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martedì 2 dicembre 2014

Messaggio dell'arcivescovo maronita di Damasco in occasione dell'inizio dell'Avvento
di Samir Nassar

Arcivescovo maronita di Damasco

1) LA GLOBALIZZAZIONE DELLA GUERRA:

Questo quarto anno di guerra in Siria offre al mondo una scena caotica. Alle 85 nazionalità già presenti nei combattimenti, si aggiunge una coalizione di 30 paesi che non fanno altro che espandere la violenza e la morte con il "fine" della lotta al terrorismo.

Questa potente macchina da guerra ha scelto il Medio Oriente come luogo per una terza guerra mondiale? "Una guerra non ferma mai una guerra", ha detto Papa Francesco, il 7 settembre, 2013. Le popolazioni colpite sono oggetto di violenza in nome di Dio.

2) Oltre lo STATO ISLAMICO:

Il 10 giugno 2014 (battaglia di Mosul in Iraq) è nato un nuovo conflitto internazionale. Il sentimento religioso islamico ha attraversato i confini della guerra, dei paesi e delle persone, confondendo le battaglie e conflitti.

 Lo 'Stato Islamico' può perdere la guerra, ma per quanto riguarda la scuola islamica di pensiero che innesca la reazione dei musulmani nel mondo?  Come fare a spiegare questa realtà, analizzare i problemi e cercare di comprendere  e interagire con essi? 

Questa  nuova fonte di preoccupazione per le minoranze del Vicino Oriente è una sfida importante per il dialogo interreligioso, e  per la tolleranza tra i popoli e le religioni.

 La politica di "nascondere la testa sotto la sabbia" non risolve nulla in materia di rapporti con l'islam

3) EROI DELLA FEDE:

I cristiani d’Oriente,  una minoranza che  vive in  un pericoloso crocevia, stanno lottando per prendere la strada della testimonianza. L'ascesa del fanatismo, l'insicurezza, la carenza e limitazioni di ogni genere minacciano la loro presenza e riducono la loro speranza.

 Nonostante questo clima di tensione, il piccolo gregge di fedeli esprime una fede incrollabile, coraggiosa e ferma. Un nuovo rapporto con Dio si afferma nella preghiera silenziosa davanti al Santissimo Sacramento. Hanno il rosario in mano e sono radicati nella loro Chiesa, essi rimangono in solidarietà con i poveri e con una lunga litania dei martiri,  seme di cristiani. 

Questi eroi della fede sono la forza della Chiesa e l'orizzonte della speranza.

4) NATALE IN SOLITUDINE:

Le strade che portano in Giordania, Iraq e Turchia sono chiuse a causa dei combattimenti. L'unica via di fuga che era aperta, fino allo scorso mese di ottobre, era la strada per il Libano. Il Libano, un piccolo paese saturo di un milione e mezzo di profughi siriani, ha cominciato a chiudere le frontiere con la Siria, permettendo l’accesso solo ai casi di emergenza.

Così i nostri fedeli di Damasco si sentono isolati, condannati a vivere in pericolo, e a morire nel loro "buco"  tagliati fuori dai loro parenti e amici che già vivono in Libano. Questa solitudine aggiunge all'angoscia  l'amara esperienza del freddo inverno, la triste sensazione dell' abbandono.

Un Natale solitario attraversa la Siria.

I nostri vicini non ci vogliono mentre noi diamo il benvenuto a tutti i profughi del Vicino Oriente. 

I nostri fedeli trascorrono la loro festa di Natale nel freddo gelido del loro "presepe domestico" affidandosi al calore della loro fede sotto lo sguardo tenero della Sacra Famiglia.

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