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Quanti sono i giornalisti rapiti e uccisi in Siria Il Committee to Protect Journalists ha fornito le proprie cifre sui reporter morti in Siria durante la guerra civile. La Siria è stata la “grande tragedia dimenticata” degli ultimi mesi: la guerra civile è infatti continuata, ma senza ricevere adeguata attenzione dai media internazionali. La barbara uccisione di James Foley ha riportato in primo piano il conflitto siriano e la situazione nel Paese che vive senza pace dal 2011, anno di inizio della rivolta contro il presidente Bashar Assad. La Siria vive in una zona d’ombra: gli eventi avvengono infatti lontano dagli occhi dei giornalisti, perché di reporter non ce ne sono più in quelle zone. Il Committee to Protect Journalists (Cpj) ha fornito delle cifre molto preoccupanti sulla situazione: dal 19 novembre 2011 sono morti 73 cronisti sul territorio siriano, in gran parte arabi. La difficoltà a conoscere informazioni precise sul conflitto siriano, quindi, è strettamente connessa alla continua eliminazione fisica di giornalisti. Anche per questo motivo i grandi media internazionali hanno richiamato i propri inviati: hanno prima di tutto pensato alla loro incolumità. Nel 2014 le vittime tra i reporter sono quattro, cinque con l’uccisione di Foley. L’ultimo prima del giornalista americano era stato Ahmed Hasan dell’Agenzia Xinhua. Il Committee to Protect Journalists ha poi cercato di fare una stima sui cronisti rapiti in Siria: in un tweet, che ammette le difficoltà a dare dei numeri esatti, è emerso che sono circa 20. E sulle sorti di questi professionisti dell’informazione c’è una grande incertezza che lascia temere il peggio.
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