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sabato 2 agosto 2014

Fraintendere Hamas.

Il coinvolgimento di Qatar e Turchia nei tentativi di colloqui indiretti sembra dire che non si sia capito dove stia Hamas.

La lettura corrente è sbagliata? Forse sì. Il peso che la Turchia ha su Hamas, il valore dello scontro con l'Egitto e la qualità della relazione tra il politburo di Hamas e la famiglia reale del Qatar non sembrano la chiave giusta per capire dove stia oggi Hamas. 

Dove stava il quartier generale di Hamas fino al 2012? A Damasco, succursale araba della capitale iraniana. Poi la rottura, quando Assad, e i suoi amici, sembravano destinati a soccombere nella partita siriana. Così però non è stato e Hamas ha cominciato un lento e inequivocabile cammino di "pentimento", il ritorno a casa, cioè nell'asse della resistenza guidato dall'Iran e con maggior precisione dai pasdaran. 

La chiave di volta è stata la formazione del governo di unità nazionale palestinese, scelta fraintesa. Hamas non gettava la spugna della battaglia, piuttosto gettava la spugna del governo, ad Abu Mazen, e riprendeva il suo cammino "popolar-resistenziale". 

Proprio a maggio il tradimento da parte del leader di Hamas è stato "perdonato", con l'incontro tra lo stesso e il vice ministro degli esteri iraniano, avvenuto nell'amica Doha. Guarda caso, erano i proprio i giorni in cui il papa si recava in Terra Santa. Dunque Meshaal era perdonato, ma non ancora riabilitato, le porte di Tehran per Meshaal ancora non erano porte a riaprirsi. Però.. 

Poi la guerra e le parole lusinghiere di Nasrallah, precedute da quelle del capo di Hamas di Libano. E Nasrallah è il dominus arabo dell'asse della resistenza guidato dai pasdaran. 

Ora Hamas ottiene numerose citazioni da Tehran, che però indicano chiaramente come Hamas non sia più la "figlia prediletta" a Gaza: riabilitata sì, però sempre indicata alla guida dell'asse della resistenza insieme al Jihad islamico, scomodo partner che Hamas non ha mai accettato come suo parigrado, ma che ora deve trangugiare come tale, per ordine superiore. 

Se a guidare Hamas sarà ancora Meshaal o i suoi alti gradi militari, che hanno rapporti diretti con i pasdaran, non è chiaro. Quel che sembra chiaro è che Hamas è tornata a casa, cioè nella squadra diretta del capo dei pasdaran, Soleimani.

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