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Domenica, 03 Agosto 2014

No Muos. Devastato il presidio alla vigilia del campeggio di lotta e manifestazione

 Nel pomeriggio di sabato 2 agosto, alla luce del sole, il Presidio permanente NO MUOS di Niscemi è stato saccheggiato; ogni oggetto e suppellettile presente dentro la baracca è stato distrutto o reso inservibile. Il vile gesto vandalico rappresenta un chiaro messaggio intimidatorio verso il movimento NO MUOS che si accinge a dare vita al campeggio resistente e alla manifestazione del 9 agosto, e si aggiunge agli altri fin troppo chiari segnali arrivati in queste settimane: dai fogli di via a 29 attivisti, cui è stato proibito di entrare nel territorio di Niscemi, al rifiuto apposto al percorso della manifestazione del 9 dentro la Sughereta, al continuo stillicidio di denunce e convocazioni per attivisti rei di aver preso parte a manifestazioni e iniziative diversi mesi fa.

È evidente che la mobilitazione in atto a Niscemi e in Sicilia fa paura; dal governo americano a quello italiano temono che la spinta dal basso della popolazione e dei comitati possa ulteriormente ostacolare il completamento del programma MUOS, specie in un momento in cui spirano venti di guerra da Nord, da Est e da Sud (Ucraina, Palestina, Libia) in cui gli interessi militaristici USA e italiani sono strettamente coinvolti.

Per questo, azioni repressive “legali” e “illegali” vedono protagonisti magistratura, forze di polizia e manovalanza malavitosa, unite dal comune obiettivo di spianare la strada all’invasore americano, e di mettere a tacere con ogni mezzo l’opposizione che da anni resiste in contrada Ulmo e in paese ad uno dei più potenti progetti bellici che abbia mai interessato il territorio italiano.

Stranamente l’atto distruttivo del Presidio permanente si è svolto senza che le numerose telecamere e gli altri strumenti di intercettazione ambientale, abbondantemente disseminati dalle forze di polizia attorno alla struttura resistente, abbiano notato nulla. A ognuno di trarre le proprie conclusioni.

Al movimento NO MUOS il dovere di rispondere adeguatamente, di continuare la battaglia, di organizzare al meglio il campeggio di lotta dal 6 al 12 agosto e la manifestazione di giorno 9. Ogni atto repressivo, ogni provocazione, ogni intimidazione ci conferma di essere nel giusto e ci rafforza nella convinzione di portare sino in fondo questa lotta, fino allo smantellamento del MUOS e della base NRTF, per una Sicilia senza basi di morte, per un mondo senza guerra.

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