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Vicenza, i militari Usa e l’ebola: la fiera dell’assurdo L’uso strumentale della Lega della questione dell’ebola e del ritorno dei militari USA dalla Liberia. Vicenza all’improvviso si è ritrovata al centro delle cronache di tutti i media nazionali, e non solo, a causa del ritorno dei militari americani dalla Liberia, il paese africano colpito da ebola. Nella giornata di ieri, infatti, undici soldati sono tornati dall’Africa e sono stati posti in isolamento, mentre altri ne arriveranno nel corso di questa settimana. Nelle ultime settimane la Lega ha invocato misure e controlli restrittivi nei confronti dei migranti che arrivano dall’Africa, alimentando la dinamica della paura e del razzismo. Il sindaco leghista di Padova, Bitonci, ha emanato un’ordinanza che vieta la dimora anche temporanea alle persone provenienti dall’area africana che non sono in possesso di un certificato di buona salute. Si tratta di un provvedimento illegale, perché lede alcuni principi della Costituzione, pericoloso e dannoso in quanto crea allarmismo e giustifica episodi di razzismo e xenofobia sempre più frequenti in tutta Italia. E’ di ieri la notizia dell’episodio accaduto in un locale di Vicenza dove un cittadino ghanese è stato cacciato da un cliente italiano con l’accusa di portare l’ebola. Qualche giorno fa a Roma una bambina è dovuta rimanere a casa dall’asilo su pressione dei genitori in quanto era appena rientrata dall’Uganda, paese tra l’altro non soggetto all’epidemia. Dall’altra parte invece, la Lega e le destre non hanno preso nessuna posizione contro il fatto che i militari americani sarebbero partiti verso il centro del focolaio di ebola, e che sarebbero tornati direttamente a Vicenza senza nessun tipo di quarantena, inizialmente prevista dalle autorità americane. Si sa però che i leghisti sono stati tra i sostenitori del Dal Molin alla faccia dell’autonomia e del “paroni a casa nostra”, che urlano nelle piazze del Nord Italia. I migranti che scappano da guerre e povertà rappresentano un pericolo davanti al quale chiudere le frontiere mentre i soldati Usa sono liberi di andare, tornare e fare quello che vogliono. Il sindaco Variati, invece, è sicuro dell’ottima salute dei militari e ringrazia gli statunitensi per aver adottato misure severe. D’altronde deve salvare l’immagine di Vicenza e non mettere a rischio il fiorente turismo cittadino. Di fronte a questo scenario assurdo, all’ipocrisia della politica cittadina e nazionale, e all’uso strumentale che viene fatto di ebola, intendiamo lanciare nei prossimi giorni una mobilitazione di fronte al Dal Molin.
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