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31 maggio 2015

 

Finian Cunningham: Is Merkel a CIA Asset?

di Piero La Porta

 

Inquietanti interrogativi circa l’integrità dei vertici di governo tedesco, discendono dalle asserzioni secondo le quali il governo di Merkel fosse a conoscenza che l’intelligence tedesca spiasse per conto degli americani contro gli interessi industriali del Paese.

L’apparente tradimento degli interessi nazionali tedeschi della cancelliera Angela Merkel non emerge solo dal recente scandalo di spionaggio industriale per conto dell’America.

La Merkel, seguendo pedissequamente la politica di Washington anti-russa a proposito dell’Ucraina – in contrasto con gli interessi nazionali del suo paese, fa pensare che la cancelliera serva un padrone straniero.

I recenti rapporti secondo i quali l’intelligence dello Stato tedesco spiava per conto degli americani contro interessi industriali del paese sono di per sé gravi. A questo si aggiungono tuttavia le affermazioni secondo cui il governo di Angela Merkel sapeva e ha chiuso un occhio.

 

Ciò solleva inquietanti interrogativi circa l’integrità dei vertici di governo tedeschi, e soprattutto di Angela Merkel.

Merkel è una risorsa dell’intelligence americana, al servizio degli interessi geopolitici di Washington, piuttosto che di quelli della propria nazione o di quelli più vasti dell’Europa?

La questione concerne quanto riportato dai media tedeschi della scorsa settimana, circa la collaborazione della intelligence federale tedesca (BND) con la US National Security Agency (NSA) per spiare multinazionali europee della difesa, tra cui EADS e Eurocopter. Le intercettazioni peculiari a queste imprese – con cui la Germania ha importanti interessi economici – sono fatte risalire a prima del 2008. È inconcepibile che i più alti livelli del governo tedesco, tra cui la cancelliera Merkel non sapessero dello spionaggio industriale. Non di meno la Merkel pare abbia tollerato l’attività illegale, sebbene compromettesse interessi nazionali tedeschi, offrendo vantaggi ai concorrenti americani.

Prima di tutto, che l’intelligence tedesca sia completamente penetrata dai servizi segreti americani non è una bizzarra teoria.

Non lo è neppure per idea. Il funzionamento del BND, come parte dell’intelligence americana va avanti da decenni, da quando gli USA  sovraintesero alla riabilitazione postbellica della Germania. Gli americani e gli inglesi coinvolsero l’intelligence tedesca – in gran parte ereditata dalla macchina da guerra nazista – nelle operazioni europee. Josef Foschepoth, storico tedesco ed esperto di operazioni di intelligence alleate del dopoguerra, dice che il governo tedesco-occidentale firmò un patto segreto con Washington e Londra, nel 1968, noto come “NATO Status of Forces Agreement”. Quel patto stabiliva “collaborazione intensa” e opera ancora oggi – più di due decenni dopo la riunificazione della Germania.

In sostanza, i servizi segreti americani come NSA e CIA, in Germania hanno mano libera per massiccia sorveglianza a danno di chi vogliono, privati cittadini o aziende industriali. Il con l’aiuto dei servizi segreti tedeschi e il governo federale.

La punta di questo iceberg dello spionaggio e dell’intrusione è stata svelata nel 2013 dall’informativa di Edward Snowden, americano, ex operativo NSA. Fra le tante preziose rivelazioni di Snowden, consta che l’intelligence statunitense aveva penetrato le comunicazioni personali della cancelliera Angela Merkel. Le intercettazioni risalgono al 2002, cioè tre anni prima che il leader dell’Unione cristiano democratica divenisse cancelliere.

È rilevante quanto debole e timida sia stata la reazione delle autorità tedesche per tale illecito spionaggio da parte di Washington. Dopo riunioni inziali all’insegna della preoccupazione fra la Merkel e altre personalità di Berlino, l’intero scandalo è stato rapidamente spazzato sotto il tappeto, come non fosse mai accaduto. Ciò suggerisce che il governo tedesco fosse già ben consapevole della sua compromissione, dell’asservimento a Washington, manifestatosi con l’intrusione nelle comunicazioni al più alto livello.

Come indicato in precedenza un tale rapporto padrone-servo tra Stati Uniti e Germania fu un principio fondante per la ricostituzione di quel paese, e per il ruolo predominante devoluto alla NATO da parte di Washington sugli affari europei di sicurezza. Il governo tedesco è stato al corrente, anzi è stato parte attiva nel ruolo servile verso l’intelligence americana e per la mano libera conferitale. Così, quando il resto del mondo ha saputo dello spionaggio del governo americano ai danni della Merkel, nel 2013 grazie a Edward Snowden, forse le persone meno sorprese saranno state la Merkel e la sua amministrazione. Da qui la risposta mite di Berlino per Washington per il suo comportamento obiettivamente e scandalosamente intrusivo contro gli “alleati” tedeschi.

Ulteriore testimonianza esplosiva sulla penetrazione sistematica dell’intelligence americana nelle istituzioni tedesche è venuto negli ultimi mesi dall’anziano ex direttore di giornale, Udo Ulfkotte[i].

In diverse interviste con i media e in un libro best-seller, Ulfkotte racconta come i giornalisti e i politici tedeschi sono regolarmente assunti dalla CIA per propinare storie o promulgare politiche che mirano a servire gli interessi geopolitici di Washington, non gli interessi del popolo tedesco. L’ex direttore del Frankfurter Allgemeine Zeitung – uno dei giornali tedeschi più noti – ha confessato d’essere stato una risorsa CIA per molti anni, pubblicando storie che sapeva false e che sono state dannose per le relazioni internazionali, e in particolare ostili alla Russia.

In un’intervista con RT lo scorso anno, Ulfkotte ha detto: “Non è giusto quello che ho fatto in passato, manipolare le persone per fare propaganda contro la Russia, e non è giusto quello che i miei colleghi fanno, perché sono corrotti per tradire il popolo non solo in Germania, ma in tutta l’Europa … Ho molta paura d’una nuova guerra in Europa, e non mi piace questa situazione, perché la guerra non è mai venuta da sé, vi è sempre gente che spinge per la guerra, non solo i politici, anche i giornalisti lo fanno.”

Non vi è alcun motivo di escludere analoghe segrete relazioni predominanti tra gli Stati Uniti e altre controparti europee.

Considerata la centrale importanza della Germania per l’economia e per le politiche dell’UE e i suoi storici legami crescenti con la Russia dopo la seconda guerra mondiale, Berlino sarebbe un obiettivo primario per gli USA, a farne leva per il loro vantaggio geopolitico.

Se osserviamo la politica tedesca essa è palesemente assurda verso la Russia a proposito dell’Ucraina. Le piccole imprese, le grandi aziende esportatrici e gli agricoltori tedeschi perdono grosse somme a causa delle sanzioni occidentali contro la Russia e per le contro-sanzioni di Mosca. I sondaggi indicano anche che l’opinione pubblica tedesca è sfavorevole alle politiche ostili, ispirate da Washington, e adottate dagli alleati europei, in gran parte per volere di Berlino.

Questa settimana la cancelliera Merkel ha avvertito che le sanzioni dell’Unione europea contro la Russia possono essere prorogate se la Russia non “soddisfa gli accordi di cessate il fuoco di Minsk”.

Merkel ha una logica. Non ci sono prove che la Russia abbia sovvertito l’Ucraina o di una sua presenza militare. È stato il presidente russo Vladimir Putin a mediare il cessate il fuoco di Minsk. Tutte le prove, inclusi i documenti dell’OCSE, indicano che la tregua è stata violata dal regime di Kiev sostenuto dall’Occidente. È il regime d Kiev che non adempie ai suoi impegni nel quadro degli accordi di Minsk, ma Merkel sceglie illogicamente di castigare la Russia.

Inoltre, è Washington che ha inviato centinaia di sue truppe in Ucraina la scorsa settimana per svolgere esercitazioni militari con le forze armate dell’Ucraina, Stato non membro della NATO. Perché Merkel è così silenziosa quando dovrebbe censurare Washington e il suo regime fantoccio di Kiev per le eclatanti minacce alla pace? Il suo silenzio è compromettente.

Merkel affronta il tema Ucraina e Russia in contrasto con la realtà e contro gli interessi nazionali del suo popolo, al punto da imporre di chiedersi chi essa stia servendo. Il recente scandalo dello spionaggio industriale degli USA a danno delle società tedesche – con la collusione del governo federale – e la lunga intrusione nella vita privata della cancelliera Merkel, ne fanno un leader compromesso. Oppure, in una parola: comperato.

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