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https://www.middleeastmonitor.com La visita proibita Sin dalla firma del trattato di pace tra Egitto e Israele nel 1979, la posizione della Chiesa copta sotto Papa Shenouda III è stata che "non ci saranno visite a Gerusalemme sotto l'occupazione in nessuna circostanza … Anzi, non dovrebbero esserci entrate in Palestina con un visto israeliano e non ci sarà nessun viaggio a Gerusalemme se non con i nostri fratelli musulmani dopo che l’abbiamo liberata." Questa è stata la decisione nazionale adottata dalla chiesa Copta, che decise di punire i trasgressori, impedendo loro di prendere la comunione, che è uno dei sette sacramenti per i cristiani copti. Quando Papa Shenouda scomparve è stato questo particolare atteggiamento ad essere evidenziato in tutti i necrologi scritti in suo onore, in quanto simboleggiava il suo nazionalismo e l’autentico senso di identità egiziana. Questa posizione nazionalista da parte della chiesa serve come risposta a tutti coloro che hanno messo in discussione l’appartenenze e la fedeltà dei cristiani egiziani sulla base del fatto che essi condividono con gli ebrei l'Antico Testamento come un libro sacro, in cui si afferma che il Signore ha promesso la terra di Palestina agli ebrei. Molti scettici hanno usato questa convinzione disinformante come giustificazione per l'esclusione dei loro fratelli cristiani egiziani da posizioni legate alla sicurezza nazionale dell'Egitto, citando la possibilità che la loro lealtà nazionale potesse entrare in conflitto con le loro credenze religiose. Gli scettici della lealtà dei copti basavano le loro presunzioni sugli atti di un piccolo gruppo di persone, come il copto espatriato Morris Sadek, che inviava lettere a Israele mendicando di unirsi ai copti per la liberazione Egitto, dallinvasione arabo-islamica, come era stato fatto nello stato sionista. Nonostante questo, tali dubbi svaniranno alla fine a causa della forza di unità nazionale egiziana e del solido e incrollabile assetto della Chiesa copta di rifiutare di normalizzare le relazioni con Israele, anche se ha pagato un prezzo pesante per questa posizione durante il governo del presidente Anwar Sadat. Si deve anche ricordare che la Chiesa copta ha rifiutato in modo assoluto di riconoscere una interpretazione dogmatica e sionista della Bibbia . Tuttavia, con la notizia di questa settimana che, durante la celebrazione della Pasqua e della Settimana Santa, ci saranno i viaggi religiosi per i cristiani d'Egitto nella Gerusalemme occupata, molti hanno cercato di utilizzare l’occasione per mettere in discussione la posizione dei copti nei confronti di Israele. La Chiesa copta ha annunciato il suo rifiuto di eventuali visite nella Gerusalemme occupata prima della sua liberazione e ha avvertito che avrebbe imposto sanzioni a tutti coloro che avessero violato il divieto della Chiesa. Questo ci porta a chiedere chi organizza questi viaggi a Gerusalemme, e perché, soprattutto in questo momento? È forse un tentativo di provocare una nuova spaccatura nella società o infiammare la discordia esistente? Quali che siano le risposte, tale situazione deve essere affrontata con fermezza. Dobbiamo sostenere la Chiesa egiziana e la sua posizione incrollabile nel proibire tali viaggi nella città occupata. Tutti i trasgressori, siano essi cristiani o musulmani, devono essere scoperti e condannati. https://www.middleeastmonitor.com The forbidden visit Ever since the signing of the Egypt-Israel Peace Treaty in 1979 it has been the position of the Coptic Church under Pope Shenouda III that, "There will be no visits to Jerusalem under the occupation under any circumstance." Indeed, that there should be, "No entry into Palestine with an Israeli visa" and, "There will be no trips to Jerusalem unless we go with our Muslim brothers after we have liberated it." This was the national decision taken by the church, which decided to punish anyone who violated it by preventing them from taking communion, which is one of the seven sacraments for Coptic Christians. When Pope Shenouda passed away it was this particular stance that was highlighted in all of the obituaries written in his honour, as it symbolised his nationalism and authentic sense of Egyptian identity. This nationalistic stance on the part of the church serves as a response to all those who have questioned the affiliations and loyalties of Egyptian Christians on the basis that they share with the Jews the Old Testament as a holy book, in which it is stated that the Lord promised the land of Palestine to the Jews. Many sceptics used this misinformed belief as a justification for the exclusion of their Egyptian Christian brothers from positions linked to Egypt's national security, citing the possibility that their national loyalties may conflict with their religious beliefs. Doubters of Coptic loyalties based their presumptions on the acts of a small group of people, such as the Coptic expatriate Morris Sadek, who sent letters to Israel begging it to join the Copts in liberating Egypt from an Arab-Islamic invasion, similar to what had been done in the Zionist state. Despite this, such doubts will fade away eventually because of the strength of Egyptian national unity and the Coptic Church's solid and unwavering stance of refusing to normalise relations with Israel even though it paid a heavy price for this position during President Anwar Sadat's rule. One must also mention that the Coptic Church completely refused to acknowledge a dogmatic and Zionist interpretation of the Bible. However, with the news this week that there will be religious trips for Christians from Egypt to occupied Jerusalem in celebration of Easter and Holy Week, many have tried to use the development as an excuse to question the Copts' position towards Israel. The Coptic Church announced its rejection of any visits to occupied Jerusalem before its liberation and warned that it would impose penalties on all who violate the Church's ban. This leads us to ask who is organising these trips to Jerusalem, and why, especially at this moment in time? Is this an attempt to cause a new rift in society or inflame the existing discord? Whatever the answers are, this situation must be dealt with firmly. We must support the Egyptian Church's firm and unwavering stance in forbidding such trips to the occupied city. All violators, whether Christian or Muslim, must be exposed and condemned.
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