Ogni vittima ha il volto di Abele Numero 154 del 17 novembre 2015
Un grido necrofilo e insensato di Peppe Sini
La truculenta "dichiarazione di guerra" pronunciata dinanzi al parlamento dal presidente francese Hollande, infarcita di una retorica sciovinista e razzista che conferma la pochezza dell'uomo e l'estrema pericolosita' dello statista, e' la confessione, ovvero la formalizzazione, dell'irresponsabile politica degli interventi armati, e soprattutto dei bombardamenti a tappeto, che la Francia attua da anni in Africa e nel Medio Oriente, politica che ha contribuito enormemente a generare, rafforzare ed estendere le organizzazioni terroriste, ed in particolare l'Isis: una politica stragista e generatrice di stragi. * A questa insensata politica assassina occorre opporre la legalita', la ragionevolezza, il realismo politico, la riflessione logica e morale, il senso di umanita'. E valga il vero. 1. Il terrorismo non si contrasta con la guerra, lo si contrasta e lo si sconfigge con il rispetto dei diritti umani e con un'azione di polizia. Ma un'azione di polizia nei luoghi di insediamento dell'Isis e' resa ora impossibile proprio dalla guerra scatenata da alcuni paesi occidentali (col sostegno di alcune dittature regionali) in tutto il vicino e medio Oriente. Far cessare la guerra e ripristinare su tutto il territorio attualmente eslege dalla Libia alla Siria un ordinamento giuridico statuale - e che sia vincolato a forme organizzative e procedurali democratiche, a criteri valoriali rispettosi della vita, della dignita' e dei diritti umani -, e' la premessa indispensabile per l'azione di polizia necessaria e urgente per liberare i territori attualmente sotto il disumano dominio dell'Isis ed arrestare tutti i membri dell'organizzazione criminale. 2. Non solo quello compiuto da gruppi criminali come l'Isis e' terrorismo; sono stati e sono terrorismo anche le guerre scatenate dagli Usa e da alcuni paesi europei dagli anni '90 in qua; se non si contrasta anche quel terrorismo, il terrorismo ha comunque vinto, l'imbarbarimento proseguira', il pericolo per l'intera umanita' restera' enorme: solo una politica di pace, di disarmo, di smilitarizzazione, una politica nonviolenta, promuove la sicurezza, la democrazia, il benessere comune. 3. Una strage e' una strage chiunque la commetta. Ogni vittima ha il volto di Abele. 4. Quello che occorre e' il disarmo, il disarmo e ancora il disarmo. Dove si disarma, li' nasce la civilta'; dove si disarma, li' si salvano le vite; dove si disarma, li' si afferma il diritto ed il bene comune dell'umanita'; dove si disarma - e solo dove si disarma - puo' nascere la democrazia. * Vi e' un solo modo per far cessare le stragi: cessare di commetterle. Per fermare le uccisioni occorre cessare di uccidere. Per abolire la guerra e le stragi occorre abolire gli eserciti e le armi: e' il compito attuale dell'umanita'. Pace, legalita', giustizia, solidarieta': sono un solo e medesimo impegno. La liberazione dell'umanita', la sopravvivenza dell'umanita', richiede la scelta della nonviolenza. La nonviolenza e' la politica dell'umanita' adeguata ai compiti dell'ora. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe. |