L'Huffington Post
Israele, la Difesa valuta l'abolizione della leva obbligatoria. Appello dei liceali contro il servizio militare: "Rifiutatevi" L’esercito israeliano sta valutando l’ipotesi di trasformare, la leva militare obbligatoria in un servizio volontario, rivoluzionando così un’istituzione che per decenni è sempre stata il crogiolo dell’integrazione delle varie correnti migratorie. Sono state le stesse Forze della Difesa israeliane a commissionare uno studio a Yuval Benziman, un ricercatore specializzato nell'analisi dei rapporti tra le forze armate e la società. Il motivo? Il crescente malcontento di fronte ad alcuni “difetti” della leva obbligatoria. La Repubblica riassume così i punti più controversi: Fa discutere, ad esempio, la differenza di trattamento tra arabi ed ebrei israeliani, i primi essendo esentati dal servizio se non richiedono espressamente di arruolarsi, il che succede soltanto per qualche centinaio di arabi-cristiani. Oppure tra israeliani laici e ultra-ortodossi, i quali possono godere di un rinvio del servizio praticamente all'infinito. Così come c'è chi critica l'impiego di ingenti risorse da parte dell'esercito basato sulla leva, destinate a compiti che hanno poco e niente da vedere con i suoi doveri istituzionali, mentre sempre più duro da digerire è diventato il servizio di riserva, un vero pilastro dell'apparato militare, in base al quale la maggior parte degli israeliani sono tenuti a tornare alle unità di appartenenza anche dopo la fine della leva, seppur per limitati periodi di tempi, ma fin sulla soglia dei 50 anni. Un obbligo che si scontra sempre più spesso con le esigenze del mercato del lavoro. Per Israele, l’idea di abbandonare la leva militare obbligatoria ha una portata rivoluzionaria. L’esercito israeliano, infatti, è il luogo in cui si fondono le varie culture di provenienza e si partecipa alla condivisione del progetto comune, un progetto di cui la difesa è il perno centrale. Non bisogna poi trascurare le resistenze crescenti di giovani e giovanissimi al servizio militare obbligatorio. Ultimo esempio risale solo a ieri: decine di studenti (ebrei e musulmani) del Liceo israeliano delle Scienze e delle Arti di Gerusalemme (Iasa) hanno sottoscritto una petizione in cui affermano che rifiuteranno di prestare il servizio militare. In Israele, denunciano, si è diffusa "un'atmosfera di violenza e di razzismo" mentre nei Territori l'esercito "attiva meccanismi di repressione sistematica contro i palestinesi". "Osate rifiutarvi anche voi" scrivono ai loro coetanei. Sulla scia di Udi Segal, il 19enne israeliano finito in prigione per non aver voluto fare il servizio militare, sono sempre di più i giovani israeliani che vedono favorevolmente questa scelta, sia per motivi politico-ideologici che dal punto di vista del proprio percorso universitario e/o professionale.
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