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05 Sett 2015

 

Voci di dissenso dall’Est Europa sulle politiche della UE asservite agli USA

di Luciano Lago

 

Iniziano a manifestarsi le prime voci di dissenso nei paesi dell’Unione Europea sulle politiche della UE che i principali paesi, come Germania e Francia, con codazzo degli altri (Italia, Spagna, Belgio, ecc.) vorrebbero del tutto prone alle direttive della politica di Washington anche quando questa cozza contro i propri interessi.

 

Alcuni esponenti politici europei hanno iniziato finalmente a comprendere che, seguire gli USA nella loro folle politica di provocazioni e mobilitazione NATO contro la Russia, con le sanzioni che si ritorcono come un boomerang contro la zoppicante economia dei paesi europei, non è esattamente negli interessi dell’Europa e tanto meno appoggiare pedissequamente l’impresentabile governo di Kiev, di un stato fallito che è divenuto la testa di ponte degli USA per portare la guerra in Europa.

 

Da ultimo, la situazione esplosiva determinata dalla crisi migratoria che sta investendo l’Europa e che rischia di travolgerla, la peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale, sta facendo emergere la inadeguatezza della oligarchia europea di Bruxelles, ripiegata su se stessa, trincerata nel difendere gli interessi dei grandi potentati finanziari ed incapace di dare alcuna risposta credibile di fronte a tale crisi. Nel contempo da questa situazione iniziano ad emergere posizioni diverse nell’ambito degli stessi paesi europei.

 

Mentre si compiangono le sofferenze e le tragedie di migliaia di migranti e rifugiati che cercano di raggiungere le coste ed i confini dell’Europa, alcune personalità politiche ed alcuni osservatori indipendenti iniziano a raccontare le verità scomode che la propaganda buonista a senso unico non dice, concentrandosi a parlare degli effetti della crisi ma guardandosi bene dal nominare le cause del fenomeno.

 

Ad esempio qualcuno inizia a dire apertamente che la folle politica di alcuni paesi europei è stata essa stessa la causa delle tragedie e della morte di molti rifugiati ed ha creato con le proprie mani le premesse che hanno determinato la massiccia affluenza di rifugiati verso l’Europa.

 

I governi europei, asserviti alla politica neocolonialista ed all’avventurismo militare di Washington, non avevano valutato le conseguenze che questa politica di destabilizzazione di paesi medio orientali ed africani avrebbe avuto in termini di spostamento di masse di disperati verso il Vecchio Continente.

 

Si è sentita la voce del ministro degli esteri della Slovacchia, Miroslav Laicak, il quale, durante una riunione del suo Governo per discutere sulla crisi migratoria che investe anche i paesi dell’Est Europa, ha dichiarato: “L’Unione Europea partecipa attivamente agli avvenimenti in Siria”, ha segnalato, “ci sono paesi che forniscono armi ed addestrano l’opposizione in Siria”, ha spiegato il ministro slovacco, “in un certo modo (noi europei)abbiamo contribuito alla guerra civile in Siria per causa della quale i migranti cercano di rifugiarsi in Europa”, ha manifestato il cancelliere slovacco.

 

Le sue dichiarazioni arrivano in forma di forte critica alle politiche dell’Unione Europea per la sua incapacità di affrontare la crisi dei rifugiati che ogni giorno registra nuove vittime fra le persone che cercano di fuggire con ogni mezzo dai paesi in guerra.

Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha dichiarato lo scorso Giovedì che gli ungheresi, così come la popolazione europea in generale, sono pieni di timore nel vedere che i leaders europei e fra loro i primi ministri, sono incapaci di avere il controllo della situazione”.

“L’Unione Europea subisce le conseguenze di decisioni che altri hanno preso con interventi bellici su paesi del Medio Oriente e del Nord Africa che hanno destabilizzato ed i cui effetti oggi ricadono sull’Europa”, ha aggiunto Orban.

 

Pochi lo dicono apertamente ma il conto di tutto questo bisognerebbe presentarlo al sig. Francois Hollande ed a mr. Davis Cameron, i politici europei più direttamente coinvolti nelle operazioni belliche fatte ai danni dei paesi da cui provengono i profughi, per andare a rimorchio della politica di Washington.

 

Anche alcuni politici europei, rompendo il fronte conformista del buonismo d’accatto, iniziano ad ammettere la responsabilita della UE nella difficile situazione dei migranti e non bisogna meravigliarsi se anche alcuni analisti ed esperti di questioni internazionali concordano con queste critiche.

 

Così il giornalista Chrìstoph Schiltz sostiene, in un articolo per il giornale tedesco “Die Welt“, che l’Unione Europea è un “club di egoisti” che non sarà mai capace di arrivare ad un accordo necessario per risolvere la crisi migratoria. Inoltre il giornalista scrive che “la crisi migratoria in Europa ha dimostrato chiaramente quello che era evidente dal momento dell’ampliamento della UE nel 2007: che la UE si sta trasformando in un Club autoreferente e che il meccanismo europeo per la ricerca del consenso non può funzionare all’indefinito”.

 

Questo si è visto anche con la crisi greca, continua Schiltz nella sua analisi, con il costante rinvio dei debiti della Grecia che è stato possibile concedendo crediti che si sapeva sarebbero divenuti inesigibili e scaricati sulle nuove generazioni (con gli illimitati profitti delle banche). “Il caso della Grecia è stato comunque molto più facile da risolvere, sostiene Schiltz, che non le conseguenze sociali, finanziarie e culturali derivanti dall’ondata di rifugiati che dovrà sopportare l’Europa”.

 

L’Europa si trova in una fase drammatica della sua Storia: senza una propria guida politica, a rimorchio degli interessi della egemonia statunitense e delle oligarchie finanziarie transnazionali, disgregata e divisa su tutto, mentre il gruppo dirigente di Bruxelles dimostra tutti suoi limiti e la sua incapacità di dare delle soluzioni alle crisi internazionali che investono il continente.

 

Si avvicina un periodo molto difficile e denso di nubi: la possibilità di un nuovo conflitto in Europa non è remota ma si fa molto concreta, la crisi migratoria che lancia nuove sfide alle nazioni europee; tutto lascia  pensare che l’essere in mano a governi di incapaci ed asserviti ad interessi esterni, mentre la nave Europa attraversa una grave  tempesta, non sarà molto tranquillizzante per i popoli europei. Ne avranno consapevolezza i cittadini europei? Ne dubitiamo fortemente.