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venerdì 18 luglio 2014

Le opposte guerre del Medio Oriente

In Medio Oriente si combattono troppe guerre insieme per non pensare che una serva a far dimenticare le altre.

La contemporaneità di tanti conflitti in Medio Oriente confonde, disorienta. Ci si sente persi tra guerre libanese, siriana, irachena...e israelo-palestinese. Quest'ultima poi appare destinata a cancellare tutte le altre, nell'attenzione occidentale. Siria, Libano, Iraq...sono infatti per noi, oggi, guerre dimenticate. Eppure proseguono. Prosegue il processo di dissoluzione dello stato libanese, senza presidente da maggio, prosegue lo smantellamento dello stato in Iraq, prosegue lo sterminio in Siria, ma senza neanche la scarsa attenzione che avevano prima, se non per le sue aberranti conseguenze funzionali peraltro al vero obiettivo, smantellare gli stati e sostituirli con emirati di osservanza persiana. 

Il fronte apertosi a Gaza è certamente conseguenza del blocco del processo di pace, determinato dalla rigidità del governo Netanyahu e quindi dalla mancanza di prospettive politiche; ma serve a riaprire quel processo (almeno nelle intenzioni)? Così non sembra. 

La simultaneità di questi conflitti sembra parlare due linguaggi: all'interno sembra voler dire che il nemico è esterno ( non Assad, Maliki, Nasrallah), a noi sembra voler dire che quei conflitti arabi non ci sono. 

La prima guerra combattuta per far dimenticare la vera guerra, quella interna al Libano tra chi seguiva Hariri e chi lo aveva assassinato, ha avuto luogo nel 2006 e ne hanno pagato il prezzo i libanesi, in particolare del sud. Oggi lo stesso obiettivo pare perseguito a Gaza, e il prezzo lo pagano i suoi abitanti.

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