http://nena-news.globalist.it "Pietre miliari", il "Che fare?" del movimento islamista Sayyd Qutb non chiama alla lotta contro il capitalismo e allo sfruttamento del lavoro. La sua "liberazione" si svolge solo nell'alveo religioso, con un forte pregiudizio verso il socialismo Roma, 23 gennaio 2013, Nena News - Sayyd Qutb non è stato un condottiero di uomini, un organizzatore, ma un 'adib', un uomo di lettere che diverrà, negli ultimi quindici anni della sua vita, l'ideologo dei Fratelli Musulmani. Il racconto della sua vita illustra il percorso di un egiziano del XX secolo che decide di diventare un Fratello musulmano e consente di studiare l'originalità della sua opera. Egli nacque nel 1906 nel sobborgo di Musha, nel governatorato di Asyut, in una famiglia di piccoli notabili in declino. In questo villaggio dove coesistevano una comunità musulmana e una cristiana, c'erano due sistemi educativi: la scuola governativa e il Kuttab, la scuola coranica. Egli frequentò la scuola pubblica, in quanto un breve soggiorno nel Kuttab glielo fece odiare, preferendo memorizzare per conto proprio il Corano, che conosceva alla perfezione già prima di aver compiuto dieci anni. Dopo la fine degli studi nella scuola di Musha, la famiglia decise di inviarlo al Cairo nel 1918. Dopo aver frequentato nel 1925 la scuola per istitutori, decise di iscriversi ai corsi al Dar al-'ulum ( Casa delle scienze) un istituto per la formazione all'insegnamento. Per sedici anni lavora alle dipendenze del ministero della Pubblica Istruzione. Parallelamente, Sayyd Qutb conduce un'intensa attività letteraria e intellettuale che lo porterà ad incontrare uno dei maestri dell'epoca: Mahmud 'Abbas al-'Aqqad, questi è un autodidatta, di cultura esclusivamente araba, al contrario di Taha Husseyn e di altri intellettuali formati in Europa. È nel 1948 che la sua vita cambia: viene mandato a tempo illimitato negli Statu Uniti per conto del ministero dell'Istruzione per studiare il loro sistema scolastico. Ed è proprio sul transatlantico che lo porta a New York che riscopre l'Islam. Non che la sua fede avesse mai vacillato ma il suo smodato amore per la letteratura lo aveva distratto. Durante il periodo del suo soggiorno nell'America bogartiana, prova imbarazzo per la promiscuità sessuale che lo disgusta. Egli percepisce questo paese duro con chi non niente, privo di valori è votato al culto del dollaro. Di ritorno in Egitto nell'estate del 1951, comincia a frequentare i Fratelli musulmani e diventa uno di loro. In seguito dirà : sono nato nel 1951! Pietre miliari è dunque il suggello dell'opera di Qutb ultimo atto di una vasta produzione letteraria che non ha sempre avuto come oggetto l'Islam, tutt'altro. Il libro vuole essere un manifesto, il 'Che fare?' del movimento islamista. La constatazione di partenza è il fallimento dell'Occidente, del capitalismo e del socialismo. Egli utilizza il termine 'jahiliyya' per definire la società in cui vive, e nel farlo compie un grosso passo innovativo rispetto a chi lo ha preceduto. Egli sostiene che se la società egiziana può essere ricondotta al modella della società araba prima della predicazione del Profeta ( jahiliyya ) anteriore all'egira, allora si deve adottare lo stesso atteggiamento che ebbero Maometto e i suoi seguaci, ritirandosi in disparte dalla società e cercare in certe occasioni il contatto in altre, come fece il Profeta scegliendo di fuggire a Medina. Pietre miliari è redatto in un campo di concentramento dove l'autore trascorre dieci anni della sua vita. Del socialismo arabo, Qutb non conosce che gli aspetti peggiori, in questo periodo la predicazione degli anni Trenta e Quaranta non è più realizzabile. In questa opera Qutb passa in rassegna tutti i tipi di società che hanno le caratteristiche delle società jahilita: quella comunista che nega dio e dove l'oggetto dell'adorazione è il partito. Seguono poi varie società idolatre dove la sovranità è esercitata in nome del popolo, del partito o in nome di qualsiasi cosa, poi le società ebraica e cristiana. Infine classifica nelle società jahilite anche quelle che proclamano musulmane ma poiché non si consacrano all'adorazione di Dio solo, sono anch'esse idolatre e false. Esse credono in una sovranità altra da quella di Dio, e da ciò derivano la loro organizzazione, le loro leggi, i loro valori, le loro abitudini. Per Qutb solo la società ben governata che può dirsi musulmana è quella dove si esercita la sovranità di Dio. Scrivendo Pietre Miliari, Sayyid Qutb ha indicato l'inizio della strada che sarà percorsa dai militanti del movimento islamista ma il suo supplizio ha interrotto il suo lavoro di riflessione. I suoi lettori perseguiranno questa strada spesso per perdersi in un vicolo cieco e finire, anche loro, sulla forca o dimenticati in una prigione. Nena News
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