia
Accolto da applausi e fischi, il premier greco si scaglia contro l’austerità: «Grecia cavia di un esperimento fallito. Il problema non sono gli ultimi 5 mesi, ma gli ultimi 5 anni»
Botta e risposta tra la Grecia e il resto d’Europa. Dopo il teso Eurosummit di martedì sera, con i capi di governo dell’Europa che non escludono l’ipotesi di Grexit e si danno fino a domenica 12 luglio per cercare l’accordo che potrebbe salvare la Grecia, il premier Alexis Tsipras sceglie l’Europarlamento di Strasburgo per lanciare quello forse sarà l’ultimo appello ma anche l’ultimo attacco all’Europa. «I vostri soldi sono serviti a salvare le banche, non sono mai arrivati al popolo. Il problema non sono questi ultimi 5 mesi, ma questi ultimi 5 anni: la Grecia è stata cavia di un esperimento di austerità che non è riuscito, questo dobbiamo dircelo». Parole dure e di iniziale forte chiusura nei confronti di Troika ed Europa. Parole in parte bilanciate dall’assicurazione che il “no” del popolo greco al referendum di domenica sul piano dei creditori «non è stata una scelta di spaccatura con l’Europa», ma un segnale della «volontà di tornare ai valori che stanno alla base dell’Ue». Per questo, ed è l’unico impegno che Tsipras si prende davanti agli eurodeputati, dalla Grecia arriveranno proposte concrete entro pochi giorni, due o tre al massimo. Proposte «per la ristrutturazione del debito che non graveranno sui contribuenti europei» è la promessa. E mentre a Strasburgo si discuteva ancora, un portavoce del fondo salva Stati ha fatto sapere che l’Eurozona ha ricevuto la richiesta di un programma di aiuti supplementari alla Grecia, come annunciato all’Eurogruppo di martedì.
Accordo per la crescita All’arrivo tra i banchi del Parlamento europeo il numero uno di Atene appare, come sempre, sorridente e apparentemente calmo, anche se visibilmente stanco. Viene accolto da applausi, strette di mano e abbracci. Altri eurodeputati, innervositi dalla situazione, hanno risposto con fischi e “buu”. Appaiono anche dei cartelli dove è scritto “OXI”, no: lo stesso no che ha vinto al referendum di domenica scorsa e che ha bocciato la proposta di bailout dei creditori internazionali, portando a questa nuova tornata di incontri e summit.
Poi si passa agli interventi. «Restano solo cinque giorni per trovare un accordo: domenica è la scadenza ultima», ricorda il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk prima che parli il premier greco. Premier che subito si dice «onorato di essere qui, nel tempio della democrazia». Un tempio dove Tsipras non ha timore di affermare che: «La capacità di resistenza della Grecia è finita. La disoccupazione è alle stelle, i problemi sociali sono aumentati, così come il debito pubblico (180% del pil). Rivendichiamo un accordo che ci porti fuori dalla crisi; un accordo che richieda riforme affidabili. I pesi negli ultimi cinque anni - ha aggiunto - sono gravati su lavoratori e pensionati, noi vogliamo una crescita sostenibile ed equilibrata».
Il nodo del debito Martedì si è parlato della richiesta della Grecia per un prestito al fondo salva Stati. Quello che era solo un rumor, all’Europarlamento Tsipras lo fa diventare realtà: «Oggi invieremo la nostra richiesta all’Esm» e «spero che nei prossimi giorni risponderemo a questa crisi per tutta l’Eurozona». Ma il premier greco non si ferma qui: «Bisogna aprire il dibattito sul debito, basta con questo tabù. Il debito pubblico - aggiunge - deve essere reso sostenibile e continuerà gli sforzi sulle riforme. L’Europa si trova ad un incrocio importante, la cosiddetta crisi greca è una debolezza di tutta l’area euro. È un problema europeo e non solo greco. Per una problema europeo serve una soluzione europea. Ci assumeremo la nostra responsabilità storica».
Weber (Ppe): «Grecia ha distrutto la fiducia» Un discorso, quello di Tsipras, che ha subito “spaccato” l’Europarlamento. Dopo gli applausi dalla destra e dalla sinistra dell’aula (muto invece il centro dell’emiciclo dove si trovano popolari, liberali e socialisti che fanno parte della coalizione di maggioranza), ecco il discorso di Manfred Weber, presidente del Partito Popolare Europeo. Un attacco frontale: «Lei rappresenta un governo che ha detto molte cose nelle ultime settimane, per esempio che i creditori sono stati chiamati terroristi. Il primo ministro greco dovrebbe scusarsi per queste dichiarazioni inaccettabili, ma lei non lo ha fatto. Anche ieri - ha aggiunto - lei non ha presentato proposte, lei distrugge la fiducia. Lei è stato democraticamente eletto, noi rispettiamo questo. Ma lei ama la provocazione noi il compromesso, noi vogliamo il successo lei vuole il fallimento. Spero che presenti presto le proposte di riforma».
Pittella (Pse): «Grexit esclusa» L’intervento di Weber è terminato tra i forti applausi di una parte dell’aula e i fischi dell’altra, che cercavano di coprirsi facendo il maggior rumore possibile. Quindi, si torna a parlare di Grexit: «Per noi socialisti l’Europa senza la Grecia non esiste» e anche se «lei non appartiene al mio partito, noi socialisti non accetteremo mai una Grexit», ha detto Gianni Pittella, presidente del gruppo dei socialisti europei. «Ci opponiamo a speculatori politici, dobbiamo fare di tutto per salvare la Grecia e salvare l’Europa». C’è anche chi è meno convinto che una soluzione si possa trovare: «Stiamo andando avanti come sonnambuli verso il Grexit» e «a pagare il conto purtroppo saranno i cittadini greci», sottolinea invece il leader dei liberali all’Europarlamento Guy Verhofstadt.
Salvini: «Ora il re è nudo» È poi il momento dell’intervento di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che ringrazia Tsipras per avere dimostrato che “il re è nudo”: «Io vorrei una Europa fondata sul lavoro, sul rispetto dei diritti umani, sull’agricoltura, sulla pesca, che non approvi schifosi trattati internazionali che servono alle multinazionali e non ai lavoratori. Perciò ringrazio Tsipras, il popolo greco e chi ha scelto di uscire da questa gabbia, perché non lascio il futuro dei miei figli nelle mani di qualcuno che ha a schifo la democrazia».
La replica di Tsipras Dopo le obiezioni dei gruppi dell’Europarlamento è arrivata però la replica di Tsipras alle critiche. Il premier greco ha detto di essere pronto a mettere fine alle pensioni baby e di aver interpretato il mandato dato dalle urne come un mandato a non uscire dall’euro. «Ci sono distorsioni del passato che devono essere superate, come la questione delle pensioni. Vogliamo abolire le pensioni baby in un Paese che si trova in una situazione disastrosa. Servono le riforme, ma vogliamo tenerci il criterio di scelta su come suddividere il peso. Non c’è nessun piano segreto per uscire dall’euro, però noi vogliamo un programma sostenibile per poter pagare i debiti e quando chiediamo una diminuizione del debito lo chiediamo per poter pagare i debiti futuri», ha spiegato ancora Tsipras. «Presenteremo proposte credibili per poter ripagare il debito» ha aggiunto Tsipras che poi ha replicato a Weber: «Io chiedo un taglio del debito per poter essere in grado di restituire i soldi: ricordo che il momento di massima solidarietà nella Ue è stato nel 1953 quando venne tagliato il 60% del debito tedesco, dopo la guerra. «Molti hanno parlato di tragedia greca. Io rispetto le norme che disciplinano l’eurozona. Ma Sofocle ci ha insegnato che esiste un momento in cui il diritto degli uomini vale sopra la legge. Questo è uno di quei momenti» ha concluso Tsipras. Che ha infine assicurato: «La Grecia sottoporrà giovedì all’Eurozona un programma di credibili riforme, per trovare una soluzione equa e fattibile alla crisi».
Juncker e Tusk A concludere il dibattito sono stati chiamati a questo punto sia il presidente della Commissione Ue Juncker che il presidente del Consiglio europeo Tusk. «Senza l’interruzione dei negoziati avremmo raggiunto un’intesa: la Commissione Barroso non ha mai svolto confronti diretti come abbiamo fatto noi. Prima erano i tecnocrati a trattare, oggi i commissari, compreso il presidente. Il referendum greco è stato insensato» ha detto Juncker. «La Commissione aveva proposto un programma pluriennale di prestiti per 35 miliardi di euro. È bene che si sappiano tutte le cose che sono state dette dietro quelle porte chiuse» ha aggiunto il presidente della Commissione Ue che ha così replicato all’accusa di Tsipras sui negoziati europei che sarebbero stati condotti a porte chiuse. Subito dopo è intervenuto Tusk che ha esordito così: «Mentre noi discutevano, il presidente dell’Eurogruppo Jeroem Dijsselbloem ha ricevuto la lettera di Atene con la richiesta di un nuovo piano di aiuti: è un buon presagio in vista di domani». Poi però Tusk ha attaccato duramente Tsipras: «Moralità significa pagare i debiti, non è vero che i creditori sono immorali e che i debitori sono vittime innocenti. Non è possibile continuare a spendere più di quello che si guadagna, questa è l’origine della crisi in Grecia, non la moneta unica».
La lettera La Grecia, come detto in precedenza, chiede al fondo salvastati Esm dei prestiti triennali, senza però precisare l’entità della somma richiesta. Lo rivelano fonti che hanno preso visione della lettera inviata da Atene. Le fonti precisano che è prematuro stabilire l’entità degli aiuti, poiché essa dipenderà dalle valutazioni sul peggioramento della situazione economica greca, che sarà condotta dai tre creditori.
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