Guarda le foto: http://www.europaquotidiano.it/2014/03/12/turchia-folla-ai-funerali-del-ragazzo-martire-di-piazza-taksim/35-2/ http://www.europaquotidiano.it Turchia, folla ai funerali del ragazzo martire di piazza Taksim Berkin Elvan aveva quindici anni, ed è morto ieri dopo 269 giorni di coma
Berkin Elvan aveva quindici anni, ed è morto ieri dopo 269 giorni di coma. Un lacrimogeno sparato dalla polizia lo aveva colpito alla testa nel pieno degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine di giugno dell’anno scorso per la difesa del parco Gezi e contro il governo Erdogan. Berkin però non stava assaltando una camionetta della polizia, né lanciando pietre contro i poliziotti. Stava andando a comprare il pane per la sua famiglia. Per la sua totale innocenza è diventato subito un simbolo della protesta e della brutalità adottata dal governo per reprimerla. Così la sua morte, ieri, ha riacceso la rabbia che covava sotto cenere: cortei e manifestazioni sono ripartiti nelle più grandi città della Turchia e scontri ci sono stati nella notte ad Ankara (la capitale) e Istanbul (il più grande dei centri). Ai suoi funerali oggi a Istanbul sono accorse decine di migliaia di persone, al coro di «Tayyip assassino» e «Berkin è ovunque, dovunque c’è resistenza» hanno accompagnato il feretro, ricoperto di un telo rosso e cosparso di fiori, per le strade del suo quartiere un quartiere proletario per arrivare infine in una delle moschee Alevi. Gli Alevi sono una delle minoranze dell’islam più numerose in Turchia. A lungo perseguitate dalla maggioranza sunnita, hanno una tradizione di apertura, liberalismo e laicità (e anche per questo sono guardate con sospetto). I funerali di Berkin eletto martire della ribellione anti-Erdogan possono riaccendere le proteste in un momento delicatissimo per la Turchia, con il governo nella bufera per un clamoroso scandalo corruzione e le elezioni locali alle porte. Il primo ministro Recep Tayyip Erdogan si è scagliato contro i manifestanti, dicendo che «cercare di mettere a ferro e fuoco le strade diciotto giorni prima delle elezioni non è un atto democratico». «Mi appello ha dichirato erdogan agli impiegati delle organizzazioni, ai sindacati e alle organizzazioni non governative che stanno provocando incidenti di mostrare responsabilità. Chiunque abbia problemi dovrebbe risolverli il 30 marzo alle urne».
|