Fonte: Baruda Soldato USA accusato di due stupri, tenta il terzo evadendo da caserma di Vicenza Stiamo parlando, semplicemente, di uno stupratore seriale. Uno che ha stuprato una minorenne lo scorso anno e che pochi mesi dopo ha stuprato una donna incinta di sei mesi che dopo lo stupro è stata anche pestata e che ha dato al mondo un bambino con gravi problemi neurologici, che ancora non è provato siano dovuti alla violenza subita ma… Questo stupratore però, non è un semplice stupratore: è un soldato americano assegnato alla base militare presente a Vicenza, contro il cui allargamento si è mobilitata l’Italia intera. Immaginate fosse stato un migrante proveniente da qualunque altro paese, immaginate in quanti secondi l’avrebbero buttato in una cella, con prime pagine allarmate e xenofobe: in questo caso nessuna mobilitazione, nessun Salvini, nessuna caccia allo stupratore straniero, anzi. Il fanciullo, che in dodici mesi ha collezionato due stupri e un violento pestaggio, è ai domiciliari all’interno della caserma Del Din (ex Dal Molin), domiciliari dai quali a quanto pare si scappa con molta facilità. E’ di tre notti fa la sua fuga (ed è difficile immaginare che sia stata la prima, sinceramente): un po’ di cuscini dentro la brandina a simulare un corpo addormentato, una corda calata da una finestra e la via della libertà, che per questa merda umana significa solo: STUPRARE. E così ci ha riprovato, avvicinando una donna (anch’essa visibilmente incinta) in modo aggressivo chiedendo una prestazione sessuale e una volta vistosi rifiutare ha pensato bene di attraversare la strada, aggredire una seconda donna e poi colpirla al volto con un pugno: il tutto è stato filmato dalle telecamere di sorveglianza e una pattuglia della polizia è arrivata subito. Davanti si è trovata Jerelle Lamarcus Gray, militare statunitense, ben noto alle forze dell’ordine vicentine: un ragazzo di 22 anni, uno stupratore seriale impunito che ancora non sa se avrà un processo qui in Italia, dove ha ripetutamente stuprato e pestato, o negli Stati Uniti, così come la maggiorparte dei soldati americani colpevoli di reati comuni in paesi terzi. Lo stupro è un’arma di guerra, da sempre usata dai portatori di anfibi e fucili: lo stupro fa parte della cultura militare, dell’occupazione dei territori, della dominazione. Lo stupro di un soldato è manifesto di una cultura da distruggere “col ferro e col fuoco”: Gettiamo a mare le basi americane! Ogni stupro è un atto di guerra contro ognuna di noi, e prima o poi lo pagherete caro.
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