domenica 28 dicembre 2014 Marciamo per la pace a Vicenza, un territorio al confine dello spazio e del tempo A Voi, con sincera onestà intellettuale, un contributo per la marcia per la Pace a Vicenza. Un amico vicentino conosciuto durante una manifestazione del 2008 mi ha informato dell’iniziativa di fine anno, mi ha fornito interessanti notizie sulla situazione e mi ha dato molti riferimenti internet. Ho navigato per alcune serate: Vicenza è un caso-studio, e la marcia per la pace è un'occasione, sperando pure di poter fare qualche giretto extra in alcuni luoghi di cui mi ha parlato, anzi sarebbe valsa la pena organizzare per chi disponibile un “tour” il primo dell'anno. Senza voler dare giudizi di merito voglio riportare stralci di informazioni tratti da internet. Vicenza è una Città bellissima e -nel contempo- una delle più militarizzate d’Europa: com’è possibile questa contraddizione? C’è stato il Palladio ed il riconoscimento UNESCO, e c’è pure stata una classe politica illuminata e lungimirante, intellettuali che già nel 1200 avevano attivato l’embrione di una università, emigrata poi a Padova perchè “turbava” la tranquillità del luogo. Vicenza non ha mai avuto un ceppo nobiliare capace d’emergere ma tante famiglie orgogliose finendo così, di volta in volta, sotto il controllo delle forti Città vicine, Verona, Padova, Estensi, Ezzelini ed infine la Repubblica di Venezia. Vicenza ha sempre reagito fieramente al dominio straniero tanto da guadagnarsi nelle vicende del risorgimento -unica in Italia- due medaglie d’oro al valore militare. Nel 1938 ci fu persino un accordo tra Mussolini ed Hitler per l’uso della base Pluto e Dal Molin, ma verso la fine della guerra proprio sui monti del vicentino sorsero le prime formazioni partigiane del NordEst. Poi una nuova classe politica, favorita dalle gerarchie ecclesiali e guidata da Mariano Rumor, primo Presidente delle ACLI vicentine e per oltre un quarantennio con numerosi incarichi di Governo, si ebbe una incredibile ricostruzione. E l’attuale Vescovo negli auguri natalizi si dichiara giustamente fiero perchè la Diocesi è espressione di serietà, impegno e fatica, è una chiesa che ha una dimensione universale, accanto agli 800 missionari vicentini sparsi per il mondo ci sono ben 13 Vescovi nativi (8 religiosi e 5 diocesani) e 3 Cardinali con importanti incarichi in Vaticano. Vicenza, con la sua provincia fu etichetta la “sacrestia d’Italia”, e negli anni fu una fucina di obiettori, un forte nucleo di “preti operai”, culla di movimenti pacifisti … ed è su questi presupposti che venne fornito rilevante apporto al Movimento No Dal Molin assieme a Comitati di quartiere e Centri sociali dispiegando una resistenza che produsse risonanza mondiale: a Stoccolma per contestare il Nobel per la Pace conferito ad Obama, al Pentagono ed alla Casa Bianca, a Bruxelles, a Parigi presso l’Unesco, ecc. Vicenza quindi, riconosciuta come Città UNESCO "per la sua armonia architettonica improntata agli alti valori umani e culturali ispiratrice di sentimenti pacifici...", motivazioni del riconoscimento, queste, che fortemente stridevano con l'urbanistica militare per cui onestamente il Movimento giunse a porre la questione della incompatibilità: "con la base Dal Molin Vicenza perde i requisiti per mantenere il riconoscimento UNESCO". Una Città in fase di forte rilancio turistico, dove la Basilica Palladiana è stata iscritta nel registro dei Monumenti Nazionali, ed il Sindaco all’inaugurazione della terza grande mostra, presenti 250 giornalisti da tutta Italia, dice "La presenza così numerosa della stampa nazionale dimostra tutto l'interesse del mondo della comunicazione verso il percorso intrapreso con coraggio in questi ultimi anni ... mi aspetto soprattutto due cose: che guardando i capolavori tutti i visitatori, dai bambini ai meno giovani, provino emozioni che li aiutino a vivere meglio e che la nostra città, capitale di un nuovo Rinascimento, diventi sempre di più l'esempio di come la cultura possa coniugarsi felicemente con l'economia...la Basilica, edificio simbolo delle architetture palladiane, rappresenta anche la ritrovata vocazione di Vicenza a ripensare il proprio sviluppo in un'ottica innovativa... Vicenza capoluogo di una provincia fortemente produttiva, oggi la città sta dimostrando come, pur in un periodo di crisi, l'investimento in cultura, creatività, attrattività rappresenti il modo migliore per costruire nuove opportunità di sviluppo per un intero territorio". E' da considerare che Vicenza già oggi è ai primissimi posti per capacità produttiva ed esportazione, in settori di nicchia come l'oreficeria e meccanica, fino a qualche anno fa si tenevano persino le fiere del lusso. Ed a Vicenza ci sono sedi universitarie di Padova e Verona, economicamente sponsorizzate dalle Categorie Economiche con eccellenze formative nella meccatronica e nella ingegneria gestionale, ... nel contermine Comune di Altavlla c'è pure il CUOA! "La Fondazione CUOA è una scuola di management, che svolge attività di formazione e sviluppo della cultura imprenditoriale e manageriale: è oggi tra le prime business school in Italia". Ma anche la TAV è in arrivo, qui sovviene lo "sblocca Italia" con progetti di mitigazione e compensazione che si aggirano dai 1.000 ai 1.500 milioni di Euro: due nuove stazioni, una ad Ovest ed una ad Est al posto di quella attuale, con i binari in galleria sotto la città per vari chilometri, poi, ci sarà un tunnel sotto i Colli Berici con canale scolmatore ed una strada di circonvallazione, filobus elettrici e parcheggi. Il senso del discorso: siamo di fronte ad un territorio, una Città, dove non si sa come valutare i due profili "il civile ed il militare" una Città dove entrambe le situazioni radicalmente estremizzate sono al top. Una osservazione ancora, sinora si è temuto l'aspetto militare per il ricongiungimento della 173° Brigata, 4.000 paracadutisti d'assalto. Cerchiamo in internet: Coespu e Gendarmeria Europea con sede alla Caserma Chinotto, ovviamente sempre in centro a Vicenza. Due programmi militari, esperienze innovative di Polizia internazionale, che sono completamente da decifrare ... e pochi, a Vicenza ne parlano. Ecco perchè credo che Vicenza possa ben costituire caso di studio, e oserei affermare, senza che nessun pacifista me ne voglia: aspetti troppo sottovalutati, incomprensibilmente sottovalutati. Ci sarà qualcuno tra i partecipanti al convegno, che potrà dire qualcosa in merito? Giovanni
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