Euro news - 21/10/14 - Il cielo di Kobane si riempie di fumo per le esplosioni dell’ennesima battaglia. Gli jihadisti hanno lanciato una nuova offensiva sulla città difesa strenuamente dai curdi. A dar manforte alla popolazione sono arrivati i peshmerga iracheni, ai quali il governo turco ha concesso il passaggio attraverso il suo territorio, mentre continua a negare ogni legittimità ai propri curdi, quelli del Pkk. Una decisione parziale, presa per rispondere alle pressioni internazionali e per difendere i propri confini dall’avanzata dell’Isil. Ma salutata comunque con favore dal governo americano. “Ho parlato con le autorità turche, ha detto il segretario di Stato americano John Kerry, anche il presidente, l’ha fatto, per chiarire che questo non è un cambiamento di politica da parte degli Stati Uniti. Si tratta di un momento di crisi, una situazione di emergenza”. Ankara ha dato il suo assenso al passaggio dei peshmerga poco dopo che gli Stati Uniti, all’alba di lunedì, hanno lanciato su Kobane armi, munizioni e materiale medico. Hurriyetdailynews - October/20/2014 - Dopo settimane di richieste ad Ankara di aprire un corridoio verso la città assediata, il ministro degli Esteri Mevlüt Çavuşoğlu ha detto il 20 ottobre che la Turchia ha fornito assistenza alle forze del governo regionale del Kurdistan iracheno (KRG) per attraversare il confine con la Siria ed entrare nella città di di Kobane per combattere contro i jihadisti. Il Comando Centrale degli Stati Uniti ha detto "di aver consegnato il 19 ottobre armi, munizioni e forniture mediche inviate dalle autorità curde in Iraq nelle vicinanze di Kobane, in Siria, per rifornire le forze curde sul terreno impegnate a difendere la città contro ISIL." Le forze combattenti in Kobane non sono solo del partito curdo Democratic Union Party (PYD), ha aggiunto, sottolineando che vi sono altri sette otto gruppi di ribelli siriani che formano una forza congiunta per la difesa della città chiamata "Eufrate Vulcano". Il ministro ha anche rinnovato l’appello al PYD a collaborare con la più ampia opposizione del Free Syrian Army e di abbandonare i suoi sforzi per ritagliarsi regioni autonome curde in Siria. Il PYD non otterrà il sostegno della Turchia finché continuerà a perseguire il suo obiettivo di controllare una parte specifica della Siria.
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