Now Lebanon Libano: di male in peggio Strade desolate, ristoranti e pub vuoti sono diventati un’immagine famigliare in molti dei quartieri libanesi un tempo popolari. L’economia è in crollo, risucchiata da una spirale in discesa dal 2011. Beirut non brulica più di energia viva. La bella area del downtown, piena di negozi di lusso, è stranamente vuota. Le vendite in tutto il Paese stanno retrocedendo sullo sfondo di una persistente crisi economica aggravata dal deterioramento della sicurezza. “Non vado nei centri commerciali o in centro, la situazione mi spaventa troppo. Non sai mai se cominceranno a prenderli di mira”, dichiara Hoda Radwan, che abita nel quartiere Ras di Beirut. Il sentimento di Radwan si riflette nel povero tasso di crescita del Libano, che è sceso da 0,9% nel 2013 a zero netto nei primi due mesi di quest’anno, secondo un rapporto recente della Byblos Bank. Anche l’indice di fiducia dei consumatori è rappresentativo dello stato d’animo negativo della popolazione: secondo Nassib Ghobril, capo economista della Byblos Bank, quest’ultimo ha raggiunto il suo livello più basso lo scorso anno, scendendo al 14% dal 37% dell’anno precedente. Il turismo ha subito un crollo del 40% dal 2010. Un colpo che ha avuto effetti anche in altri settori legati a questa industria, tra cui quello dei ristoranti, dei resort, dei trasporti e del noleggio auto. “Circa 4 o 5 bar tra i più popolari di Hamra stanno per chiudere”, ha dichiarato Marc Mouracade, proprietario del pub Ferdinand. “Le persone evitano la zona per ragioni di sicurezza. Ci sono stati due allarmi bomba nell’area negli ultimi mesi”, ha aggiunto. Gli alti costi rappresentano un ulteriore ostacolo per il business. Il Libano è il 73° Paese più costoso al mondo e il terzo nel Medio Oriente, dopo il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti. Anche i prezzi degli affitti sono molto alti e gravano sulle spalle di numerosi proprietari di esercizi commerciali. Oltre al turismo, anche altri settori subiscono le conseguenze della situazione, come le assicurazioni, la vendita delle automobili, l’industria e le banche. Con le pressioni crescenti dei vari settori e quasi tutti gli indicatori economici in rosso, l’economia dovrebbe essere una priorità per il nuovo governo. Ogni ulteriore declino si tradurrà, infatti, in ulteriore instabilità per il Paese.
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