http://www.repubblica.it/ 11 luglio 2015
Srebrenica, 20 anni dopo. Sassi e bottiglie contro il premier serbo. Vucic abbandona la cerimonia
Contestata la delegazione di Belgrado alla cerimonia per il ventesimo anniversario. Prima di raggiungere Srebrenica il leader serbo aveva condannato l'eccidio definendolo un "crimine atroce". Al mausoleo di Potocari decine di migliaia di persone. Mattarella: "Fu genocidio, sconfitta per l'umanità". Renzi: "Ci furono responsabilità politiche"
Srebrenica - Il premier serbo Aleksandar Vucic ha abbandonato la cerimonia di commemorazione della strage di Srebrenica dopo essere stato contestato al mausoleo di Potocari da un gruppo di persone che gli ha lanciato sassi e bottiglie, indirizzandogli una salva di fischi. Prima di raggiungere Srebrenica per partecipare alla commemorazione del ventesimo anniversario del massacro di almeno 8.000 uomini e bambini musulmani compiuto dalle forze serbe di Bosnia, Vucic aveva diffuso una lettera aperta in cui condannava l'eccidio. "Sono passati 20 anni dal terribile crimine commesso - aveva scritto Vucic - non ci sono parole per esprimere rimorso e dolore per le vittime, così come rabbia e rancore verso coloro che hanno commesso questo crimine mostruoso". "La Serbia condanna in modo chiaro e senza ambiguità questo crimine orribile ed è disgustata da quanti vi hanno preso parte e continuerà a portarli davanti alla giustizia". "La mia mano resta tesa verso la riconciliazione", ha fatto sapere nel pomeriggio Vucic, dopo che il ministro dell'interno serbo Nebojsa Stefanovic aveva classificato le contestazioni come "tentato omicidio". "Esprimo rammarico per quello che è successo oggi e mi dispiace che alcuni non abbiano riconosciuto la nostra sincera intenzione di costruire una sincera amicizia tra serbi e musulmani. La mia mano rimane tesa e continuerò la mia politica di riconciliazione", ha aggiunto il premier serbo. In serata, Belgrado ha chiesto alla Bosnia "scuse pubbliche" per quello che la Serbia ha definito "un tentativo di assassinare il nostro primo ministro". E la presidenza bosniaca ha espresso la propria "ferma condanna" per l'aggressione a Vucic. "Condanna nei termini più forti ed esprime un profondo rammarico per l'attacco di oggi", si legge in un comunicato. Apprezzando la presenza del premier serbo alla commemorazione della strage di circa 8.000 Bosniaci musulmani, la presidenza ha chiesto una rapida inchiesta per identificare i responsabili dell'aggressione.
Le contestazioni. Al suo ingresso nel cimitero di Potocari il premier serbo, che all'arrivo aveva ricevuto il "fiore di Srebrenica", simbolo della tragedia realizzato dalle donne sopravvissute al massacro, è stato contestato da gruppi di musulmani. Vucic aveva appena deposto un fiore davanti al monumento che ricorda i nomi delle oltre 6.200 vittime identificate e sepolte nel cimitero quando la folla ha iniziato a scandire "Allah akbar", lanciando pietre contro il premier. "Era orribile, hanno lanciato sassi, scarpe, qualunque cosa avessero sotto mano", ha detto al giornale serbo Blic un membro della delegazione di Belgrado. "La folla gridava "Cetnici, tornate a casa. Il primo ministro è stato colpito da una pietra in faccia, è stato ferito, ma non era spaventato. Gridavano Allah è grande". Circondato dalle guardie del corpo, Vucic è riuscito a lasciare il cimitero tra gli appelli alla calma degli organizzatori. Su un lato della collina dove riposano migliaia di musulmani massacrati è stato inoltre esposto uno striscione con la scritta "Per ogni serbo, 100 musulmani uccisi", la frase che usava pronunciare Vucic quando era ministro del governo presieduto da Milosevic. "La delegazione guidata da Aleksandar Vucic ha lasciato la cerimonia dopo un attacco durante il quale il premier è stato colpito alla testa e gli si sono rotti gli occhiali", ha riportato l'agenzia di stampa ufficiale serba Tanjug. Secondo l'emittente serba Rts, la polizia avrebbe fermato una persona. Srebrenica, premier serbo contestato: abbandona cerimonia al mausoleo
Ministro serbo: "E' tentato omicidio". "E' un attacco scandaloso e possiamo ritenerlo un tentato omicidio", ha denunciato il ministro dell'Interno serbo, Nebojsa Stefanovic, alla tv serba Pink."È un attacco scandaloso". Anche il ministro degli Esteri di Belgrado Ivica Dacic ha duramente condannato l'attacco contro Vucic: "Il premier si è comportato da uomo di stato decidendo di andare a omaggiare le vittime - ha sottolineato il ministro - è stato un attacco non solo contro Vucic, ma contro tutta la Serbia e la sua politica di pace e di cooperazione regionale". "Ancora una volta viviamo le conseguenze negative di una politicizzazione porta a nuove divisioni e all'odio invece di portare alla riconciliazione. La Bosnia non è stata in grado di assicurare nemmeno le elementari condizioni di sicurezza del primo ministro". Il governo serbo, si legge sui media di Belgrado, dovrebbe riunirsi per una sessione straordinaria alle 16. "La mia solidarietà a Vucic, che ha fatto la scelta storica di essere presente a Srebrenica. La pace può essere costruita solo sulla riconciliazione", ha scritto l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini su Twitter. Il sindaco di Srebrenica Camil Durakovic ha chiesto pubblicamente scusa al premier serbo e al popolo della Serbia, per l'incidente di oggi. L'incidente, ha detto Durakovic, "è stato una grande delusione per noi, una macchia che ha fatto più male a noi che a Vucic, in questo luogo santo" .
La cerimonia. Alla commemorazione di oggi nel Memoriale di otocari partecipano decine di migliaia di persone e oltre 80 capi di Stato e di governo. Tra gli altri l'ex presidente Usa Bill Clinton, l'ex segretario di Stato Madeleine Albright, la principessa Noor di Giordania, la Principessa Anna per il Regno Unito e il Primo ministro turco Ahmet avutoglu. A rappresentare l'Italia c'è la presidente della Camera, Laura Boldrini. Durante la cerimonia saranno tumulate le 136 vittime di cui sono stati recentemente identificati i resti.
Clinton: "In Bosnia fatto cosa importante". "Quello che ho fatto come presidente Usa in Bosnia, e in seguito in Kosovo, è stata una delle mie azioni più importanti, ha detto l'ex presidente Bill Clinton, applaudito nel suo ingresso al cimitero, riferendosi all'intervento militare che ha fermato la guerra in Bosnia. "Mi dispiace - ha detto Clinton - che ci sia voluto tanto tempo per raggiungere l'unità tra noi amici e decidere di usare la forza per fermare quella violenza". Come "amico della Bosnia" Clinton prima della contestazione aveva anche ringraziato il premier della Serbia Aleksandar Vucic per aver dimostrato "il coraggio a venire qui" ed aveva aggiunto che si aspetta che faccia lo stesso anche il presidente Tomislav Nikolic.
Obama: "Fu genocidio" Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiesto di "chiamare con il suo nome" il "genocidio" di Srebrenica e di assicurarsi che i responsabili del massacro ne rispondano. "Solo riconoscendo completamente il passato possiamo ottenere un futuro di riconciliazione vera e duratura. Solo facendo in modo che chi ha compiuto il genocidio ne renda conto potremo offrire qualche tipo di giustizia" e "solo chiamando il male con il suo nome possiamo trovare la forza per superarlo", ha detto Obama. Il massacro di Srebrenica rappresenta "la pagina più buia della storia recente dell'Europa", ha spiegato l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue in un videomessaggio per l'anniversario del genocidio. Mogherini si trova a Vienna dove sono in corso i negoziati sul nucleare iraniano. Secondo l'Alto rappresentante "a Srebrenica l'Europa si è confrontata con la sua vergogna. L'Europa non è stata in grado di rispondere alla promessa dei padri fondatori e ai sogni dei suoi nipoti: basta guerre in Europa, basta morti in nome della razza o della nazione. Basta genocidi. Srebrenica è un appello ad agire. Che non succeda mai più". Il ricordo di Mattarella e Renzi. "Il genocidio di Srebrenica fu una sconfitta dell'umanità, il cui peso morale e politico grava ancora sulla comunità internazionale per l'incapacità di prevenire i conflitti che dilaniarono la Jugoslavia, con le tremende atrocità che li caratterizzarono, e di attuare strategie in grado almeno di arrestarli e di salvare vite umane", Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Oggi - prosegue il Capo dello Stato - a vent'anni da quell'immane tragedia, avvertiamo il dovere di coltivare la memoria e interrogare la nostra coscienza affinché mai eventi simili abbiano a ripetersi. Solo se vi sarà giustizia sarà possibile lenire almeno in parte l'enorme sofferenza delle madri e di tutti coloro che hanno perso familiari e amici. È questa - sottolinea Mattarella - una sfida decisiva della nostra epoca, a cui l'Europa intera è chiamata".
Da parte sua il premier Renzi sottolinea con un post su Facebook il silenzio di quei giorni tremendi. "Di quello che era successo a Srebrenica in quei terribili giorni di luglio si seppe pochissimo per molto tempo. E quando ricevemmo notizia, rimanemmo tutti sgomenti. Ci sono molte responsabilità, innanzitutto politiche, per quel che è successo nei Balcani 20 anni fa. La mia generazione è cresciuta avendo negli occhi quel dolore e quella strage. Ci siamo detti allora, mai più permetteremo che questo succeda qui a casa nostra".
"Quello di Srebrenica è il genocidio più atroce dopo la Seconda guerra mondiale: la comunità internazionale non agì per impedire la caccia all'uomo di coloro che fuggivano verso Tuzla, non agì per impedire, non agì per impedire la pulizia etnica e non agì per impedire gli stupri: questa è una responsabilità che ci portiamo dietro tutti", ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini arrivando a Potocari per partecipare alla cerimonia. |