Ventennale del massacro
Ansa NY - 08 luglio 2015 - 17:20 - Le ferite di Srebrenica non si rimarginano: come aveva annunciato, la Russia ha posto il veto ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu di condanna del massacro avvenuto nel 1995 durante la guerra in Bosnia che lo definiva un "genocidio". Il documento ha ricevuto dieci voti a favore, quattro astenuti, tra cui Cina e Nigeria, e un voto contrario, quello di Mosca che, avendo il potere di veto nel Consiglio di Sicurezza, ha bloccato l'adozione della risoluzione.
tgcom24 - 08 luglio 2015 - 06:44 - "Noi serbi siamo per la riconciliazione ma non accettiamo umiliazioni" Ci sarà anche il premier serbo Aleksandar Vucic a Srebrenica, sabato 11 luglio, per le commemorazioni ufficiali del 20° anniversario del massacro di ottomila musulmani ad opera delle truppe serbo-bosniache di Ratko Mladic.
Non dimenticare Srebrenica A vent'anni dai fatti di Srebrenica Anci Toscana promuove una serie di attività con lo scopo di ricordare la strage e le violenze accadute in questa città della ex Jugoslavia l’11 luglio 1995, di promuovere la pace e la ricostruzione in quella regione. Il fiore di Srebrenica, simbolo del genocidio, è ora anche il segno della nostra campagna. I fiori hanno undici petali in relazione al Memorial Day dell'11 luglio e sono di colore bianco e verde per rappresentare l'innocenza di coloro che sono stati uccisi così come per mantenere la speranza per il futuro.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Massacro di Srebrenica https://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Srebrenica
La cosiddetta zona protetta di Srebrenica fu delimitata dopo un'offensiva serba nel 1993 che obbligò le forze bosniache ad una demilitarizzazione sotto controllo dell'ONU. Le delimitazioni delle zone protette furono stabilite a tutela e difesa della popolazione civile bosniaca, quasi completamente musulmana, costretta a fuggire dal circostante territorio, ormai occupato dall'esercito serbo-bosniaco, ed ove decine di migliaia di profughi vi si recarono in cerca di rifugio. Due anni dopo … Verso il 9 luglio, la zona protetta di Srebrenica e il territorio circostante furono attaccati dalle truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladi?, con l'appoggio dei gruppi paramilitari guidati da Željko Ražnatovi?, e dopo un'offensiva durata alcuni giorni, l'11 luglio l'esercito serbo-bosniaco riuscì ad entrare definitivamente nella città di Srebrenica. Quando i serbi si avvicinarono all'enclave di Srebrenica, il 6 e l'8 luglio 1995, il colonnello Karremans diede l'allarme e chiese un intervento aereo di supporto, oltre ad altre due volte nel fatidico 11 luglio. Le prime due volte il generale Nicolaï a Sarajevo rifiutò di inoltrare la richiesta al generale Janvier nel quartier generale dell'ONU a Zagabria perché le richieste non erano conformi agli accordi sulle richieste di intervento aereo. Non si trattava ancora, infatti, di atti di guerra con battaglie a fuoco. L'11 luglio, quando i carri armati serbi erano penetrati nella città, Nicolaï inoltrò la domanda di rinforzi a Janvier, che inizialmente rifiutò. La seconda richiesta dell'11 luglio fu onorata ma gli F-16 che stavano già circolando da ore in attesa dell'ordine di attaccare avevano nel frattempo ricevuto l’ordine di tornare alle loro basi in Italia per potersi rifornire di carburante. Alla fine, solo due F-16 olandesi procedettero ad un attacco aereo, sorvolando a bassa quota i militari serbi, praticamente senza alcun effetto. Un gruppo di aerei americani apparentemente non fu in grado di trovare la strada. Nel frattempo l'enclave era già caduta e l'attacco aereo fu cancellato per ordine dell'ONU, su richiesta del ministro Voorhoeve, perché i militari serbi minacciavano di massacrare i caschi blu dell'ONU di Dutchbat. La città di Srebrenica era comunque inserita nella futura Entità Serba e le prime bozze degli accordi di Dayton non potevano prevedere enclaves. Di fatto la conquista della città da parte dei serbi avrebbe consentito di arrivare a definire la situazione territoriale attuale e, di conseguenza, di portare avanti gli accordi di pace. Gli uomini dai 12 ai 77 anni furono separati dalle donne, dai bambini e dagli anziani, apparentemente per procedere allo sfollamento, in realtà vennero uccisi e sepolti in fosse comuni. Secondo le istituzioni ufficiali i morti furono oltre 8.372, sebbene alcune associazioni per gli scomparsi e le famiglie delle vittime affermino che furono oltre 10.000. La Corte Penale Internazionale inserisce questa strage nella strategia di sterminio della popolazione bosniaca musulmana pianificata e perpetrata da parte delle truppe e dai paramilitari serbo-bosniaci. La sentenza di appello del 26 febbraio è stata votata all'unanimità dal collegio giudicante, e conferma quella di primo grado nel riconoscere il massacro di Srebrenica come un genocidio inteso secondo i principi di Norimberga.
Dossier dell'Osservatorio sui Balcani http://www.balcanicaucaso.org/Dossier/Srebrenica-ventennale
Srebrenica - per non dimenticare https://www.youtube.com/watch?v=EkNFPTTR_yY
Remembering Srebrenica
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