Svobodnaja Pressa

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Russie Sujet Geopolitique

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23 Giugno 2015

 

La Russia e il Nuovo Ordine Mondiale

di Andrej Fursov

Traduzione di Alessandro Lattanzio

 

Nel giugno 2015 il sito di Svobodnaja Pressa ha pubblicato un articolo riportato sui siti del Club d’Izborsk e dell‘autore, con il titolo “Il G7 può abbandonare i piani”, contenente un’intervista allo storico e politologo Andrej Fursov. Partendo dall’ultimo vertice del G7 e da premesse storiche, Fursov traccia le prospettive dell’attuazione del nuovo ordine mondiale, come possono ragionevolmente essere viste oggi.

 

L’ultimo vertice del G7 in Baviera ha dimostrato l’ampliarsi del divario tra Russia e occidente. Mentre alcuni si agitano, altri vi vedono delle opportunità.

Comunque, un nuovo ordine mondiale emerge alla fine di una guerra mondiale. Il sistema di relazioni internazionali chiamato “di Westfalia” apparve dopo la Guerra dei Trent’anni. Il sistema viennese fu introdotto dopo le guerre napoleoniche, quello di Versailles dopo la prima guerra mondiale e di Jalta alla fine della seconda. D’altra parte, l’era delle guerra mondiali avutesi nel ventesimo secolo è finita. Ciò non vuol dire che le guerre mondiali saranno impossibili. Ma piuttosto adotteranno una forma simile a quella della Guerra dei Trent’anni, cioè giustapposizione di conflitti locali influenzata dalla presenza di armi nucleari, biologiche, chimiche ed altre.

Un nuovo ordine mondiale potrà emergere con mezzi pacifici?

Naturalmente è concepibile. Ma la storia dimostra che una volta che un nuovo concorrente all’egemonia, o la creazione di un ordine mondiale alternativo, guadagna forza, l’egemone cerca di soffocarlo. Penso che la questione sia aperta. Ma in ogni caso la Russia dovrebbe almeno contribuire attivamente a creare un mondo multipolare. Tale mondo sta nascendo, ma ne va massimizzato lo sviluppo. Se questo è ciò che vuole la Russia, allora deve conformare la propria politica interna a quella internazionale. E’ impossibile avere sulla scena internazionale una politica che ricorda la grande potenza, e tuttavia continuare ad imporre riforme liberali e impopolari nell’economia, assistenza sanitaria, istruzione, ecc. Una politica da grande potenza e la resistenza all’occidente presuppongono il sostegno massiccio della popolazione, non di una manciata di oligarchi. Le riforme economiche che minano la situazione della popolazione ovviamente indeboliscono questo supporto.

Perché si pensa al nuovo ordine mondiale ora che le circostanze l’impongono?

Alla guida della Russia ci sono due gruppi. Uno desidera “fare i conti” con l’occidente, ritornando alle relazioni dell’era Eltsin. Il secondo gruppo ha una diversa attenzione, capendo che non potrà tornare alle condizioni prevalenti prima della crisi ucraina. L’occidente ritiene che la Russia sia impegnata a riprendersi e a riacquistare la sovranità. La crisi in Ucraina è ovviamente la risposta a questa ripresa della Russia. George Friedman, fondatore e primo direttore di Stratfor, società privata d’intelligence, ha detto qualche anno fa che nessun presidente degli Stati Uniti permetterà l’avanzata della potenza della Russia. Così Mosca ha visto apparire subito alle sue frontiere la crisi ucraina. Friedman aveva ragione. Non sarà possibile trovare una soluzione alla situazione attuale come nel 2008-2010. La possibile alternativa si riduce tra conflitto permanente o capitolazione della Russia. E tale capitolazione sarà seguita dallo smembramento del nostro Paese e dall’introduzione del controllo delle multinazionali su sue diverse parti, frutto della dissoluzione. Mentre alcuni nei nostri ceti superiori nutrono la speranza di accordarsi con l’occidente, e di arrivare a “mettersi d’accordo sul bottino” per cercare di rientrare nell’ordine, si sbagliano tristemente. È un’illusione. L’occidente è giunto alla conclusione che deve smembrare la Russia, cioè terminare ciò che la perestroika non riuscì a compiere e continuare a fare pressione fino a spezzarla.

Perché vogliono spezzare in particolare la Russia e non la Cina?

La Cina non è un Paese teoricamente capace di essere veramente la base del nuovo ordine mondiale. Nonostante tutto il suo potere economico, non è una grande potenza nucleare. Finora, la Russia ha dimostrato di essere l’unico Paese capace d’infliggere danni inaccettabili agli Stati Uniti. Finché c’è questa minaccia, gli Stati Uniti e le strutture di coordinamento e gestione mondiali vicine faranno di tutto per privare la Russia dell’opportunità di avere una politica indipendente.

Il politologo Leonid Savin, direttore della rivista Geopolitika, pensa che l’Unione economica eurasiatica potrà costituire la base del nuovo ordine mondiale. Che ne pensa?

Il recente vertice del G7 potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso della pazienza della Russia. Storicamente, la Cina punta al multipolarismo. E’ detto nero su bianco nei loro documenti dottrinari e strategici. Hanno creato la Shanghai Cooperation Organization, collaborano con Stati di Africa e America Latina nell’ambito di un formato bilaterale molto efficace. Non impongono la loro visione politica. I BRICS sono un progetto concepito dagli Stati Uniti. Tale idea nasce dal gruppo Goldman Sachs (nel 2001). Motivo per cui la Russia segue questa organizzazione. Se vogliamo realizzare il nostro ordine del giorno, dobbiamo affrontare l’idea di creare l’Unione economica eurasiatica e un più ampio spazio d’integrazione in cui l’UE possa entrare a un certo momento. Si dovrebbero considerare unioni transregionali alternative cui si adattino i BRICS. E’ tempo di uscire dal piano neoliberista utile solo all’occidente, come G7, FMI, Banca Mondiale e organizzazioni sovranazionali come il WTO. Tutti inganni agitati sotto il naso della Russia per attirarla nel club dove sarà costretta a lavorare per gli interessi dell’occidente. Ma dobbiamo difendere i nostri interessi nazionali e aiutare gli altri a fare lo stesso. E’ proprio sulla base dell’alleanza tra Stati sovrani che si creerà un nuovo ordine mondiale.

Perché non abbiamo provato prima a creare un nuovo ordine mondiale. Perché ne parliamo solo ora?

Dopo la caduta dell’Unione Sovietica ha dominato l’idea, più volte espressa tra l’altro dala presidenza di Dmitrij Medvedev, che la Russia doveva integrarsi nel modello politico ed economico occidentale. L’integrazione della Russia nel G8 e la sua adesione all’OMC furono elementi di tale processo. L’occidente ha tentato un approccio simile nei confronti della Cina. Ma gli statunitensi ne furono presto delusi e decisero che era opportuno riesaminare queste relazioni. Tuttavia, ciò non significa che abbandoneranno i loro obiettivi. Cercheranno d’integrare Russia, Cina, Iran e altri Stati nel loro sistema politico. È per questo che dobbiamo creare un contrappeso. Tutti capiscono che gli Stati Uniti non possono più essere il poliziotto del mondo e continuare ad esercitare l’egemonia globale seguendone i loro dissensi interni, taglienti attacchi nelle politica interna ed errori nella diplomazia. La Russia ha quindi la possibilità di offrire al mondo una nuova visione.

Ma come gli Stati Uniti potranno rinunciare al loro ruolo di leader?

Ovviamente, gli Stati Uniti non vogliono mollare le redini e le circostanze che gli hanno permesso di avere il controllo dalla seconda guerra mondiale, mentre l’Europa era in rovina. Nel 1943 organizzarono il sistema monetario di Bretton Woods e avviarono lo sviluppo dei piani di riforma dell’ordine mondiale in cui si attribuivano la leadership. Penso che l’evento o fenomeno capace di formare un ordine mondiale multipolare non potrà essere un’altra guerra, ma piuttosto impedire la terza guerra mondiale. Se riusciremo a superare il punto critico, permettendo che la situazione si normalizzi, tutti i Paesi troveranno un po’ di prosperità e avranno tutti i benefici derivanti dalla globalizzazione.