A pochi giorni dall’inizio del campeggio NO MUOS a Niscemi e della manifestazione del 9 agosto le Istituzioni garanti dell’ordine pubblico e della giustizia fanno sentire la loro voce. Ben 29 misure cautelari ad attivisti: divieto di dimora a Niscemi.
Sarà nostra cura cercare negli archivi della storia se la Giustizia ha mai utilizzato così tanta prevenzione verso quelle categorie di soggetti che possono permettersi il lusso di fare lavori in territorio italiano (seppur in una base USA) senza certificato antimafia e senza che nessuna procura, nessuna questura intervenga nonostante le denunce dei cittadini.
Questa è l’Italia delle riforme. Questa è l’Italia dei “vincenti” ma, come ha scritto tanti anni fa un mio amico: “La storia dei perdenti potrebbe sembrare inadeguata in momenti storici in cui si celebra la società della apparenza e del successo.
Ma è la storia ad insegnare che si può essere perdenti senza essere mai vinti. Che il cammino della storia è un cammino di civiltà solo per la ostinazione dei perdenti; mentre i tanti "vincenti" della storia quasi mai hanno raggiunto e raccolto la pienezza della vittoria. Il potere, raggiunto e conservato con la violenza e la ferocia più ignobili, non ha spesso resistito ai rovesci di una storia che conserva tutta la sua profonda ironia per le smanie ed i desideri di onnipotenza di piccoli uomini.”
Ecco! Noi siamo i perdenti. Noi siamo coloro che “alterano” il fluire dei piani del potere. Siamo coloro che mentre la maggioranza dei cittadini italiani sta ad osservare la morte della democrazia dietro ad un televisore noi non ci rassegniamo. Perché saremmo “vinti” solo se ci arrendessimo. Saremmo “vinti” solo se ritenessimo normale uccidere le persone e chiamare questi eccidi effetti collaterali; saremmo “vinti” se facessimo finta di non sapere a cosa servono i Droni a non sapere che chi sta bombardando Gaza anche con armi italiane sta commettendo un atto criminale. Non uccide solo chi preme il grilletto ma chi asseconda, chi tace sull’evidenza. “Non in mio nome” gridava un ragazzo Israeliano-Statunitense. “Non in mio nome” gridavano quei manifestanti il 9 agosto del 2013.
E fa uno strano effetto leggere in uno di questi atti il seguente periodo: “Al corteo (quello del 9 agosto 2013, ndr) prendevano parte circa 2000 persone, fra cui numerosi appartenenti ai movimenti “NO-MUOS” ed antagonisti provenienti dai vari centri sociali, non solo siciliani. Sono stati notati alcuni soggetti con cartelli e manifesti relativi ai Movimenti “No-TAV”; “No-DAL MOLIN”; “NO-RADAR Sardegna”; “NO-DISCARICHE”; “NO-PONTE”; “NO-TRIV” ed all’Associazione “Rita Atria”.
A Parte che siamo una Associazione Antimafie e quindi quando ci citano almeno dovrebbero farlo per intero&hellip ma dove sono finiti i nomi di tutti gli altri striscioni? I nomi dei Sindaci e dei comuni che esponevano il gonfalone? E gli scout? Anche loro pericolosi sovversivi?
Allora suona molto da elenco preso in un archivio piuttosto che da una descrizione puntuale dei fatti. L’Associazione Antimafie “Rita Atria” è sempre stata orgogliosa di questa battaglia per la libertà e vogliamo invitare le forze dell’ordine e la magistratura ad esercitare un atto di trasparenza e a mettere un nome accanto a quello dell’associazione: Nadia Furnari. E sì. Quella che pur facendo da soggetto interlocutore tra attivisti e forze dell’ordine, è stata denunciata da questi ultimi. Pur entrando in base con l’accordo delle forze dell’ordine, è stata denunciata per ingresso in base&hellip certo, non ci volevano chissà quali indagini visto che si trovava nella macchina della Digos di Caltanissetta.
Quest’anno l’Associazione co-fondata dalla sottoscritta, compie 20 anni. Venti anni di “Fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità” (Paolo Borsellino).
Ho voluto scrivere questo comunicato in prima persona perché in quei verbali, in quelle relazioni è scritto il mio nome. Vado orgogliosa di far parte della storia della Resistenza italiana e di essere accanto a quei movimenti che in questo Paese ormai alla deriva sono rimasti gli unici, per me, a difendere la Democrazia e le libertà individuali. Perché un Paese solerte nel reprime chi invece dovrebbe essere insignito della medaglia al valore civile per il tentativo di fermare a mani nude uno strumento di morte, è un Paese senza speranza. E’ un paese di burattinai.
Ma se esistono i burattinai è perché il mercato dei burattini è florido. Se tutto questo può accadere è perché ha vinto la rassegnazione e l’ignoranza. Hanno distrutto la speranza &hellip e mentre la distruggevano e la continuano a distruggere&hellip c’è chi sta alla finestra a guardare riprendendo la scena con il proprio I-Phone&hellip
E&hellip non credo che ci siano parole più belle del mio amico e compagno di lotte Mario Ciancarella per chiudere non un comunicato stampa ma un documento politico che arricchirà le preziose cartellette dei solerti controllori dell’ordine sociale.
“Potrebbe sembrarci lontano ed insignificante quello che scrissero con tanta serena dignità e forza - senza nascondere nè le paure, nè la amarezza, umanissime - i tanti condannati a morte della Resistenza, di ogni ceto sociale e di ogni livello culturale.
Ma può essere utile pensare che, se ogni goccia compie con fedeltà il suo percorso, è indubbio che le gocce finiranno per incontrarsi e diverranno sorgente e poi ruscello e poi fiume ed infine mare. Tutto questo non è poesia ma la Legge fondamentale della Vita, immutabile. Dove essa viene tradita tutto diviene arido ed infecondo. Questa semplice certezza è stata la pelle ed il sangue di ciascuno di noi. La sofferenza e la consapevolezza di "aver perso" non possono mutare il giudizio finale: "E' impossibile pentirsi"."
Nadia Furnari
Ass. Antimafie “Rita Atria” &hellip accanto a tutti i movimenti che dicono NO ai progetti di morte e di distruzione e SI all’autodeterminazione dei popoli e SI al diritto alla VITA! Ass. Antimafie "Rita Atria" orgogliosamente accanto ai "NO MUOS", “No-TAV”; “No-DAL MOLIN”; “NO-RADAR Sardegna”; “NO-DISCARICHE”; “NO-PONTE”; “NO-TRIV”
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