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1 aprile 2015

 

Torna la Freedom Flotilla

 

L’ex presidente tunisino Marzouki parteciperà all’iniziativa per rompere l’assedio sull’enclave palestinese. E’ il terzo tentativo dal 2010, quando la marina israeliana fermò la flotta con un blitz in cui furono uccisi nove attivisti

 

Roma, 1 aprile 2015, Nena News

 

Una nuova Freedom Flotilla è pronta a salpare alla volta di Gaza nei prossimi mesi e a bordo ci sarà anche l’ex presidente tunisino, Moncef Marzouki. Lo riferisce l’organizzazione della Flotilla a cui parteciperanno esponenti politici, religiosi, figure di spicco dell’economia e della cultura, ha spiegato il direttore del Forum palestinese in Gran Bretagna, Ziad al Aloul.

Marzouki, che ha alle spalle un passato da attivista per i diritti umani, ha guidato la Tunisia dal 2011 al 2014, nel periodo di transizione che ha seguito le rivolte della primavera araba. La sua è una delle prime adesioni, annunciata durante il Social Forum appena conclusosi in Tunisia.

Non c’è una data precisa per la partenza della flotta che tenterà di rompere l’assedio della Striscia di Gaza, ma gli organizzatori si augurano di salpare entro l’estate, con almeno tre navi.

Nel 2010 la Flotilla fu fermata dalla marina israeliana mentre navigava in acque internazionali. I militari aprirono il fuoco sulla nave Mavi Marvara, uccidendo nove attivisti, di cui otto cittadini turchi. Ne scaturì una rottura diplomatica con Ankara.

In seguito, ci sono stati altri tentativi di rompere via mare il blocco su Gaza. Nel 2011 una flotta era a pronta a salpare dalla Grecia, ma le pressioni israeliane fecero in modo che Atene impedisse alle navi di partire.

L’embargo sull’enclave palestinese è iniziato nel 2007, quando il movimento islamico Hamas ha preso il potere a Gaza. Da allora il blocco ha deteriorato le condizioni di vita degli abitanti della Striscia, che sono peggiorate dopo l’ultima offensiva militare israeliana la scorsa estate.

L’Agenzia Onu per i palestinesi (Unrwa) ha parlato di un “embargo” sul futuro dei palestinesi intrappolati in questo lembo di terra, considerata una prigione a cielo aperto. Nena News

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