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https://now.mmedia.me
March 28, 2014

Quali sono le prospettive per il regime siriano?
di Maya Gebeily

Le mosse del governo possono essere collegate alle elezioni presidenziali di luglio

Dopo la vittoria di Yabroud, l'esercito arabo siriano ha ricevuto un notevole impulso al sua morale e alla posizione strategica globale. I suoi soldati continuano a consolidare le conquiste lungo il confine siro-libanese, con gli occhi fissi sulle battaglie decisive di Ghouta,  Aleppo,  e,  più di recente, Latakia. Ma gli analisti dicono che non possono far  tutto da soli.

Rimangono domande circa la capacità del regime di tenere effettivamente i territori che conquista. Dallo scorso anno, l'ASA ha avuto bisogno del sostegno delle Forze di Difesa Nazionale, dei comitati popolari locali, e di altre milizie sciite per mantenere con successo la terra riconquistata ai ribelli. Una fonte libanese che segue Hezbollah e le operazioni di regime da vicino, ha detto a Now Lebanon che Hezbollah, dopo aver aiutato le forze governative a riconquistare una data regione, è sempre più riluttante a lasciare che le forze ASA controllino in modo indipendente il territorio. "I soldati sono noti per il saccheggio, la vendita di cose, e per essere corrotti" ha detto la fonte. "Sempre più spesso, hanno lasciato le milizie sciite controllare il territorio dopo l'acquisizione."

Dopo aver sconfitto le forze ribelli in Yabroud, il regime e i suoi alleati stanno continuando a sgombrare i villaggi circostanti, tra cui Flita e Rankous, dove i ribelli si sono rifugiati. Questi movimenti potrebbero aiutare il regime a riprendere il controllo completo sopra l'autostrada Damasco - Homs, un importante percorso strategico per loro che collega la capitale al nord della Siria, e ad ovest fino alla costa del Mediterraneo.

Ma i movimenti non sono stati limitati al lato siriano del confine. Subito dopo l'acquisizione di Yabroud, gli aerei del regime hanno condotto raid aerei sulla città di Arsal nella regione orientale della Beqaa Valley del Libano. Una fonte della sicurezza basata nella zona ha detto che il regime "vuole disperatamente evitare che i ribelli si ritirino ad Arsal", e quindi blocchino il confine con il Libano, permettendo a presunti ribelli in fuga di attraversare il confine.

Anche Arsal può essere trasformata in un nuovo fronte di scontri, anche se non basta ancora. "C'è sempre la pesante probabilità che ci saranno altri scontri con ribelli e le forze locali nella zona di Arsal", Phillip Smyth, un ricercatore e analista presso l'Università del Maryland, ha detto a NOW.

Hezbollah ha spesso sottolineato la città di confine in gran parte sunnita come punto di ingresso per le autobombe che sono detonate nel quartiere Dahiyeh di Beirut dallo scorso luglio, e sarebbe probabilmente una vittoria strategica per il gruppo, spegnere completamente la capacità di Arsal di sostenere i ribelli. "Tuttavia, è anche importante valutare la riluttanza generale di Hezbollah di condurre operazioni all'interno del Libano" ha aggiunto Smyth .

In Siria, dicono gli analisti, il prossimo grande passo per il regime e i suoi alleati sarà probabilmente la conquista di Ghouta, una zona di quartieri circostanti Damasco, sito del famigerato attacco con armi chimiche dello scorso agosto. Secondo la fonte della sicurezza, i ribelli hanno resistito in Ghouta utilizzando una strategia di guerra asimmetrica e cercando di non riunirsi in grandi numeri in modo da evitare grandi attacchi del regime. Ma la continua minaccia che rappresentano per la capitale siriana potrebbe spingere le forze di Assad a dare priorità alla loro rimozione.

"Est Ghouta sarebbe una progressione naturale per Hezbollah, insieme ad altri combattenti stranieri anch’essi islamisti sciiti, con l'esercito siriano e le Forze di Difesa Nazionale, di sfruttare il loro vantaggio post-Yabroud in quella zona" ha detto Smyth.

Ma ciò che è importante notare, aggiunge Smyth, è che "non sarebbe corretto dire che Hezbollah e i suoi alleati possono concentrarsi solo su un area di operazione alla volta" La milizia è stata attivamente coinvolta in Aleppo, con i media open-source sempre più attenti al fronte fin dall'inizio del 2014. Fonti dei media di regime hanno riorientato l'attenzione sulla provincia settentrionale, apparentemente dall'inizio degli scontri tra la maggior parte dei gruppi ribelli e l'estremista Stato Islamico dell'Iraq e al- Sham.

Tuttavia, con la nuova offensiva dei ribelli a Latakia, il regime ha dovuto affrontare una minaccia inaspettata nel cuore alawita. Gli analisti hanno detto a Now che era probabile che le forze di opposizione attaccassero la provincia nord-occidentale, nel tentativo di assottigliare e dividere le forze del regime, ma anche ottenere un importante punto di attraversamento del confine con la Turchia. Come tutto questo possa influenzare il dispiegamento di forze pro- Assad in tutto il resto del paese non è ancora chiaro.

Al di là di considerazioni di autostrade e valichi di frontiera, ci può essere un altro tocco interessante, cioè la scelta del regime dei campi di battaglia. La fonte vicina ad Hezbollah ed ai movimenti del regime ha detto a Now che le elezioni presidenziali in Siria, previste prima dell’inizio di luglio, hanno svolto un ruolo in cui le forze delle province pro Assad hanno deciso di impiefgarsi. Minacciosamente, la fonte ha detto a Now che il regime e i suoi alleati potrebbero cercare di purificare il voto scovando, in anticipo sull’apertura delle urne, molti cittadini pro-opposizione. E così come il regime si rifocalizza su Aleppo e Ghouta e cerca di combattere i ribelli a Latakia, purificare il voto potrebbe essere esattamente quello che sta cercando di fare.

"Se il regime può conquistare una parte significativa del territorio prima dell'inizio delle elezioni, allora potrà pretendere dalla comunità internazionale di essere considerato il legittimo sovrano" ha detto la fonte.


https://now.mmedia.me
March 28, 2014

What’s next for the Syrian regime?
By Maya Gebeily

Government movements may be linked to July’s presidential elections

After its win in Yabroud, the Syrian Arab Army received a significant boost to its morale and overall strategic position. Its soldiers continue to consolidate gains along the Syrian-Lebanese border, with eyes set for decisive battles in Ghouta, Aleppo, and, newly, Latakia. But analysts say they can’t do it alone.

Questions remain about the regime’s capability to actually hold the territories it takes. Since last year, the SAA has needed the support of the National Defense Forces, local popular committees, and other Shiite militias to successfully retain land it regained from rebels. One Lebanese source who follows Hezbollah and regime operations closely told NOW that Hezbollah, after helping government forces retake a given region, is increasingly reluctant to let SAA forces independently control the territory. “The soldiers are known for looting, selling things, and being corrupt,” the source said. “More and more, they let Shiite militias hold the territory after the takeover.”

After defeating rebel forces in Yabroud, the regime and its allies are continuing to clear out the surrounding villages, including Flita and Rankous, where rebels have reportedly taken refuge. These movements would help the regime regain full control over the Damascus-Homs highway, a major strategic route for them that connects the capital to Syria’s north, and west to the Mediterranean coast.

But movements have not been restricted to the Syrian side of the border. Immediately after Yabroud’s takeover, regime airplanes conducted air raids over the town of Arsal in the eastern region of Lebanon’s Beqaa Valley. A security source based in the area said that the regime “desperately wants to avoid rebels tactically withdrawing to Arsal,” and therefore sealed the border and took after alleged rebels fleeing across the Lebanese border.

Arsal itself, too, may be a new front for skirmishes, though not just yet. “There’s always the heavy chance there will be more engagements with rebel and local pro-rebel forces in the area” of Arsal, Phillip Smyth, a researcher and analyst at the University of Maryland, told NOW. Hezbollah has frequently pointed to the largely-Sunni border town as the entry point for the car bombs that have been detonating in Beirut’s Dahiyeh since last July, and it would likely be a strategic win for the group to completely shut down Arsal’s ability to support rebels. “However, it’s also important to weigh this with Hezbollah’s general reluctance to have overtly conducted operations within Lebanon,” Smyth added.

In Syria, analysts say the next “big move” for the regime and its allies will likely be Ghouta, a patch of neighborhoods surrounding Damascus and the site of last August’s infamous chemical weapons attack. According to the security source, rebels have held out in Ghouta so far by using “asymmetric warfare” and trying not to congregate in huge numbers so as to avoid major regime strikes. But the continuing threat they pose to the Syrian capital could push Assad’s forces to prioritize their removal.

“East Ghouta would be a natural progression for Hezbollah, other Shiite Islamist foreign fighter elements, along with the Syrian army and National Defense Forces to exploit their advantage post-Yabroud in that area,” said Smyth.

But what’s important to note, Smyth added, is that “it would be incorrect to say that Hezbollah and their allies can only focus on one area of operation at a time.” The militia has been actively involved in Aleppo, with open-source media increasingly publicizing the front since the beginning of 2014. Regime media sources have also refocused attention on the northern province, seemingly since the start of clashes between most rebel groups and the extremist Islamic State of Iraq and al-Sham.

However, with the renewed rebel offensive in Latakia, the regime has had to deal with an unexpected threat in the Alawite heartland. Analysts told NOW it was likely that opposition forces attacked the northwestern province in an attempt to spread regime forces thin, but they have also managed to gain an important cross-border point with Turkey. How exactly this will affect the deployment of pro-Assad forces throughout the rest of the country is still unclear.

Beyond considerations of highways and border crossings, there may be another interesting twist to the regime’s choice of battlefronts. The source familiar with Hezbollah and regime movements told NOW that Syria’s presidential elections, set to take place before July, have played a role in which provinces pro-Assad forces have decided to take on. Ominously, the source told NOW the regime and its allies may seek to “purify the vote” by driving out as many pro-opposition citizens as possible in advance of the polls. And as the regime refocuses on Aleppo and Ghouta and tries to fight off rebels in Latakia, this may be exactly what it's trying to do.

“If the regime can hold significant territory before the start of the elections, then it can claim to the international community that it’s the legitimate ruler,” the source said.

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