http://ilmondodiannibale.globalist.it Il Libano per capire, volendo, Siria e Iraq. Basterebbe rileggere i titoli dei più eclatanti fatti libanesi per capire chi c'è dietro al Qaida in Siria e Iraq. E' in pieno svolgimento, sotto i nostri occhi, il festival della sunnifobia. Solo che per lasciarsi trascinare in una trappola del genere bisogna essere proprio a digiuno... O... L'ultimo tentativo di rappresentare il mondo sunnita come la "patria del male", assetata di sangue e piena di odio, ha avuto luogo a Tripoli, in quel nord del Libano dove tutta l'epifania del complotto antisunnita è cominciata chiarissima, nel 2007. Ma prima di andare indietro nel tempo restiamo al fatto recente, cui abbiamo appena accennato. Cosa è accaduto a Tripoli? E' accaduto, come documentato da autorevolissime fonti libanesi accorse immediatamente sul posto, che un prete ortodosso, Ibrahim Surruj, ha inviato per posta un suo dattiloscritto al suo editore, un musulmano sunnita di tendenze salafite. Il plico è arrivato, con accluso un pamphlet di insulti contro il profeta Muhammad. Di lì a pochi minuti la sicurezza che da mesi sorveglia il centro di Tripoli si è improvvisamente diradata e un gruppo di delinquenti ha dato fuoco alla libreria antiquaria di padre Surruj. Non è dunque un "mistero": è un complotto ordito dai "soliti noti" per dare la colpa dell'incendio, evidentemente opera di settori deviati dell'intelligence che ha avuto accesso al plico, per scatenare l'odio tra sunniti e cristiani. Ma la cosa più interessante per capire l'odierna situazione, e cioè l'emergenza di al Qaida e della sua terrificante branca siro-iraqena dell'ISIS (o Daesh o ISIL, insomma l'Esercito dell'Iraq e del Levante) e la sua matrice "khomeinista-assadista" risale al 2007. In Libano, come è ben noto, esiste della carne da cannone molto cara a questi regimi, quella dei palestinesi (non a caso l'artefice del massacro di Sabra e Chatila, Obeika, venne nominato ministro del Libano sotto protettorato siriano e mantenuto in quell'incarico per quasi dieci anni). Dopo il conflitto del 2006 voluto da Hezbollah contro Israele per far dimenticare grazie alle bombe l'assassinio dell'anno precedente di Rafiq Hariri, i potenti di Damasco si chiesero come altro destabilizzare il Libano... Imperativo categorico per ovvi motivi. E' così che comparve, nel campo profughi palestinese di Naher al- Bared, non distante da Tripoli, un criminale da molti anni detenuto nelle segrete siriane, Chaker al-Abssi, improvvisamente e misteriosamente riuscito a fuggire dalle segrete degli Assad. Con la sua apparizione in quel campo profughi comparve anche la sigla, di lì in poi oggetto di interrogativi tanto retorici quanto ridicoli, di Fateh al-Islam, che nel nome ovviamente della lotta qaidista e jihadista portò nel giro di un anno alla guerra tra un pugno di prezzolati ad essa aderenti e l'esercito libanese. Con la conseguente distruzione del campo profughi. Per i profughi palestinesi e per tutta la comunità sunnita furono giorni, mesi tremendi. La curiosa fuga di Chaker al-Abssi è diventata in tempi più recenti un modello per tantissimi altri criminali detenuti nelle segrete siriane e irachene: come il loro illustre predecessore anche costoro, diverse migliaia, sono riusciti misteriosamente a trovare le porte delle segrete siriane e irachene dove erano detenuti aperte, e di lì a breve hanno costituito l'ossatura dell'Esercito dell'Iraq e del Levante. Qualcuno può essere sorpreso che costoro oggi combattano contro gli insorti in Siria e mai contro Assad? Che abbiano proprio in queste ore dichiarato i dirigenti del Consiglio Nazionae Siriano un "legittimo obiettivo militare" (cosa mai fatta nei confronti dei ministri assaditi)? Qualcuno può sorprendersi che conquistino Falluja portando il filo-iraniano al-Maliki a siglare patti militari con gli americani? Si, c'è chi si sorprende, a cominciare da Repubblica, per far un esempio, che arriva a esporre l'inebriante tesi di al-Qaida finanziata dall'Arabia Saudita (come dire che Stalin finanziava Trockij). Sarebbe bastato leggersi i giornali libanesi dei giorni dell'arresto del noto qaidista Omar Bakri (era premier Saad Hariri) per capire la verità evidente. Su quei giornali infatti c'è scritto che il sunnita qaidista Omar Bakri fu fatto arrestare dal sunnita Saad Hairiri (grazie al capo dell'intelligence poi fatto saltare in aria a Beirut) ma liberato per intervento diretto e pressante della leadership di Hezbollah. Ma leggere questo non è consentito a chi vuole vedere la Spectre sunnita che infiamma il mondo e non quella khomeinista che più modestamente si prende il Levante.
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