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Sabato, 11 Luglio 2015

Varoufakis: “Berlino vuole cacciarci dall’Euro per ridimensionare Parigi”
di Marco Santopadre


"Sono stati fatti degli errori durante i mesi di negoziazione e le misure proposte sono "lontane" dagli impegni pre-elettorali. Ma [...] siamo stati forzati a prendere queste decisioni" ha detto ieri nel suo discorso al Parlamento il premier ellenico Alexis Tsipras, riferendosi all’assente ex ministro Varoufakis sul quale ha cercato esplicitamente di gettare la colpa della sua accettazione di un piano peggiore e più pesante di quello che l’esecutivo di Atene aveva rifiutato solo qualche giorno prima. Da parte sua l’ex ministro delle Finanze, che non ha votato il Terzo Memorandum adducendo ‘motivi di famiglia’, ha pubblicato ieri un articolo sul quotidiano britannico The Guardian dal titolo: “La Germania non ricambierà il dolore greco, vuole romperci”. Nell’articolo Yanis Varoufakis riflette sui motivi che hanno finora portato i leader dell’Eurozona a rigettare sistematicamente una ristrutturazione del debito greco. Le conclusioni del suo ragionamento sono le seguenti: “Basandomi su mesi di negoziati, la mia convinzione è che il ministro delle Finanza tedesco vuole espellere la Grecia dalla moneta unica per spaventare i francesi e convincerli ad accettare un’eurozona “disciplinata” (da Berlino ndr)”.
Per Varoufakis quindi, il rigore della Germania nei confronti della Grecia mirerebbe in realtà a intimidire Parigi per imporre una ortodossia di bilancio che impedisca anche alla Francia di uscire dai ranghi.
Secondo quanto raccontato da Varoufakis, già nella prima settimana dopo l’assunzione della carica di ministro del governo Tsipras il presidente dell’Eurogruppo gli aveva chiarito che se non avesse accettato il Memorandum non avrebbe potuto contare su alcuna ristrutturazione del debito, e in questo caso l’accordo per finanziare la Grecia sarebbe decaduto e le banche elleniche sarebbero fallite. Secondo l’ex ministro dimessosi lunedì per cinque mesi i negoziati sono andati avanti “in un clima di asfissia monetaria” provocata intenzionalmente dalla Banca Centrale Europea. “La minaccia era sempre sul tappeto: se non avessimo capitolato, avremmo dovuto accettare la chiusura delle nostre banche, la chiusura dei bancomat, e in ultima istanza la Grexit”.
L’economista si dice convinto del fatto che Schäuble mira a espellere la Grecia dall’Eurozona per “pulire l’aria” all’interno dell’Unione Europea. “Improvvisamente, un permanente e insostenibile debito pubblico greco, senza il quale il rischio di una Grexit svanirebbe, ha acquisito una nuova utilità per Schäuble” scrive Varoufakis. “Con la minaccia di una Grexit che aggrava il panico bancario (producendo il ritiro massiccio dei depositi dalle banche) indotto dalla Bce, tutti i nostri tentativi di porre sul tavolo del negoziato la ristrutturazione del debito hanno trovato un muro dall’altra parte” racconta l’ex ministro, secondo il quale ogni volta gli veniva risposto che “la ristrutturazione del debito sarebbe stata concessa nel momento in cui “fosse completato con successo il piano di salvataggio”, cosa impossibile visto che “il programma non potrà mai avere successo senza una previa ristrutturazione del debito”.
Negli scorsi anni, racconta Varoufakis, invece di intervenire con la ristrutturazione del debito e con la riforma dell’economia greca, l’Unione Europea scelse la via dei tagli e di un aumento dell’indebitamento della Grecia, ponendo al centro “il salvataggio delle banche francesi e tedesche”. Una ristrutturazione del debito, avverte l’economista, avrebbe al contrario prodotto alcune perdite per i banchieri, cosa che quella che l’ex ministro chiama ‘l’Europa ufficiale’ non è disposta ad accettare, raccontando invece ai greci e agli europei che la concessione di prestiti ad Atene in cambio di controriforme rappresentava un “gesto di solidarietà” nei confronti del popolo ellenico.
Che sia in atto un grande scontro tra Parigi e Berlino – in concorrenza tra loro per la gestione del polo imperialista europeo – sembra confermarlo l’attivismo dei negoziatori di François Hollande volati ad Atene per scrivere il Terzo Memorandum poi inviato a Bruxelles per conto del governo Tsipras. Il presidente francese è stato uno dei primi capi di Stato europei a giudicare le proposte greche – estremamente cedevoli alle richieste della Troika - «serie e credibili», richiamando i colleghi a chiudere un accordo «rispettoso delle regole europee e dei greci che hanno già sofferto molto». Difficile pensare che i cerberi di Parigi siano stati improvvisamente animati da sensibilità e sentimenti di solidarietà nei confronti dei greci. Il vero obiettivo sarebbe far saltare i piani di Berlino, che nel frattempo sembra dividersi tra possibilisti nei confronti di un accordo sulla Grecia e intransigenti.
Secondo quanto riportano vari media all’Eurogruppo in corso oggi pomeriggio si starebbe consumando uno scontro senza precedenti tra la cancelliera Angela Merkel e il ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble. Secondo il Bild Zeitung, ad esempio, Frau Merkel sarebbe a favore di nuove trattative con Atene – ma chiedendo comunque che Tsipras ‘faccia di più’ (cioè di peggio) – mentre invece il suo ministro delle Finanze giudica le riforme tardive ed inadeguate opponendosi all’avvio di nuove consultazioni. Stamattina Schäuble ai giornalisti riuniti a Bruxelles avrebbe detto che «i negoziati saranno incredibilmente difficili perché le cifre delle proposte greche non sono credibili», ricordando che «un alleggerimento del debito non è previsto dai Trattati». «Non vedo come potremo raggiungere facilmente un accordo: il governo greco ha fatto di tutto per minare la fiducia», ha aggiunto. Mentre scriviamo, le agenzie di stampa battono la notizia che il superministro del governo teutonico avrebbe ufficialmente proposto l'espulsione di Atene dall'Eurozona "per un periodo di cinque anni".

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