http://www.uikionlus.com Processo di pace turco-kurdo: gli incontri tra Abdullah Ocalan e le autorità turche si sono interrotti?
Pervin Buldan: Non sarà Ocalan a terminare/interrompere il processo di risoluzione Questa intervista si è svolta il 5 Novembre 2014 a cura di ANF A seguito del suo incontro con il leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan ad Imrali il vostro comitato ha incontrato il governo? Oppure avete richiesto un incontro? No, non abbiamo ancora avuto un incontro con la delegazione dello stato turco o del governo. Sucessivamente al nostro ultimo incontro con il Sig. Ocalan (che si è tenuto il 21 Ottobre 2014) gli incontri si sono interrotti a causa delle polemiche in corso. Questa interruzione è anche collegata agli incontri svoltisi a Imrali, vero? Si. Incontriamo sempre le delegazioni dello stato e del governo prima delle nostre visite a Imrali. In seguito al nostro ultimo incontro con il Sig. Ocalan eravamo pronti a incontare questi comitati e ora si sono presentate queste questioni. Per questa ragine dobbiamo incontrare sia lo stato che il governo prima i recarci a Imrali. Ma questi incontri non hanno ancora avuto luogo. Quindi come valuta il fatto che questi incontri non abbiano ancora avuto luogo? Questi sviluppi ci sembrano fuori dalla norma? Cosa pensate stia succedendo? Si, siamo nel mezzo di un processo storico-politico straordinario. Gli eventi del 6 e 7 Ottobre e precedenti alle dichiarazioni del governo, la presa di posizione della politica estera riguardo a Kobanè e gli sviluppi del conflitto a Kobanè turbano il governo. Il sostegno della gente a Kobabè e il fatto che Kobanè non sia caduta urtano il governo. A motivo di questo hanno reso delle dichiarazioni puntando a creare a un capro espiatorio (l’ HDP ) e ora si è trasformata in una campagna di linciaggio. Possiamo senza dubbio affermare che c’è stato un cambiamento di approccio del governo AKP. Come vede questo cambiamento? Posso riassumerlo nel modo seguente: la nostra richiesta era che le condizioni del Sig. Ocalan cambiassero e che il processo di negoziazione avesse inizio immediatamente. Sono passati quasi 18 mesi dall’inizio del processo di dialogo e adesso è fermo; era il tempo in cui il livello del negoziato iniziava e insieme a questo abbiamo presentato altre richieste. Una di queste era la richiesta da parte del Sig. Ocalan di una segretaria di supporto. Abbiamo condiviso questa richiesta urgente anche con il pubblico. Insieme a questo abbiamo voluto un Comitato di monitoraggio, una sorta di “terzo occhio”, un comitato che riferisca sugli sviluppi del processo; in oltre, abbiamo richiesto che il comitato dell’ HDP delegato al negoziato sia allargato. L’atteggiamento negativo del governo e le dichiarazioni rese successivamente a queste richieste, e note all’opinione pubblica, sono stati il segno evidente che questo processo di dialogo si è fermato. Inoltre, quello che possiamo osservare adesso è che il governo ha sospeso i negoziati e sta proseguendo con il suo approccio polemico. Stiamo tutti sperimentando il risultato di tutto ciò. L’attacco contro un membro della nostra assemblea di partito il Sig.r Ahmet Karatas, accoltellato il 4 Ottobre 2014, è il risultato di questo tipo di approccio. La retorica, i toni usati e l’attitudine del governo non sono giusti. Quindi, è corretto affermare che il processo di risoluzione è stato sospeso. Per di più non sappiamo quando questa sospensione avrà termine. Il governo ha sospeso ma la vostra decisione come comitato/delegazione è di continuare il processo? Come il comitato di negoziazione del HDP abbiamo sempre enfatizzato l’importanza di continuare il processo di risoluzione e riteniamo che questo debba evolvere ad un livello di negoziati tra le due parti. Stiamo ancora irremovibili su questo perchè vediamo il bisogno di pace nella società. Lei ha detto che il comportamento del governo è cambiato a seguito delle manifestazioni popolari per Kobanè. Il nocciolo della questione sono veramente le manifestazioni e il movimento sorto per sostenere Kobanè? Francamente non si tratta solo di Kobanè. Sfortunatamente possiamo osservare, ed è evidente, che il governo non si è coinvolto veramente e con reale impegno nel progetto di pace e nei negoziati. Possiamo affermarlo poichè non c’è stato alcun passo concreto intrapreso in questa direzione fin dall’inizio. Fin dagli esordi ci sono state forze attive nel voler sabotare, ostacolare e bloccare il processo. E tali forze sono ancora attive oggi. Per questo sin dall’inizio abbiamo chiesto per conto di Ocalan che fossero estesi i canali di comunicazione, per dargli l’opportinità di incontrare non solo noi in quanto comitato politico ma anche per dare l’opportunità ad altre delegazioni di poter fargli visita nel carcere di Imrali. Abbiamo chiesto che si costituisse urgentemente un Comitato di Monitoraggio. Se tutte queste cose fossero state realizzate dall’inizio oggi saremmo ad un altro stadio. Ad ogni modo, il governo ha optato per una situazione di sospensione, posponendo e rimandando e prendendo tempo invece di fare dei passi concreti. Dall’inizio del processo di pace si sono svolte due elezioni e adesso ci avviciniamo alla terza. Tuttavia, non credo che questa volta il governo sarà in grado di affrontare le prossime elezioni come ha fatto per le due precedenti. Il governo ha solo un un ramo a cui aggrapparsi e questo è il processo di risoluzione. Credo che se mostreranno un atteggiamento positivo e intraprenderanno dei passi concreti, il processo di risoluzione si avvierà rapidamente e si tramuterà in un processo di pace. L’unica cosa che il governo ha realizzato durante i 18 mesi passati è stato passare la proposta di legge al parlamento. Oltre questo non c’è stato alcun passo concreto ed è proprio questa situazione che ha portato all’attuale situazione di stallo. La richiesta di una segreteria per Ocalan è stata discussa tra Ocalan e lo Stato o tra voi e lo Stato/ governo turco? Abbiamo presentato la richiesta di una segreteria nell’ ordine del giorno del nostro ultimo incontro con la delegazione governativa. Quest’ultima ci ha dato segnali positivi in merito a questa richiesta. Tuttavia, in seguito al verificarsi di eventi negativi e alle contestazioni questa richiesta è stata utilizzata come un pretesto per sospendere il dialogo. Lei ha affermato che “la delegazione governativa aveva dato segnali positivi” riguardo all’ottenimento di una segreteria personale per Ocalan ma poi sono arrivate dichiarazioni negative a riguardo. Qual’è l’ostacolo qui? Sappiamo che hanno avuto luogo intensi dibattiti tra la delegazione governativa e il Sig.r Ocalan. Devo mettere l’accento sul fatto che non vi è alcuna disparità tra il Sig.r Ocalan e la delegazione governativa. La trattativa politica reale appartiene qui al governo. Pertanto, ritengo che ci sia un disaccordo tra il governo e lo stato. Ci siamo resi conto di questo percorso durante l’incontro avuto con la delegazione governativa. Non ci è stato mostrato alcun documento nè data alcuna informazione riguardo a questo soggetto durante gli incontri avuti con la delegazione del governo. Ci sono indizi che ci fanno intendere che non vi sia una intesa tra Governo e Stato su alcuni punti. C’è un grande divario tra gli incontri avuti con la delegazione dello stato e con quella del governo. A motivo di questo divario sia il Sig Ocalan che noi, presumiamo che ci sia un disaccordo tra Stato e Governo. Pensa che il Governo si muoverà nel prossimo futuro a favore dell’ottenimento di una segreteria di supporto per Ocalan? Dall’osservazione delle dichiarazioni attuali fatte dal governo non ci sono segnali che fanno intendere che ciò accada. Aspetteremo quest’oggi perchè ieri si è radunato il Consiglio dei Ministri. Se non riceveremo alcun segnale postivo riguardo al proseguimento del processo, allora, dovremmo radunarci come comitato o come partito e rivalutare la questione. Se questa situazione si verificherà, indiremo necessariamente una conferenza stampa perchè avremmo già dovuto aver visitato Imrali. Nel corso dell’ultimo incontro, ci era stato fatto intendere che il processo di negoziato sarebbe iniziato entro una settimana. Sono già passati 10 giorni da allora. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto che passa è contro di noi. Gli attacchi contro di noi si sono intensificati. Perciò il governno deve risolvere tutto questo nella maniera giusta. Non c’è alcun messaggio positivo del governo riguardo alla segreteria ma procederemo con questa richiesta. Si tratta di una condizione per arrivare alla fase dei negoziati. Viste le attuali condizioni, per quanto a lungo pensa che Abdullah Ocalan rimarrà fermo in favore della risoluzione pacifica della questione curda? Ritiene che A. Ocalan non ne possa più dell’attuale situazione? Qual’è la sua osservazione in merito? Vorrei dichiarare ciò che segue inequivocabilmente. Agli esordi del processo di pace abbiamo vissuto la drammatica esperienza dell’assassinio di Sakine(e delle due compagne assassinate a Parigi il 9 Gennaio 2013). Si è trattato di un tempo/momento in cui il nostro movimento è stato fortemente scosso. Abbiamo perso tre amiche insieme alle quali il processo è iniziato. E’ stato un vile massacro. Nonostante ciò il processo di pace è continuato. Per questa ragione ritengo che il Sig. Ocalan accoglierà ogni barlume di speranza. Inoltre, so che il Sig. Ocalan è irremovibile nella volontà di prosecuzione e di sviluppo di questo processo. Ma voglio anche sottolineare che il Governo deve di conseguenza mutare atteggiamento. Il Sig.r Ocalan è molto determinato e dotato di forte volontà. Non solo la Turchia ma l’intero Medio Oriente si sta ridefinendo ed è impossibile non tenerne conto, ignorare o negare un posto ai kurdi in questa nuova mappatura. Perciò, il Sig. Ocalan sta osservando gli accadimenti da una prospettiva globale e di conseguenza sta facendo le sue valutazioni. Spero che il Governo comprenda quello che Ocalan sta dicendo e lo legga bene. Se il processo si ferma non sarà per volontà di Ocalan. Ci sono stati commenti sul fatto che il governo intenda porre fine al processo ma non voglia che sia il partito ad esporsi dicendo “è concluso” ed è questa la ragione per cui stanno d’altra parte tentando di provocare l’HDP e il Movimento dei curdi ad affermare questo. E’ d’accordo con questi commenti? Anche se il governo sta dicendo “Vogliamo proseguire il processo” non si sta comportando in modo coerente con tale dichiarazione. Credo che il processo non finirà. Almeno credo che Ocalan non creda questo(che finirà). D’ora in avanti tutto dipenderà dall’approccio e dai passi che muoverà il governo. Abbiamo bisogno di qualche giorno. Entro alcuni giorni il governo chiarirà la sua posizione. Questi giorni saranno importanti anche per noi. Staimo seguendo gli sviluppi da vicino. Nel momento in cui riceviamo un segno riguardo all’incontro richiesto o relativamente alla ripresa del processo, riavvieremo gli incontri con il governo e richiederemo di incontrare Ocalan. Riguardo alla proposta di un comitato con la funzione di monitoraggio del processo è prevista una iniziativa specifica? Abbiamo chiesto che sia formato un Comitato di monitoraggio quando il processo di risoluzione ha avuto inizio. Subito dopo a motivo della bostra richiesta è stato formato il “comitato dei consiglieri”. Tuttavia, riteniamo che il Comitato di Monitoraggio debba essere differente e che debba essere formato da individui provenienti dal popolo, individui che possano dirigere il processo di pace e che abbiamo l’approvazione delle masse e della gente che ha fatto propria la volontà di pace. Non c’è bisogno di molte persone per creare questo gruppo; 15 o 16 persone provenienti da vari contesti sarebbero sufficienti. Crediamo che un Comitato di Monitoraggio formato da intellettuali, scrittori, artisti, associazioni della società civile e organizzazioni democratiche del popolo che rappresentino i diversi gruppi presenti in Turchia avrà un impatto molto positivo sul processo di pace. Per questa ragione, abbiamo preparato una lista di nominativi come possibili membri di questo Comitato. Abbiamo condiviso questa lista con Ocalan e con i rappresentanti del KCK a Qandil. Abbiamo anche condiviso e mostrato questa lista alla delegazione dello Stato. Tuttavia, non c’è stato alcuno sviluppo in relazione a questa proposta. Stiamo ancora richiamando il governo affinchè questo comitato sia formato immediatamente. I membri di questo Comitato devono necessariamente aver interiorizzato il valore della pace. Devono avere la capacità di intervenire in momenti di caos ed essere in grado di richiamare l’AKP o il KCK , qualora sia necessario, al principio di pace. E la motivazione di questa funzione sta nel fatto che il processo che sta andando avanti è probabilmente vulnerabile e può ricevere ulteriori provocazioni e sabotaggi.
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