Al-Sharq al-Awsat - 21/07/2014 - Oggi ci troviamo di fronte alla sanguinosa crisi siriana, all’espansione dell’ISIS contro le ostinate posizioni di Nuri al-Maliki e ora anche la brutale ostilità israeliana contro Gaza. Nonostante ciò, l’amministrazione Obama continua a essere incerta, occupata nell’illusione di un accordo con l’Iran. Basti pensare alla riflessione del giornalista David Ignatius pubblicata sul Washington Post: “Quando si tratta di sicurezza nazionale, la Casa Bianca deve penetrare qualsiasi ostacolo e qualsiasi inerzia che incontra. Il resto sono scuse” Gianluca Freda - 06 ottobre 2011 - “Il presidente Obama ha concluso il discorso, è sceso dal palco, è stato scortato in un corridoio laterale dove si è accasciato su una sedia appoggiata al muro. Ha portato entrambe le mani ai lati della testa, la quale era sporta in avanti fin quasi a toccare le ginocchia. Ai lati della faccia si vedevano solchi nei punti in cui il trucco di scena era stato cancellato dalle sue mani. In questi giorni si mette quella roba ovunque vada. E’ arrivato un membro dello staff, si è chinato verso il presidente e gli ha detto che era ora di andare. Il presidente ha guardato in su, ha accennato un sorriso e si è rimesso in piedi lentamente. Molto lentamente. L’unica parola che ha detto è stata “sì”. Non c’era entusiasmo. Da lui non veniva nessuna energia. Le persone intorno al presidente sembravano ignorare le sue condizioni. Lo osservavano come se non ci fosse, fino a quando ha iniziato ad attraversare il salone per dirigersi verso l’esterno. Lo hanno seguito standogli a fianco ed è sembrato quasi che lo spingessero fuori dal portone. Il presidente appariva incredibilmente stanco. Usato”.
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