Il Fatto Quotidiano
3 ottobre 2014

Isis entra a Kobane, al confine con la Turchia. Curdi: “Coalizione bombardi”

I miliziani fedeli ad Abu Bakr al-Baghdadi hanno preso la periferia della città siriana situata a poche centinaia di metri dal paese di Recep Tayyip Erdoğan. Il Parlamento di Ankara dispiegherà truppe al confine, ma i partiti del Kurdistan invocano l'intervento dei raid da parte della coalizione anti-Isis

I miliziani dello Stato Islamico hanno preso la periferia meridionale della città siriana di Kobane, un villaggio a poche centinaia di metri dal confine turco con popolazione a maggioranza curda. Lo annuncia con un video su Twitter l’agenzia vicina all’Isis, A3maq News, che mostra i combattenti mentre entrano nel villaggio ormai abbandonato, prendendone il controllo. I jihadisti fedeli all’autoproclamato califfo, Abu Bakr al-Baghdadi, bussano così alle porte dell’Europa minacciando il paese del presidente Recep Tayyip Erdoğan. Proprio giovedì, il Parlamento di Ankara ha votato la mozione per prolungare la presenza di truppe di terra al confine con la Siria per contrastare l’avanzata dei terroristi islamici. 

Una decisione che potrebbe frenare l’avanzata dell’Isis che, fino a oggi, ha trovato avversari poco preparati nelle truppe di un esercito, quello iracheno, ormai in ritirata e in gruppi armati, le milizie curde, mal addestrate e poco armate. La conquista della parte sud di Kobane, come dicono i miliziani nel video, è avvenuta dopo settimane di assedio che hanno causato, prima, la fuga di 160 mila curdi verso la Turchia e, dopo, la ritirata dei combattenti anti-Isis ormai in trappola sotto il fuoco dei soldati del califfato. Gli stessi portavoce dell’esercito curdo hanno confermato la presa della cittadina da parte dello Stato Islamico, come racconta alla Cnn Alan Minbic, dell’Unità per la protezione del popolo (Ypg), che racconta come i terroristi siano entrati dal confine sud-ovest della città. Secondo  racconti degli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, l’attacco decisivo dei miliziani è arrivato venerdì mattina, quando una pioggia di 60 razzi provenienti dalla prima linea dell’Isis si sono abbattuti sulla città al confine turco. Sempre secondo l’osservatorio, a est e a sud-est della città sono in corso dure battaglie tra i miliziani curdi e i fedeli al califfato, con i primi che stanno cercando di contrastare l’avanzata degli “uomini in nero” utilizzando cecchini. In mattinata, i miliziani anti-Isis hanno distrutto un carro armato dello Stato Islamico.

I combattenti del Kurdistan adesso chiedono all’esercito turco di fermare l’avanzata dell’Isis. Se giovedì il leader del Pkk, Abdullah Ocalan, aveva lanciato un ultimatum ad Ankara, minacciando la fine del processo di pace tra i ribelli e il governo centrale turco se l’Isis fosse riuscita a conquistare Kobane, venerdì a prendere la parola è stata Asya Abdullah, co-presidente del Partito dell’Unione Democratica (curdo siriano): “Ci appelliamo alla coalizione perché colpisca la prima linea dello Stato Islamico – ha affermato – I raid della scorsa notte sono stati efficaci”. Nawaf Khalil, portavoce del Partito dell’unione democratica curda della Siria, se la prende con il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, che, giovedì, aveva risposto alle parole di Ocalan, dicendo che il governo avrebbe fatto di tutto per evitare la caduta di Kobane e che il paese stava “abbracciando” la popolazione della città siriana in fuga dalla guerra. “Il primo ministro turco vuole impedire la caduta della cittadina? Come può volerlo se fino a ora la Turchia non ha fatto nulla?”. Khalif aggiunge anche che i miliziani curdi non batteranno in ritirata di fronte all’avanzata dell’Isis: “si batteranno fino all’ultimo combattente”, ha dichiarato.

Arriva però la smentita delle milizie curde impegnate negli scontri a Kobane, secondo quanto riporta l’agenzia Firat, vicina al Pkk, che cita una dichiarazione del comando generale delle Unità per la protezione del popolo (Ypg): ”La sconfitta e l’estinzione dell’Is – dicono – comincerà a Kobane. Ogni singola strada e casa di Kobane sarà una tomba per l’Is”. L’agenzia riferisce anche che gli uomini del califfo stanno assediando la città, attaccandola da tre fronti e utilizzando artiglieria pesante, ma che non sono ancora riusciti a penetrare dentro le linee di difesa curde. Nel comunicato, i miliziani curdi invitano tutti i giovani ”che sono dalla parte della libertà e dell’uguaglianza” a unirsi alla “lotta dell’umanità contro gli attacchi selvaggi dell’Is”.

Intanto, la Turchia si prepara a diventare parte attiva della coalizione anti-Isis. Il voto del Parlamento, giovedì, ha deciso per l’impiego di truppe al confine con la Siria, mentre al-Arabya riferisce che jet turchi stanno sorvolando la zona sopra la città assediata di Kobane. La mozione prevede anche che gli eserciti facenti parte della coalizione anti-Isis possano entrare in territorio turco per combattere i miliziani di al-Baghdadi. Non sono ancora stati diffusi i dettagli riguardo alle azioni che il governo intraprenderà nella lotta allo Stato Islamico, ma, per la prima volta, i jihadisti potrebbero trovarsi a combattere sul campo contro un esercito molto più attrezzato di quello iracheno o dei combattenti curdi.

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