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Al-Monitor Week in Review
Monday, August 18, 2014

I cristiani dimenticati di Aleppo

Mentre la situazione disastrosa degli Yazidi dell'Iraq ha provocato un intervento militare degli Usa contro lo Stato islamico e una copertura mediatica senza sosta, i cristiani di Aleppo temono di rimanere vittime dimenticate della guerra di Siria.

Mentre le forze governative siriane si preparano per quello che potrebbe essere una battaglia decisiva contro i gruppi armati in Aleppo, Edward Dark riferisce che per i cristiani di Aleppo, "un nuovo tipo di paura permea questa antica e profondamente radicata comunità. Il genocidio e la pulizia etnica sono minacce molto reali che infestano la coscienza collettiva dei cristiani di Siria. Il terribile destino che ha colpito i loro correligionari di là del confine a Mosul ha spinto queste nuove paure in un modo piuttosto schietto e spaventoso."

La maggior parte dei cristiani in Siria hanno cercato di rimanere neutrali nella guerra civile di tre anni, ma scoprono che, a prescindere dal loro carattere politico, rimangono degli obiettivi: "Non tutti i cristiani di Aleppo sostengono il regime; Infatti, un gran numero di loro non lo sostengono, ma altrettanto significativo è il fatto che non troverete nessuno che sostenga i ribelli. Il recente e ripetuto bombardamento ribelle della Chiesa Siro Cattolica, un grande e iconico edificio nel cuore della vecchia comunità cristiana ad Azizeh, è visto da molti come un chiaro messaggio da parte dei ribelli, rivelatore delle loro vere intenzioni verso la comunità cristiana."

La situazione dei cristiani della Siria è una crisi dei diritti umani di proporzioni storiche.

L’International Religious Freedom Report del Dipartimento di Stato Usa per il 2013, pubblicato il mese scorso, osserva: "In Siria, come in gran parte del Medio Oriente, la presenza cristiana sta diventando l'ombra di se stessa. Dopo tre anni di guerra civile, centinaia di migliaia sono fuggiti dal paese disperati, per sfuggire alle violenze in corso perpetrate dal governo come anche dai gruppi estremisti. Nella città di Homs il numero dei cristiani si è ridotto ad un minimo di 1000 da circa 160.000 di prima del conflitto."

Nel frattempo, Mohammed al-Khatieb riferisce che per molti dei residenti di Aleppo, l'elettricità è diventata un lusso.

"La situazione ad Aleppo è complicata, perchè la provincia è divisa tra il regime, i ribelli e lo Stato islamico, con ognuna delle fazioni che controlla solo una parte della rete elettrica. La principale fonte di energia elettrica utilizzata ad Aleppo veniva dalla centrale termica nella campagna orientale, che è ora fuori servizio dal giugno 2013 a causa di malfunzionamenti causati dalle furiose battaglie che si sono svolte lì intorno. L'impianto è attualmente sotto il controllo dello Stato Islamico … Aleppo riceve energia elettrica attraverso la linea di Zorba, che è una linea alternativa proviente dalla regione centrale. Sia il regime che i ribelli controllano parti di questa. Quindi, qualsiasi interruzione praticata da ogni parte contro l'altra sarà trattata con reciprocità, vale a dire, un'interruzione di energia elettrica per tutti gli abitanti di Aleppo."


Al-Monitor Week in Review
Monday, August 18, 2014

Aleppo’s forgotten Christians

While the dire situation of Iraq’s Yazidis provoked US military intervention against the Islamic State (IS) and nonstop media coverage, Aleppo’s Christians fear they are the war’s forgotten victims.

As Syrian government forces prepare for what may be a decisive battle against armed groups in Aleppo, Edward Dark reports that for Aleppo’s Christians, “fear of a new kind permeates this ancient and deeply rooted community. Genocide and ethnic cleansing are very real threats that haunt the collective conscience of Syria’s Christians. The terrible fate that befell their co-religionists across the border in Mosul has driven these points home in a rather blunt and frightening way.”

Most Christians in Syria have attempted to remain neutral in the three-year civil war, yet they find that, regardless of their political affiliations, they remain targets:

"Not all Christians in Aleppo support the regime; in fact, a large number of them do not, but equally significant is that you won’t find any that support the rebels, either. The recent repeated rebel shelling of the Syriac Catholic Church, a large and iconic building in the heart of the old Christian community at Azizeh, is seen by many as a clear message by the rebels, revealing their true intent toward their community.”

The plight of Syria’s Christians is a human rights crisis of historic proportions.

The State Department’s International Religious Freedom Report for 2013, released last month, notes: “In Syria, as in much of the Middle East, the Christian presence is becoming a shadow of its former self. After three years of civil war, hundreds of thousands fled the country desperate to escape the ongoing violence perpetrated by the government and extremist groups alike. In the city of Homs the number of Christians dwindled to as few as 1,000 from approximately 160,000 prior to the conflict.”

Meanwhile, for many of Aleppo’s residents, electricity has become a “luxury,” reports Mohammed al-Khatieb:

"The situation in Aleppo is complicated as the province is divided between the regime, the rebels and the Islamic State (IS), with each party controlling part of the electrical grid. Aleppo’s main source of electricity used to be the thermal power plant in the eastern countryside, which has been out of service since June 2013 due to malfunctions caused by the battles raging around it. The plant is currently under the control of IS.

"Aleppo receives electricity through the Zorba line, which is an alternative line coming from the central region. Both the regime and the rebels control parts of it. Thus, any outage practiced by any party against the other will be treated with reciprocity, i.e., an electricity outage for all of Aleppo."

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