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Reuters
January/29/2014

Un Generale israeliano accusa la Turchia di ospitare combattenti legati ad al Qaeda

Alcuni dei militanti di al Qaeda che vanno a combattere in Siria hanno basi nella vicina Turchia, e possono facilmente accedere all’Europa dallo Stato membro della NATO. Il capo dell'intelligence militare israeliana ha detto il 29 gennaio.

Il Maggiore Generale Aviv Kochavi, presentando una mappa del Medio Oriente contrassegnata con aree di presenza di al Qaeda, ha detto in una conferenza sulla sicurezza che, combattenti di al Qaeda provenienti da tutto il mondo entrano in Siria ogni settimana, ma non vi rimangono.

La mappa mostra tre basi di al Qaeda all'interno della Turchia. Un portavoce del ministero degli Esteri turco non ha rilasciato commenti, ma il primo ministro Recep Tayyip Erdoğan ha ripetutamente negato che la Turchia stia fornendo rifugio o sostegno a gruppi di al Qaeda collegati con la Siria.

Kochavi ha rifiutato una richiesta di Reuters, di dare numeri specifici, ma il suo portavoce ha detto che la mappa ha mostrato la forza relativa e la posizione delle basi di al Qaeda, che sembravano essere nelle province Karaman, Osmaniye e Sanliurfa.

"La Siria sta proiettando il suo conflitto in tutta la regione. Quelle macchie sulla mappa in Turchia non sono un errore dal grafico, e sono a due passi dall’Europa", ha detto Kochavi alla conferenza organizzata dall'Istituto Nazionale per la gli studi sulla sicurezza di Tel Aviv.

Le macchie sulla mappa significanti al Qaeda in Turchia messe insieme sono circa la metà delle dimensioni della macchia nella penisola del Sinai egiziano, che Kochavi ha detto che è ormai la patria di circa 200 militanti jihadisti.

La Polizia anti terrorismo turca ha fatto irruzione negli uffici di un'agenzia di aiuti al confine con la Siria questo mese, come parte un'operazione in sei città nei confronti di persone sospettate di legami con al Qaeda.

La Turchia ha mantenuto una politica di porte aperte durante tutto il conflitto siriano, fornendo un'ancora di salvezza per le zone ribelli, consentendo aiuti umanitari, dando ai rifugiati un percorso e lasciando che il ribelle Esercito Libero Siriano si organizzasse sul suolo turco.

Ma l'ascesa dei gruppi collegati ad al Qaeda, quali Jabhat al Nusra e lo ISIS in alcune zone del nord della Siria, vicino al confine, hanno lasciato Ankara esposta alle accuse di sostenere gli islamisti radicali.


Reuters
January/29/2014

Israeli general accuses Turkey of sheltering al-Qaeda's Syria fighters

Some of the al-Qaeda militants going to fight in Syria have bases in neighbouring Turkey and can easily access Europe from the NATO member state, Israel's military intelligence chief said on Jan. 29. 

Major-General Aviv Kochavi, presenting a map of the Middle East marked with areas of al-Qaeda presence, told a security conference al-Qaeda fighters from around the world entered Syria weekly, "but they do not stay" there. 

The map showed three al-Qaeda bases inside Turkey. A spokesman for the Turkish Foreign Ministry had no immediate comment, but Prime Minister Recep Tayyip Erdoğan has repeatedly denied Turkey is providing shelter or backing to al-Qaeda-linked groups in Syria. 

Kochavi declined a request by Reuters to give specific numbers, but his spokeswoman said the map showed the relative strength and location of al-Qaeda bases, which appeared to be in the Karaman, Osmaniye and Şanlıurfa provinces. 

"Syria is projecting its conflict to the whole region. Those blotches (on the map) in Turkey are no mistake by the graphic artist and it is a short way from there into Europe," Kochavi said at the conference held by the Institute for National Security Studies in Tel Aviv. 

The spots on the map signifying al Qaeda in Turkey were together about half the size of the blotch in the Egyptian Sinai peninsula, which Kochavi said was home to about 200 Jihadi militants. 

Turkish anti-terrorist police raided the offices of an aid agency on the border with Syria this month, as part of what Turkish media said was an operation in six cities against individuals suspected of links to al Qaeda. 

Turkey has maintained an open-door policy throughout the Syrian conflict, providing a lifeline to rebel-held areas by allowing humanitarian aid in, giving refugees a route out and letting the rebel Free Syrian Army organise on its soil. 

But the rise of al-Qaeda-linked groups such as Jabhat al-Nusra and the Islamic State of Iraq and the Levant (ISIL) in parts of northern Syria near the border has left Ankara open to accusations it is lending support to radical Islamists.

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