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https://www.middleeastmonitor.com 85.000 persone forzatamente scomparse nelle prigioni siriane La Rete siriana per i diritti umani, SNHR ha pubblicato una relazione che segna la giornata internazionale delle vittime di sparizioni forzate, affermando che le forze del regime siriano trattiene almeno 85.000 persone dallo scoppio della rivoluzione siriana il 15 marzo 2011. La rete ha detto che "il regime siriano sta portando avanti campagne di arresti dall'inizio della rivoluzione siriana. In un primo momento, prendendo di mira i capi della rivolta popolare, per poi includere chiunque sia collegato, anche solo lontanamente alla rivoluzione siriana o a qualsiasi altro politico , intellettuale, media o attività umanitaria volta a beneficio della rivoluzione siriana". La relazione afferma che "il grande disastro è il fatto che non ci sia alcuna informazione circa il luogo in cui i siano detenuti in base a decine di testimonianze di familiari delle vittime". Il rapporto sottolinea che la sparizione forzata è una violazione del diritto umanitario consuetudinario e un crimine contro l'umanità ai sensi dell'articolo 7 dello Statuto di Roma, pari a un crimine di guerra. La rete ha anche sottolineato che ha liste di più di 110, 000 persone ancora detenute dal regime siriano e che il numero reale dei detenuti potrebbe essere il doppio, pari a circa 215.000 prigionieri. La rete ha aggiunto che lo Stato Islamico (IS) ha arrestato centinaia di persone e commesso il reato di sparizione forzata, per lo più contro gli attivisti dei media, attivisti militari o anche operatori umanitari. Una delle persone più importanti che sono scomparsi è stato Padre Paolo Dall'Oglio. La rete considera le fazioni armate di opposizione responsabili per le sparizioni forzate, in particolare contro gli attivisti civili come Razan Zeitouna, Wael Hamada e Samra Al Khalil. Il leader di SNHR, Fadel Abdulghani, ha detto che "il regime siriano non solo ha arrestato arbitrariamente decine di migliaia di civili, ma li detiene in località segrete, perpetrando allo stesso tempo diversi crimini. I prigionieri devono essere detenuti in luoghi pubblicamente noti che hanno standard umanitari, e sono sotto la supervisione del governo che dovrebbe essere responsabile per la loro vita e sicurezza. Il governo dovrebbe anche assicurarsi che i prigionieri non vengano torturati a morte. Qualora le autorità siriane si rifiutino di dare informazioni sui detenuti e i loro luoghi di detenzione, allora sono in flagranza del reato di sparizione forzata." La rete ha raccomandato che le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza emettano una risoluzione vincolante, che costringa le autorità siriane a rilasciare tutti i detenuti. https://www.middleeastmonitor.com
85,000 persons forcibly disappeared in Syrian prisons The Syrian Network for Human Rights, SNHR has issued a report marking the international day of the victims of enforced disappearances saying the Syrian regime's forces are holding at least 85,000 people since the outbreak of the Syrian revolution on March 15, 2011. The network said "the Syrian regime have been carrying out arrest campaigns since the beginning of the Syrian revolution. They targeted the leaders of the popular uprising at first before expanding to include anyone connected or related, even remotely to the Syrian revolution or any other political, intellectual, media or humanitarian activities aiming to benefit the Syrian revolution". The report stated that "the great disaster is the fact that there is not any information about the whereabouts of those detainees according to tens of testimonies of victims' families". The report pointed out that enforced disappearance is a violation of customary humanitarian law and a crime against humanity according to Article 7 of the Rome Statute, amounting to a war crime. The network also pointed out that it has lists of more than 110, 000 people still being detained by the Syrian regime and that the real number of detainees could be double, amounting to nearly 215, 000 prisoners. The network said the Islamic State (IS) has arrested hundreds of people and committed the crime of enforced disappearance, mostly against media activists, military activists or even relief workers. One of the most notable individuals that have been disappeared was Father Paolo Dall'Oglio. The network held the armed opposition factions responsible for committing enforced disappearance, most notably against civilian activists such as Razan Zeitouna, Wael Hamada and Samra Al Khalil. SNHR head, Fadel Abdulghani said "the Syrian regime has not only arbitrary arrested tens of thousands of civilians, it also keeps them in undisclosed locations perpetrating several crimes at the same time. The detainee should be kept in places that have humanitarian standards, publically known and supervised by the government who should be responsible for his life and security. They should also ensure that he is not tortured to die. If the Syrian authorities refuse to give information about the detainees and their places of detention, then they are a partner in the crime of enforced disappearance." The network recommended that the United Nations and the Security Council pass a binding resolution forcing the Syrian authorities to release all those detained.
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