Ansa Siria, Bombe nuove e bombe vecchie Più di trecento persone, per lo più siriani, tra cui civili compresi donne e bambini, sono stati uccisi nelle ultime 24 ore dalle bombe, nuove, della coalizione arabo-sunnita guidata dagli Stati Uniti e da quelle, assai più note ai siriani, sganciate dai caccia del regime di Damasco. Delle 343 vittime documentate nel dettaglio da fonti mediche e piattaforme di monitoraggio siriane come il Centro delle documentazioni delle violazioni (Vdc), i Comitati di coordinamento (Lcc) e l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), circa 150 sono miliziani jihadisti e qaedisti dello Stato islamico e della Jabhat an Nusra, colpiti nelle loro roccaforti nelle regioni di Raqqa (nord), Hasake (nord-est), Dayr az Zor (est), Idlib (nord-ovest) e Aleppo (nord). Oltre 60 sono i civili e i minori sono oltre dieci. Non tutte le vittime sono state identificate e i bilanci non possono essere verificati in maniera indipendente sul terreno. Nella regione di Idlib, i bombardamenti sono eseguiti quasi all’unisono da caccia della coalizione arabo-occidentale e da velivoli militari russi di Damasco. A nord di Idlib, la Jabhat an Nusra l’ala qaedista siriana e altri influenti gruppi jihadisti locali come Ahrar ash Sham hanno oggi annunciato l’evacuazione delle loro sedi. La Nusra e Ahrar ash Sham sono nel fronte dei miliziani che combattono sia il regime del presidente Bashar al Assad sia le forze dello Stato islamico. I raid arabo-occidentali colpiscono l’Isis e i suoi nemici. Nella regione di Raqqa, Hasake e Dayr az Zor sono proseguiti i bombardamenti. In particolare, l’area frontaliera di Albukamal-Qaim tra Iraq e Siria è stata investita da 13 attacchi. Ad Aleppo si sono registrati scontri armati tra ribelli anti-regime e forze lealiste sostenute da jihadisti sciiti libanesi degli Hezbollah. E a nord-est della metropoli siriana, la cittadina curda di Kobane/Ayn Arab continua a essere sotto assedio da sud e da ovest dai miliziani dello Stato islamico, che non accennano ad arretrare nemmeno sotto il fuoco della coalizione filo-Usa. Il regime di Damasco dal canto suo ha proseguito a bombardare le roccaforti della rivolta nelle regioni di Hama e Homs nel centro, e di Daraa e Qunaytra nel sud e nel sud-ovest a ridosso con le Alture del Golan occupate da Israele. La Nusra è presente in forze nell’area di Qunaytra ma le sue basi qui non sono prese di mira dai raid filo-occidentali. La stessa capitale siriana non è stata risparmiata dal fuoco della guerra: mortai sparati da miliziani anti-regime hanno colpito diversi quartieri della città saldamente in mano ai lealisti, mentre il rione periferico di Jawbar e altri sobborghi controllati dal fronte anti-governativo sono stati di nuovo presi di mira dai raid aerei del regime.
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