da infoaut.org
22 febbraio 2014 at 22:26
La grande giornata di lotta in tutta Italia!
Una straordinaria giornata di lotta e mobilitazione ha attraversato il paese per dire no alla criminalizzazione delle lotte sociali, chiedere l’immediata liberazione di Chiara, Claudio Niccolò e Mattia e degli altri compagni ancora detenuti ai domiciliari, del movimento Notav ma anche degli altri movimenti colpiti nelle ultime settimane da operazioni giudiziarie quanto mai “creative”, come il movimento di lotta per la casa di Roma e i Precari Bros di Napoli.
“Terrorismo”, “rapina”, “estorsione”… la lingua biforcuta del Potere deturpa il linguaggio per legittimare e continuare la devastazione dei territori. Le migliaia di persone che oggi sono scese in piazza, hanno dimostrato che una parte consistente del paese non accetta di essere messa in un angolo e che si parli per lei. Ecco allora le assunzioni di responsabilità dei 3000 che a Chiomonte hanno gridato “siamo tutti terroristi”, con un Alberto Perino che spiegava ad uno stupito operatore Rai la Differenza che corre tra “terrorismo” e “sabotaggio”. La voce off sul servizio del Tg3 deve ammettere che né a Chiomonte né a Torino si trova nessuno disposto a prendere le distanze da quelli che tutt* percepiamo come legittimi atti di resistenza.
A Torino la manifestazione più grossa: 5000 persone hanno attraversato le vie del centro scortati da un imponente dispiegamento di truppe anti-sommossa, mobilitate per impedire che il corteo raggiungesse gli obiettivi ritenuti sensibili: la stazione di Porta nuova e la sede di Ltf. La stampa locale cerca di minimizzare e parla di 2000 persone a Chiomonte e un migliaio a Torino (quando la testa del corteo girava in via Madama Cristina la coda era ancora in piazza Castello). Il problema è chiaramente politico e non si può ammettere che oggi il movimento no tav, nella città di Chiamparino e Agnelli mobilita meglio e più di qualunque partito o sindacato.
Colpiva soprattutto l’eterogeneità della composizione: mamme coi passeggini, giovani, anziani, appartenenze molteplici e cani sciolti, uomini e donne consapevoli che intorno a questa partita si gioca qualcosa in più di un semplice buco in una montagna. E ben consci che sul processo contro Niccolò, Mattia e Claudio si gioca un po’ anche della possibilità futura di tutti e tutte di continuare a battersi per un futuro migliore e una vita degna di essere vissuta.
A Pozzolo, in val Scrivia, 500 persone del fronte contro il Tav Terzo Valico hanno divelto le reti del costruendo cantiere. Centinaia rilanciavano il messaggio in una piazza di Genova.
A Modena sono scesi in piazza i comitati che lottano contro la gestione PD-dina del post-terremoto, a Mestre è stato reso gratuito il transito autostradale, tanti modi per denunciare lo spreco del denaro pubblico e indicare forme di resistenza alla crisi.
Le manifestazioni sono state tante e partecipate in tutta Italia, A Roma la giornata di solidarietà si incrociava col ricordo dell’antifascista Valerio Verbano e della sua madre, preziosa custode di una memoria sociale antifascista della città di Roma. Un migliaio di persone ha attraversato il quartiere del Tufello. Tanti anche a Napoli, per ribadire la più completa e totale solidarietà coi dieci disoccupati arrestati la scorsa settimana.
Centinaia di persone a Milano, in un corteo che si è concluso alle porte dell’Expo, sanzionando banche e i cancelli che recintano la più grande area sequestrata d’Italia, per garantire il nuovo spreco che si abbatterà sul territorio e le casse pubbliche. Più di 300 persone a Pisa in un corteo che collegava la solidarietà alla valle con la locale battaglia per il reddito e la dignità; altrettante a Firenze. Più di 500 a Caltanisetta in un corteo indetto dai No muos; centinaia anche a Bari, Brescia, Livorno, nelle provincia piemontese, veneta e toscana.
Non riusciamo ancora ad avere una stima esatta e complessiva di tutte le iniziative ma sappiamo che sono state tante e partecipate. A tutta questa gente siamo pronti a scommetterci Renzi ha ben poco da vendere!
Quella di oggi è stata una generosa giornata di lotta. Un buon auspicio in direzione del prossimo 15 marzo, quando si tratterà di riaffermare la legittimità delle lotte sociali e la necessità di difendere tutti gli imputati del 15 ottobre.
Ma la prospettiva di questa battaglia, come il no tav insegna ormai da tempo, travalica i confini nazionale e getta per davvero i semi di una futura Europa delle lotte ancora tutta da costruire. Mentre terminiamo queste righe, apprendiamo che un corteo di solidarietà si è svolto anche ad Atene e che a Notre -Dame-des-Landes la polizia ha scagliato lacrimogeni e idranti contro gli zadisti che si avvicinavano alla zona rossa, in quella che si annunciava da tempo come grossa manifestazione contro il mega-aeroporto per ricchi.
Non sappiamo quanto sarà lunga, sappiamo che sarà dura ma dopo giornate come quella di oggi sappiamo altrettanto bene che questo movimento, e tutti quelli che gli camminano a fianco, non molleranno mai e non smetteranno di mettersi di traverso per impedire lo scempio dei territori e la messa all’asta delle nostre vite
22 febbraio 2014 at 22:26
La grande giornata di lotta in tutta Italia!
Una straordinaria giornata di lotta e mobilitazione ha attraversato il paese per dire no alla criminalizzazione delle lotte sociali, chiedere l’immediata liberazione di Chiara, Claudio Niccolò e Mattia e degli altri compagni ancora detenuti ai domiciliari, del movimento Notav ma anche degli altri movimenti colpiti nelle ultime settimane da operazioni giudiziarie quanto mai “creative”, come il movimento di lotta per la casa di Roma e i Precari Bros di Napoli.
“Terrorismo”, “rapina”, “estorsione”… la lingua biforcuta del Potere deturpa il linguaggio per legittimare e continuare la devastazione dei territori. Le migliaia di persone che oggi sono scese in piazza, hanno dimostrato che una parte consistente del paese non accetta di essere messa in un angolo e che si parli per lei. Ecco allora le assunzioni di responsabilità dei 3000 che a Chiomonte hanno gridato “siamo tutti terroristi”, con un Alberto Perino che spiegava ad uno stupito operatore Rai la Differenza che corre tra “terrorismo” e “sabotaggio”. La voce off sul servizio del Tg3 deve ammettere che né a Chiomonte né a Torino si trova nessuno disposto a prendere le distanze da quelli che tutt* percepiamo come legittimi atti di resistenza.
A Torino la manifestazione più grossa: 5000 persone hanno attraversato le vie del centro scortati da un imponente dispiegamento di truppe anti-sommossa, mobilitate per impedire che il corteo raggiungesse gli obiettivi ritenuti sensibili: la stazione di Porta nuova e la sede di Ltf. La stampa locale cerca di minimizzare e parla di 2000 persone a Chiomonte e un migliaio a Torino (quando la testa del corteo girava in via Madama Cristina la coda era ancora in piazza Castello). Il problema è chiaramente politico e non si può ammettere che oggi il movimento no tav, nella città di Chiamparino e Agnelli mobilita meglio e più di qualunque partito o sindacato.
Colpiva soprattutto l’eterogeneità della composizione: mamme coi passeggini, giovani, anziani, appartenenze molteplici e cani sciolti, uomini e donne consapevoli che intorno a questa partita si gioca qualcosa in più di un semplice buco in una montagna. E ben consci che sul processo contro Niccolò, Mattia e Claudio si gioca un po’ anche della possibilità futura di tutti e tutte di continuare a battersi per un futuro migliore e una vita degna di essere vissuta.
A Pozzolo, in val Scrivia, 500 persone del fronte contro il Tav Terzo Valico hanno divelto le reti del costruendo cantiere. Centinaia rilanciavano il messaggio in una piazza di Genova.
A Modena sono scesi in piazza i comitati che lottano contro la gestione PD-dina del post-terremoto, a Mestre è stato reso gratuito il transito autostradale, tanti modi per denunciare lo spreco del denaro pubblico e indicare forme di resistenza alla crisi.
Le manifestazioni sono state tante e partecipate in tutta Italia, A Roma la giornata di solidarietà si incrociava col ricordo dell’antifascista Valerio Verbano e della sua madre, preziosa custode di una memoria sociale antifascista della città di Roma. Un migliaio di persone ha attraversato il quartiere del Tufello. Tanti anche a Napoli, per ribadire la più completa e totale solidarietà coi dieci disoccupati arrestati la scorsa settimana.
Centinaia di persone a Milano, in un corteo che si è concluso alle porte dell’Expo, sanzionando banche e i cancelli che recintano la più grande area sequestrata d’Italia, per garantire il nuovo spreco che si abbatterà sul territorio e le casse pubbliche. Più di 300 persone a Pisa in un corteo che collegava la solidarietà alla valle con la locale battaglia per il reddito e la dignità; altrettante a Firenze. Più di 500 a Caltanisetta in un corteo indetto dai No muos; centinaia anche a Bari, Brescia, Livorno, nelle provincia piemontese, veneta e toscana.
Non riusciamo ancora ad avere una stima esatta e complessiva di tutte le iniziative ma sappiamo che sono state tante e partecipate. A tutta questa gente siamo pronti a scommetterci Renzi ha ben poco da vendere!
Quella di oggi è stata una generosa giornata di lotta. Un buon auspicio in direzione del prossimo 15 marzo, quando si tratterà di riaffermare la legittimità delle lotte sociali e la necessità di difendere tutti gli imputati del 15 ottobre.
Ma la prospettiva di questa battaglia, come il no tav insegna ormai da tempo, travalica i confini nazionale e getta per davvero i semi di una futura Europa delle lotte ancora tutta da costruire. Mentre terminiamo queste righe, apprendiamo che un corteo di solidarietà si è svolto anche ad Atene e che a Notre -Dame-des-Landes la polizia ha scagliato lacrimogeni e idranti contro gli zadisti che si avvicinavano alla zona rossa, in quella che si annunciava da tempo come grossa manifestazione contro il mega-aeroporto per ricchi.
Non sappiamo quanto sarà lunga, sappiamo che sarà dura ma dopo giornate come quella di oggi sappiamo altrettanto bene che questo movimento, e tutti quelli che gli camminano a fianco, non molleranno mai e non smetteranno di mettersi di traverso per impedire lo scempio dei territori e la messa all’asta delle nostre vite