http://www.asianews.it/ 02/05/2014 10:09 Istanbul, un primo maggio di violenze per piazza Taksim I sindacati non allineati al governo hanno cercato di raggiungere la piazza, protagonista un anno fa di proteste contro il governo Erdogan, per onorare le vittime del massacro del 1977. Il premier ha prima "invitato" i cittadini a non manifestare, e poi ha schierato 40mila poliziotti per fermarli. Circa 150 arresti e un centinaio di feriti. Istanbul (AsiaNews) - I festeggiamenti del primo maggio in Turchia sono stati caratterizzati da gravi episodi di violenza, il cui epicentro è stata la piazza Taksim oramai simbolo della contestazione contro l'arroganza e lo strapotere del premier Erdogan e del suo partito. Gli scontri sono iniziati quando migliaia di manifestanti hanno cercato di dirigersi verso la piazza, sfidando il divieto proclamato dal primo ministro nel suo consueto discorso di fine mese sullo stato della nazione. Parlando alla popolazione, Erdogan ha "invitato" i cittadini turchi a non manifestare. Nello stesso discorso, il premier si è di nuovo scagliato "contro chi vuole minare i valori sacri di questo Paese, siano essi religiosi o sociali. Queste persone saranno chiamate a rendere conto delle proprie azioni: non sono altro che uno strumento in mano ai poteri forti". Il riferimento di Erdogan era indirizzato a Fethullah Gulen, studioso islamico un tempo alleato di Erdogan e ora considerato la mente degli scandali che hanno coinvolto numerosi esponenti del governo, compreso lo stesso premier. La Turchia ha chiesto nei giorni scorsi agli Stati Uniti la sua estradizione, per costringerlo a tornare in patria e probabilmente affrontare un processo. Gli scontri di ieri sono nati dopo che i sindacati hanno cercato di commemorare le vittime del primo maggio del 1977, ovvero i 34 civili uccisi mentre celebravano la festa del lavoro proprio in piazza Taksim. Ma oramai la piazza è sinonimo di contestazione nei confronti dell'arroganza di Erdogan, che ha mobilitato le forze dell'ordine. Circa 40mila fra agenti e membri delle forze dell'ordine hanno bloccato l'accesso alla piazza, mentre il trasporto pubblico è stato paralizzato: fermando milioni di persone, le autorità hanno chiuso le strade, sospeso il servizio di traghetto sul Bosforo e blindato le stazioni della metropolitana. Tutto per impedire i movimenti della massa di manifestanti. I primi episodi di violenza sono esplosi quando la massa di manifestanti - formata dalle storiche confederazioni dei lavoratori di sinistra e da altri gruppi - ha cercato di raggiungere la piazza dal distretto di Sisli, sede del sindacato. La polizia è intervenuta con violenza usando gas lacrimogeni, pompe idrauliche e proiettili di gomma per disperdere i manifestanti. Questi hanno reagito lanciando pietre: almeno 142 persone sono state arrestate e altre 90 sono state ferite. Soltanto al sindacato Türk - Is (ovvero la Confederazione del lavoro, che si identifica storicamente con le politiche statali), è stato concesso di deporre una corona di fiori in piazza Taksim. Lo stesso sindacato ha organizzato con il permesso del governo un altro raduno in una piazza di Kantiköy, l'antica Calcedonia nella parte asiatica di Istanbul.
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