Fonte: BADIL
http://www.palestinarossa.it/
14 Maggio 2014

Una Nakba in corso da 66 anni – Il diritto al ritorno è un diritto nazionale e inalienabile

A ridosso della 66esima commemorazione della Nakba, il movimento per la liberazione della Palestina è allo sbando: i partiti politici sono divisi, l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina è inefficiente, l'Autorità palestinese dipende da donatori stranieri ognuno con la propria agenda ed una strategia nazionale collettiva è assente. Le istituzioni non adempiono ai loro obiettivi e la capacità di mobilitazione tra i palestinesi si è sgretolata.

Questi elementi offrono l'opportunità per al regime israeliano di imporre unilateralmente “fatti sul terreno” e il suo avvocato, gli Stati Uniti, danno forza ad una soluzione politica ingiusta. Entrambi gli sviluppi minano il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi - il fulcro della causa palestinese.

Israele nega il diritto al ritorno alle case d'origine a 7,4 milioni di rifugiati palestinesi e sfollati. Nel frattempo Israele si sforza per mantenere i rifugiati palestinesi in esilio e la sua leadership esige sempre il riconoscimento internazionale dello Stato di Israele come stato ebraico (esclusivo). Mentre i negoziati di Oslo vacillano Israele tenta di legittimare “scambi di territori”, l'annessione dell'Area C e il controllo delle risorse naturali, in particolare dell'acqua potabile. Inoltre Israele continua ad espellere i palestinesi in particolare nelle zone della Striscia di Gaza, Valle del Giordano, Gerusalemme Est e la Naqab.

Di conseguenza i palestinesi vivono sotto controllo militare in Cisgiordania, sotto assedio nella Striscia di Gaza, sotto una discriminazione istituzionalizzata sia in Israele sia a Gerusalemme Est e in condizioni strazianti in esilio.

I palestinesi che in precedenza hanno cercato rifugio in Siria stanno vivendo una catastrofe multipla. Essi stanno subendo la guerra, ulteriori sfollamenti e la distruzione della loro vita a Yarmouk, Nierab, Sit Sainab, Khan Al Shiekh, Dar'a e in altre località di tutta la Siria dove risiedevano i profughi palestinesi. I palestinesi doppiamente sfollati in altri paesi, tra cui Libano, Giordania, Turchia ed Egitto vivono un'ulteriore umiliazione e condizioni insopportabili che portano molti palestinesi a tentare la fuga per mare - un atto disperato che ha causato la morte di centinaia di profughi palestinesi e la scomparsa di molti di essi senza un riconoscimento pubblico.

66 anni di continuo esilio insegnano al popolo palestinese un saldo ritorno ai principi fondamentali di giustizia e uguaglianza e a riporre la fiducia nei palestinesi di tutto il mondo piuttosto che nelle incapaci istituzioni internazionali palestinesi. Questa epoca esige un ritorno alle origini.

Noi, le organizzazioni firmatarie, affermiamo quanto segue:

1.             Dopo 66 anni di spostamento mirato e voluto dal regime israeliano il 66 per cento dei palestinesi è profugo o sfollata. Sia in linea di principio che nella pratica il diritto al ritorno è una condizione necessaria per raggiungere l'autodeterminazione del corpo politico palestinese frammentato ed esiliato.
 

2.             Il Diritto Internazionale conferisce ai rifugiati palestinesi il diritto al ritorno volontario alle loro case, al restauro delle loro proprietà e al risarcimento. Questo diritto inalienabile non è oggetto di negoziazione, baratto, rinuncia o decadenza
 

3.             I Profughi palestinesi preservano il Diritto al Ritorno collettivamente e individualmente. Il diritto si realizza solo quando un individuo è in grado di esercitare la sua libera scelta
 

4.             La Risoluzione 181 delle Nazioni Unite (1947) che prevede la divisione della Palestina in due stati ha portato alla cacciata di 750.000-900.000 palestinesi. Così la comunità internazionale ha tradotto la propria responsabilità fornendo protezione internazionale legale e fisica, assistenza umanitaria e consentendo il diritto al ritorno alle case d'origine per tutti i rifugiati e profughi palestinesi attraverso la risoluzione dell'Assemblea Generale 194 (1948) e la risoluzione del Consiglio di Sicurezza 237 (1967)
 

5.             L'eroica resilienza del popolo palestinese e la sua resistenza alla negazione israeliana del diritto al ritorno, allo spostamento continuo dei palestinesi e all'assenza di protezione internazionale richiede che un ente come l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina sia autenticamente rappresentativa ed inclusiva.

Con il desiderio di libertà e di liberazione, sosteniamo la rappresentanza palestinese e una protezione internazionale olistica e ci opponiamo a qualunque tentativo che tenti di sminuire i diritti dei rifugiati.  

Firmato dalle seguenti organizzazioni, istituzioni e realtà:

BADIL Resource Center for Palestinian Residency and Refugee Rights
Occupied Palestine and Syrian Golan Heights Advocacy Initiative (OPGAI)
Defence for Children International - Palestine
Addameer Prisoner Support and Human Rights Association
Center for Defense of Liberties and Civil Rights "Hurryyat"
Popular Struggling Coordination Committee (PSCC)
Palestinian Grassroots Anti-apartheid Wall Campaign (Stop the Wall)
Kairos Palestine
Civic Coalition for Palestinian Rights in Jerusalem
Union of Health Work Committees
Al-Mezan Center for Human Rights
Golan for development
Alternative Information Center
Alternative Tourism Group
Joint Advocacy Initiative
Land Research Center (LCR)
Palestine land Society
Environmental Education Center
The Palestinian Center of Youth Action for Community Development (LAYLAC)
Lajee Center, Aida Refugee Camp
Popular Committee for Refugees, Qalqeliah
Popular Committee for Refugees, Salfit
Social Youth Center, Aqbat Jaber Refugee Camp
Social Youth Center, Aida Refugee Camp
Muntada Al-Tawasol Association, Gaza
Shoruq Association, Dhiesheh Refugee Camp
Ansar Center, Walajeh
Ibda’a for the Development of Children Capacity, Dhiesheh Refugee Camp
Al- Rowwad Center, Aida Refugee Camp
International Women's Peace Service/ Palestine
International Organization for the Elimination of All Forms of Racial Discrimination (EAFORD)
Union of Arab Jurists- Geneva
General Arab Women Federation
Housing and Land Rights Network/ Habitat International Coalition
International Youth and Students Movement at the UN
Mouvement contre le racisme et pour l’amitié entre les peuples (MRAP)
Association Latino-Américaine Nueva Utopía
Geneva International Centre for Justice
Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel- Spain
Red Solidaria contra la Ocupación de Palestina (RESCOP) –Spain
Asociacion Palestina Biladi- Spain
Slovenia Solidarity Committee- Slovenia
Boycott, Divestment and Sanctions Movement- Slovenia
Greece Committee for the Right of Return- Greece
Association of Tunisians in Switzerland- Switzerland
Tamkeen-Arab Group- Switzerland
Association Belgo-Palestinienne- Belgium
Palestina Solidariteit- Belgium
Friends of Al-Aqsa- United Kingdom
Boycott Divestment and Sanctions Italia- Italy
Palestina Rossa- Italy
Fronte Palestina- Italy
Rete di Solidarieta’ con la Palestina – Milano - Italy
Friends of Sabeel - Sacramento Region- United States of America
Palestinian Association of Stockholm- Sweden
Committee for Fair Peace in the Middle East (CPJP) - Luxembourg
Finnish-Arab Friendship Society- Finland
French Jewish Union for Peace (UJFP) - France
Nederlands Palestina Committee (NPK)- the Netherlands
Palästinensische Gemeinde Deutschland (PGD) e.V.- Germany
Palästinensische Gemeinde Bonn e.V.- Germany
Boycott Divestment and Sanctions Group Bonn - Germany
Baladna - Association for Arab Youth - Palestine
 

top