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20-02-14 - n. 487

Conflitto di interessi per l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare: più della metà degli "esperti" legati all'industria agro-alimentare

Traduzione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

A chi giova l'Unione europea? Lo scandalo dell'autorizzazione dell'UE all'organismi geneticamente modificati [ogm] del gruppo americano Pioneer, come i conflitti di interesse all'interno dell'Agenzia per la sicurezza alimentare, sono illuminanti: la UE giova ai monopoli industriali ed è avversa ai popoli.

Il "pasto infelice", rapporto della Ong europea Corporate Watch mette i piedi nel piatto, creando disagio tra gli zelanti fautori dell'Unione europea, rivelando il segreto di pulcinella: le agenzie "indipendenti" sono sotto l'influenza dell'industria agro-alimentare.

L'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (AESA) gioca un ruolo cruciale per la nostra salute: è lei che certifica la sperimentazione di nuovi prodotti alimentari, o quelli già presenti sul mercato, attestandone la natura sana e innocua per la nostra salute.

Tra i prodotti testati, vi sono additivi, conservanti, coloranti, pesticidi, ogm, materie plastiche,  mangimi ed altri prodotti chimici che ritroviamo nei nostri piatti!

122 dei 209 "esperti europei" sono legati al settore alimentare

L'AESA dovrebbe preservare la sua indipendenza dal potere degli industriali. Tuttavia, è vero il contrario: secondo la succitata ONG, 122 dei 209 esperti (59%) impiegati dall'Agenzia hanno conflitti di interesse con i produttori dell'agro-alimentare!

L'Agenzia è consapevole di queste contraddizioni interne. Nel 2012, ha rinnovato l'80% dei suoi esperti associati, bocciando 85 candidati per "conflitti di interesse dichiarati", ma l'infiltrazione della lobby dell'industria agro-alimentare nel mondo scientifico è tale che la misura non è sufficiente.

Come notano gli autori del rapporto, la definizione di "conflitto di interessi", secondo l'EASA, è molto restrittiva, limitata ai casi evidenti di corruzione, al conflitto diretto nella ricerca per il settore privato in un dominio preciso nel quale siano chiamati ad esprimersi gli "esperti" dell'Agenzia.

Tuttavia, come rileva l'ONG del rapporto, il potere di influenza delle multinazionali nel business agro-alimentare è più indiretto, avvalendosi della collaborazione degli "esperti" in gruppi di lavoro, conferenze, istituti, fondazioni, progetti pubblico-privato di ricerca in cui sono necessari nuovi paradigmi, una cultura comune, una mentalità imprenditoriale.

La ricerca è ora in gran parte finanziata dal settore privato nell'Unione europea. Peggio ancora, il "Programma quadro", creato dalla UE a sostegno della ricerca (50 miliardi di € per il periodo 2007-2013) coinvolge per un terzo aziende private.

Le fondazioni, gli istituti sotto il controllo dei grandi gruppi privati - gli stessi che favoriscono la legge Fioraso nel mondo universitario - sono attivi nell'esercitare la sorveglianza nell'ambito della ricerca pubblica, attrarre nella propria orbita le "agenzie indipendenti".

L'EASA sotto l'influenza di un think-tank creato da Coca-Cola, Heinz e Kraft: viva la salute alimentare!

Il rapporto illustra un esempio lampante: l'International Life Sciences Institute (ILSI) coinvolge non meno di 30 esperti dell'AESA.

L'ILSI è stata fondata nel 1978 da Coca-Cola, Heinz, Kraft, General Foods, Procter and Gamble. E' finanziata dalle multinazionali del settore alimentare, della chimica e della farmaceutica al fine di esercitare pressione sugli organismi di controllo, le agenzie pubbliche.

Così, tra il 1983 e il 1998, ha aiutato l'industria del tabacco per combattere i tentativi di regolamentazione pubblica. Lavora, secondo le sue parole "per riunire scienziati, governi, industria e settore pubblico in uno spirito di collaborazione".

Tra i 30 esperti che partecipano all'ILSI troviamo, in qualità di direttore scientifico ed esecutivo, Diana Banati, membro del consiglio direttivo dell'AESA (!); Juliane Kleiner, nuovo Direttore Strategico dell'EASA, reclutato nel 2004 all'unità contro le contaminazioni era fino a quella data... consulente scientifico per ILSI!

Non mancano altri casi: Peter Farmer, membro del comitato sui contaminanti nella catena alimentare ha lavorato per l'Istituto della Salute e delle Scienze Ambientali dell'ILSI; Roland Franz, membro del gruppo di lavoro sui materiali e gli enzimi in contatto con gli alimenti (CEF) ha collaborato a tre iniziative sponsorizzate dall'ILSI.

L'Agenzia è stretta nelle sue contraddizioni. Alan Boobis, membro del Comitato direttivo europeo dell'ILSI, era membro del gruppo sui contaminanti nei prodotti alimentari tra il 2009 e il 2012. L'Agenzia ha rifiutato la sua candidatura al Comitato Scientifico, a causa del suo conflitto di interessi. Senza rancore per Boobis che ha ripreso il suo posto all'ILSI.

L'ILSI Europa - una cosiddetta organizzazione privata non-profit (sic) - collabora direttamente a dei progetti dell'UE come EURRECA ("Armonizzazione delle raccomandazioni nutrizionali in Europa"), interamente finanziato dalla UE per la somma di 13 milioni di €, ma coordinato dall'ILSI.

Conflitto di interessi? La collaborazione con i monopoli dell'agro-alimentare ha mille sfaccettature

Sarebbe noioso dettagliare i conflitti di interesse di ciascuno dei 122 "esperti" in questione. Alex Bach, membro del gruppo di esperti scientifici sugli additivi e materiali utilizzati nei mangimi (FEEDAP), cumula da solo 24 conflitti di interesse!

I conflitti di interesse si rivelano ancora più vividi al livello di direzione. Nove dei dieci presidenti dei gruppi di esperti hanno conflitti di interesse, 14 dei 21 vicepresidenti.

La collaborazione con i monopoli dell'agro-alimentare assume forme più o meno sottili.

Se il famoso Alex Bach ha dovuto dimettersi nel 2013, a causa del simultaneo conflitto in 24 casi, la sua attività dichiarata di consulente per l'Associazione dei Produttori di soia statunitensi dal 2006, non aveva precedentemente sollevato opposizione.

Per contro, Marina Heinonen, del gruppo sui prodotti dietetici, la nutrizione e le allergie (NDA), ha dichiarato quattro fonti private per la ricerca sui polifenoli - i gruppi Kiantama, Valio, Mildola e Raisio - senza patire conseguenze.

Questa collaborazione implica il controllo sulle università pubbliche, che vedono svilupparsi i centri di ricerca al servizio delle aziende private

L'EASA ha dovuto licenziare nel 2013 Josep Gasa, esperto di nutrizione animale, coordinatore scientifico dello SNIBA dell'Università di Barcellona, istituto le cui ricerche sugli additivi alimentari sono finanziate da aziende private.

Le OSA (organizzazioni per la sicurezza alimentare) su cui si appoggia l'AESA, sono censite come ONG di interesse pubblico, ma comprendono parti privatizzate delle università.

E' il caso del PRI (Plant Research International), integrato nell'Università di Agraria di Wageningen, nei Paesi Bassi, che include Syngenta e Bayer tra i suoi clienti. Oppure dell'Università Cattolica del Sacro Cuore in Italia, il cui centro di ricerca OPERA funziona grazie a Bayer, Syngenta, Dow e BASF.

Le "società scientifiche", censite di interesse pubblico e nelle quali lavorano la maggior parte degli esperti dell'Agenzia, sono infiltrate dai grandi monopoli

Così, la British Toxicology Society riceve donazioni da GlaxoSmithKline, AstraZeneca, Roche, aziende farmaceutiche, Johnson Matthey, azienda chimica, Unilever, monopolio dell'agro-alimentare e Syngenta, colosso della bio-tecnologia.

E' noto che la Società Internazionale di regolazione Tossicologica e Farmaceutica (ISRTP) ha ricevuto durante gli anni 2000 finanziamenti da Dow, Merck, Coca-Cola, Monsanto o dalla società del tabacco RJ Reynolds.

Non c'è molto da salvare di questa Europa che è disposta a fare qualsiasi cosa per salvare i monopoli, compreso sacrificare la salute dei propri popoli: bisogna rompere la logica dell'integrazione europea, dei monopoli, velocemente!

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