http://www.eastonline.eu/ Martedì, 12 Maggio 2015
Cina e Russia in un mondo multipolare di Simone Pieranni
Per il Financial Times, l'Europa non dovrebbe preoccuparsi troppo dell'alleanza in atto tra Cina e Russia. Chiaramente, scrive il quotidiano britannico, Mosca è il «junior partner» della relazione. Gli interessi tra i due paesi, che in questo momento si ritrovano più per questioni geopolitiche, che di amicizia vera e propria, infatti, non è detto debbano procedere di pari passi nel futuro. La stessa via della Seta cinese, a Mosca, viene letta proprio come una minaccia all'influenza russa in Asia centrale. E a Pechino non gradiscono le teorie euroasiatiche, che sembrano aver presa anche tra gli uomini più in vista dell'entourage di Putin. «Oggi la Cina è il nostro partner strategico e cruciale», ha dichiarato Putin (che parteciperà alla «giornata della vittoria» cinese contro i giapponesi il prossimo 3 settembre) durante la celebrazione dei 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e del nazi-fascismo. La Cina ha fornito a Mosca 25 miliardi di dollari di prestito per le aziende colpite dalle sanzioni occidentali ed è stato anche definito un fondo congiunto da 2 miliardi di dollari per progetti agricoli. Un altro accordo consente l’apertura di una linea di credito per Sberbank, da destinare a progetti commerciali, per 966 milioni di dollari con la Banca per lo sviluppo cinese. Inoltre, il ceo di Gazprom Aleksei Miller e il vice presidente della China National Petroleum Corporation Wang Donjing, hanno firmato un accordo per lo sviluppo del gasdotto occidentale per la fornitura di 30 miliardi di metri cubi di gas per 30 anni (lo storico accordo realizzato lo scorso anno tra i due paesi). Un’apertura di credito, reale, non solo politica, da parte di Pechino che riflette l’attuale atteggiamento della politica cinese. Putin ai cinesi piace e secondo alcuni osservatori, la sua esaltazione farebbe anche parte di uno scopo preciso: trasformare Xi Jinping nel «Putin cinese», capace quindi di allungare la durata del suo regno oltre i dieci canonici. Negli ambienti del partito, invece, la vicinanza politica a Mosca viene vista con un certo sospetto. Come si diceva prima, però, la Cina sta investendo moltissimo nel progetto «One Belt One Road». Come ha scritto il Financial Times, «Pechino si propone di ricostruire la vecchia Via della Seta attraverso l'Asia centrale verso l'Europa e il Nord Africa, è una sfida diretta per l'influenza di Mosca. In caso di successo, darebbe agli stati dell'Asia centrale mercati d'esportazione alternativi, riducendo la loro dipendenza dalla Russia». Di questa alleanza si discute anche in Cina. Un comunicato del ministero della difesa emesso da Fan Changlong, vice presidente della potente Commissione militare centrale cinese, ha fatto sapere al ministro della difesa russo Sergei Shoigu che la Cina «invita calorosamente i capi militari russi e le formazioni militari» a prendere parte agli eventi di settembre a Pechino, ovvero le celebrazioni della vittoria sui giapponesi. La visita di Xi in Russia e la sua presenza durante le commemorazioni di Mosca «ha spinto l’intera partnership strategica Cina-Russia ad un nuovo livello» - ha aggiunto Fan. In pratica in un mondo multipolare, si formano alleanze e strategie comuni. Ma tutte, vale per la Cina e la Russia, come per Usa ed Europa, sono contraddistinte dal loro carattere tattico, momentaneo. Russia e Cina, infatti, non sono destinate, presumibilmente, a poter rimanere alleate a lungo, avendo all'orizzonte parecchi potenziali motivi di frizione. Entrambi sono paesi che hanno deciso di influenzare la propria regione e non solo: naturale che troveranno dei punti di scontro. Ma per ora vince l'unione, specie per motivi internazionali, funzionali anche a questioni interne. La spinta sulle caratteristiche «anti occidentali» di questa vicinanza tra Pechino e Mosca non possono passare inosservate. E allo stesso tempo ci troviamo di fronte a due leadership sempre più simili e per questo potenzialmente ancora unite per l'immediato futuro. |