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“Perché il mondo tace sul massacro dei cristiani?”. L’appello del presidente del Congresso ebraico mondiale L’articolo di Roland S. Lauder sul New York times: «Chi difenderà i perseguitati? Perché nessuno fa niente? Noi non staremo in silenzio. Questa campagna di morte deve essere fermata» Martedì il presidente del Congresso ebraico mondiale, Roland S. Lauder (nella foto con papa Benedetto XVI), ha scritto un appello sul New York Times in difesa dei cristiani in Medio Oriente e in Africa, affinché il mondo si muova contro il massacro da parte dei fondamentalisti dell’Isis. Qui sotto una nostra traduzione di ampia parte del testo. Perché il mondo sta in silenzio mentre i Cristiani vengono massacrati in Medio Oriente e in Africa? In Europa e negli Stati Uniti abbiamo assistito a molte manifestazioni per la tragica morte dei palestinesi che sono stati usati come scudi umani da Hamas, l’organizzazione terroristica che controlla Gaza. Le Nazioni Unite hanno svolto indagini e concentrato il proprio sdegno nei confronti di Israele (…). Ma il barbaro massacro di migliaia e migliaia di Cristiani viene affrontato con relativa indifferenza. Il Medio Oriente e parte dell’Africa centrale stanno perdendo intere comunità cristiane che hanno vissuto in pace per secoli. Il gruppo terroristico Boko Haram quest’anno ha violentato e ucciso centinaia di cristiani, devastando due giorni fa la città prevalentemente cristiana di Gwoza, nello Stato di Borno, nel nordest della Nigeria. Mezzo milione di arabi cristiani sono stati cacciati dalla Siria durante gli oltre tre anni di guerra civile. I Cristiani sono stati perseguitati e uccisi in paesi che vanno dal Libano al Sudan. Gli storici potrebbero guardare indietro a questo periodo e chiedersi se la gente aveva perso la rotta. Pochi giornalisti hanno viaggiato in Iraq per testimoniare l’ondata nazista di terrore che si sta diffondendo all’interno del paese (…). I leader mondiali sembrano consumarsi in altre questioni durante questa strana estate del 2014. Non ci sono flotte in viaggio per la Siria o l’Iraq. E le belle celebrità e le vecchie rock star, perché il massacro dei Cristiani non pare attivare i loro sensori sociali? Obama dovrebbe essere lodato per aver ordinato agli aerei di attaccare e salvare le decine di migliaia di Yazidi (…), ma purtroppo gli attacchi aerei non bastano a fermare questa ondata grottesca di terrorismo. Lo Stato islamico in Iraq e in Siria (Isis) non è una libera coalizione di gruppi jihadisti, ma una forza militare vera e propria che è riuscita a impossessarsi di gran parte dell’Iraq grazie al business (…). Usa i soldi delle banche e dei negozi di oro di cui si è appropriato tramite il controllo delle risorse petrolifere e tramite le estorsioni in vecchio stile, per finanziare la propria macchina di morte, rendendosi probabilmente il gruppo islamista più ricco del mondo. Ma ciò in cui più di tutto eccelle è la carneficina, che compete con le orge di morte del Medio Evo. Prendono spietatamente di mira gli sciiti, i curdi e i cristiani. «Hanno infatti decapitato i bambini e messo le loro teste su un bastone», ha dichiarato alla Bbc un uomo d’affari americano-caldeo di nome Mark Arabo, descrivendo una scena in un parco di Mosul. «Altri bambini vengono decapitati, le mamme sono violentate e uccise e i padri vengono crocifissi». Questa settimana 200mila armeni sono fuggiti dalla terra dei loro avi vicino a Ninive, dopo essere già scappati da Mosul. L’indifferenza generale verso l’Isis, con le sue esecuzioni di massa dei cristiani e la sua volontà di morte di Israele, non è solo sbagliata; è oscena. In un discorso davanti a migliaia di cristiani a Budapest nel mese di giugno, ho fatto una promessa solenne che, come non starò in silenzio di fronte alla crescente minaccia dell’antisemitismo in Europa e in Medio Oriente, non rimarrò neppure indifferente alla sofferenza cristiana. Storicamente, è quasi sempre stato il contrario: gli ebrei sono stati troppo spesso la minoranza perseguitata. Ma Israele è stato tra i primi paesi ad aiutare i cristiani in Sud Sudan. I cristiani possono praticare apertamente la loro religione in Israele, a differenza di quanto avviene in gran parte del Medio Oriente. Questo legame tra ebrei e cristiani ha assolutamente senso. Condividiamo molto di più della maggior parte delle religioni. Leggiamo la stessa Bibbia e condividiamo un nucleo morale e etico. Ora, purtroppo, condividiamo un tipo di sofferenza: i cristiani stanno morendo a causa delle loro convinzioni, perché sono indifesi e perché il mondo resta indifferente alle loro sofferenze. Le persone buone devono unirsi e fermare questa ondata di violenza rivoltante. Non è come se noi fossimo impotenti. Scrivo questo da cittadino della più forte potenza militare sulla terra. Scrivo questo da leader ebreo che si preoccupa per i suoi fratelli e sorelle cristiani. Il popolo ebraico capisce fin troppo bene cosa può accadere quando il mondo tace. Questa campagna di morte deve essere fermata.
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