La nonviolenza è in cammino. Sembra ieri: in ricordo di Bernhard Haering e Alexander Langer Il 3 luglio ricorre l’anniversario della scomparsa di due dei nostri maggiori maestri: Bernhard Häring ed Alexander Langer. Il primo come abbiamo più volte ricordato è stato un grande teologo morale, luminoso costruttore di pace, uno dei più acuti pensatori della nonviolenza. Era nato nel 1912 in Germania, allievo di Romano Guardini, prese parte al Concilio Vaticano II, per un quarantennio fu docente di teologia morale all’Accademia Alfonsiana di Roma (ma anche visiting professor in università di tutto il mondo). E’ deceduto nel 1998. La sua vasta e preziosa bibliografia resta un punto di riferimento per ogni persona di volontà buona impegnata per la pace e i diritti di tutti gli esseri umani. Il secondo, un indimenticabile amico e compagno di lotte, era nato a Sterzing (Vipiteno) nel 1946, ed è deceduto nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l’ambiente, la nonviolenza. Per una sommaria descrizione della vita così intensa e delle scelte così generose di Langer rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista “Belfagor” nel 1986. Una bella raccolta di suoi scritti è Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; su di lui si legga il bel libro di Fabio Levi, In viaggio con Alex, Feltrinelli, Milano 2007. Si veda Ho conosciuto Häring solo leggendo i suoi libri (ed attraverso il colloquio fraterno con alcuni suoi antichi allievi): ed i ragionamenti e le parole di questo teologo cristiano e cattolico a me ateo leopardiano e marxista molto hanno insegnato, e con tutto il cuore ho condiviso il suo impegno per la nonviolenza come chiave di volta dell’agire necessario: da tradizioni culturali diverse si giunge alle stesse conclusioni riguardo ai doveri che una persona che vuol esser decente sente propri dinanzi all’ingiustizia e al dolore degli altri. Ad Alex mi ha legato un’amicizia profonda, solare e generosa da parte sua che era un’autorevole personalità pubblica di prestigio internazionale - quanto imbarazzata e pressoché afasica da parte mia che ero e sono restato un “vir absconditus” tormentato dai dubbi sulle modalità del mio essere-nel-mondo talché quando una volta volle coinvolgermi visibilmente in una bella e necessaria iniziativa (che poi divenne giustamente famosa) promossa da lui e da altre personalità di gran nome e valore non seppi dire di sì non sentendomi a mio agio in sì eletta compagnia e preferendo restarne un sostenitore nell’ombra. In questo 3 luglio in cui ricorre l’anniversario della scomparsa di entrambi, Alex Langer ancor giovane nel 1995, e Bernhard Häring assai più anziano nel 1998, guardo indietro alla mia vita ed alla fortuna grande di aver potuto alimentarmi anche della loro bontà. Di essa qui vorrei restituire una scintilla. |