http://italian.ruvr.ru Le bombe atomiche USA destabilizzano l’Europa Il Pentagono programma di rinnovare il potenziale nucleare tattico americano dislocato in Europa. Stando alla maggioranza degli esperti, ciò può silurare la sicurezza nel contimente, che già senza questo vive un periodo difficile. Secondo i dati forniti dalla stampa tedesca, si tratta delle nuove bombe atomiche di cui saranno dotati i caccia Tornado delle forze aeree tedesche ed italiane, nonché i caccia multimpiego F-16 di altri paesi europei. Il riequipaggiamento include il rinnovamento del software degli aerei. La messa in dotazione delle bombe completamente pronte all’impiego è prevista per il 2020. Per questo programma devono essere spesi in tutto circa 10 miliardi di dollari, ancora 154 milioni saranno destinati alla garanzia della sicurezza delle basi nucleari in Europa. Esistono alcuni motivi di tali azioni degli americani, ritiene Dmitrij Danilov, vice capo del dipartimento della sicurezza europea dell’Istituto di studi sull’Europa presso l’Accademia delle scienze della Russia: - Il primo motivo è l’intenzione di dimostrare la serietà della presenza militare americana in Europa e offrire le garanzie militari americane nelle condizioni in cui sono cresciute le difficoltà tra Russia ed Occidente nella sfera politico-militare. Un altro possibile motivo è spingere in qualche modo la Russia e i suoi partner europei all’attivizzazione del processo negoziale per il controllo delle armi tattiche. E, ovviamente, ci sono anche motivi tecnico-militari. Altra cosa è in che misura gli USA sono pronti ad investire risorse rilevanti nel rinnovamento delle armi nucleari in Europa in condizioni di accresciuta instabilità politica. Non porterà questo all’aumento dell’instabilità? Il riequipaggiamento delle forze nucleari americane in Europa non rappresenta un fatto straordinario. Tutti gli armamenti devono venire ammodernati e rinnovati. Ma tutti capiscono il legame di quanto avviene con la crisi in Crimea. Il retroscena politico è evidente. Il riequipaggiamento è diretto contro la Russia, dice con convinzione Konstantin Sivkov, primo vicepresidente dell’Accademia dei problemi geopolitici: Come si scopre la Russia non può essere intimorita sul piano economico, in quanto in seguito a ciò l’Europa starebbe peggio. La Russia possiede un potenziale nucleare tattico abbastanza potente e un potente potenziale strategico. Per uguagliare il potenziale europeo a quello russo gli americani portano bombe in Europa. In questa situazione la Russia dovrebbe cessare urgentemente la riduzione delle armi nucleari e realizzare provvedimenti per il ripristino del proprio potenziale nucleare fino al livello precedente le condizioni del Trattato START ed accrescere il potenziale nucleare tattico dalle esistenti 3,5 mila testate su vettori fino a 4-5 mila. In questo caso all’Europa è riservato il ruolo del territorio per la conduzione della guerra. Gli europei sono sotto il controllo degli USA. Gli europei stessi non ne hanno bisogno, mentre agli amerivani l’escalation è proprio necessaria. Gli USA costringono l’Europa ad accettare le armi nucleari. Ciò dimostra, in sostanza, che gli USA si preparano alla guerra contro la Russia. Si può capire chi sia l’avversario potenziale degli americani in base alla distanza di volo dei vettori delle nuove bombe atomiche. La distanza di volo effettiva degli aerei F-16 è un po’ superiore a tremila chilometri. A tale distanza dalle basi aeree europee si trova un solo stato non membro del blocco della NATO, dice Dmitrij Danilov. È logico supporre che esista come prima la programamzione militare nei confronti della Russia. È noto che nei loro ragionamenti i militari usano sempre le categorie dei peggiori dei possibili scenari. Le due macchine belliche esistenti in Europa Russia e NATO tengono inevitabilmente conto l’una dell’altra. Paesi membri della NATO come la Polonia, gli stati baltici e quelli del Nord Europa parlano della conservazione e persino dell’aumento dell’importanza della concezione della difesa collettiva. Dopo il summit della NATO svoltosi a Lisbona è diventato ovvio che l’alleanza sia pronta a confermare questa sua funzione. La presenza nucleare americana in Europa costituisce una parte molto importanza di questa concezione. Ma ci sono anche altri stati della NATO che considerano invecchiata tale politica e chiedono di rivedere la presenza nucleare americana in Europa. Gli europei non hanno accesso al bottone rosso e non partecipano all’adozione delle decisioni di vitale importanza. La scelta tra la vita e la morte è fatta per loro dagli americani, i quali si trovano però troppo lontano per sentire su di sé l’importanza fondamentale della questione.
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