InfoPal. La punizione collettiva israeliana contro i palestinesi continua: 37 nuovi sequestri. 471 in 11 giorni. Non si ferma la punizione collettiva israeliana contro la popolazione palestinese, con la giustificazione della scomparsa dei tre giovani coloni israeliani: per l’11° giorno consecutivo, la campagna di incursioni e arresti di massa in Cisgiordania ha portato al sequestro di decine di palestinesi. 37 sono stati arrestati nella notte tra domenica e lunedì, durante 80 incursioni, portando a 471 il numero totale di cittadini arrestati. Le forze israeliane hanno condotto una ricerca nelle case di Nablus e nel campo profughi di Balata, e sequestrato 5 cittadini. Incursioni sono avvenute anche nel campo di Askar. Diverse abitazioni sono state distrutte e gli interni di altre gravemente danneggiati. A Betlemme, i soldati hanno confiscato computer e telecamere di sorveglianza da un negozio di cambio, danneggiando la cassaforte, nel tentativo di aprirla. A Hebron, hanno assaltato quattro case di cambio, confiscando computer e telecamere. Anche Jenin e Beit Awwa sono state oggetto di attacchi israeliani. Abu Dis, a Gerusalemme Est, e altri sobborghi della Città Santa, sono stati assaltati, portando all’arresto di 18 palestinesi. I militari hanno preso di mira anche le associazioni caritatevoli e leader di Hamas. Con il pretesto della ricerca dei tre coloni scomparsi giovedì 12 giugno dall’insediamento di Gush Etzion, in territorio palestinese sotto totale controllo di Israele, il governo sionista sta conducendo una brutale campagna di repressione contro la popolazione palestinese, bombardando giornalmente la Striscia di Gaza e assaltando la Cisgiordania. 471 palestinesi, tra cui 11 parlamentari, sono stati sequestrati dalle truppe di occupazione in oltre 400 incursioni contro abitazioni, scuole, scuole, associazioni, università e altre istituzioni, secondo i dati forniti dall’Olp. Israele ha intensificato il numero di check-point e chiuso intere aree, imprigionando a cielo aperto decine di migliaia di persone. Negli 11 giorni di “ricerca”, cinque palestinesi sono stati uccisi dalle forze di occupazione, tra cui due domenica. L’accusa rivolta dal governo israeliano a Hamas per la scomparsa-rapimento dei tre giovani coloni appare sempre più un pretesto, una scusa creata ad hoc per attaccare il movimento di resistenza islamica e il governo di coalizione nazionale palestinese insediato di recente, dopo anni di conflitti interni. Parallelamente, nessun gruppo ha rivendicato il presunto sequestro dei tre israeliani, né sono state diffuse notizie più chiare, ma, misteriosamente, il generale Motti Almoz, portavoce dell’esercito israeliano, secondo quanto riporta il sito di Maan, ha affermato domenica che essi sono “vivi“. Se sono vivi e l’esercito ne è informato, significa che ci sono buoni contatti. Con chi? Dove?
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