englis version below

AFP, Reuters, Al-Akhbar
Sunday, March 9, 2014

Netanyahu rifiuta il congelamento degli insediamenti, mentre gli adolescenti rifiutano di entrare nell'esercito

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto Domenica che si oppone al congelamento della costruzione di nuovi insediamenti come un mezzo per estendere i colloqui di pace Usa con i palestinesi, mentre un gruppo di giovani israeliani si sono rifiutati pubblicamente di servire nelle forze armate.

Un congelamento degli insediamenti non "servirebbe a nulla", ha detto Netanyahu ad una radio pubblica.

Nel frattempo, Sabato circa 50 adolescenti israeliani, hanno informato Netanyahu con una lettera pubblica che si rifiutano di prestare servizio militare a causa del suo ruolo nell’occupazione della terra palestinese.

"Il motivo principale del nostro rifiuto è la nostra opposizione all'occupazione dei territori palestinesi da parte dell'esercito", hanno scritto in una lettera a Netanyahu pubblicata da un gruppo pacifista israeliano.

I giovani si riferiscono alle "violazioni dei diritti umani in Cisgiordania, tra cui le esecuzioni, la costruzione degli insediamenti, la detenzione amministrativa, le torture, le punizioni collettive e l'ingiusta distribuzione di acqua ed elettricità … Qualsiasi servizio militare perpetua la situazione attuale, e quindi non siamo in grado di prendere parte ad un sistema che esegue queste azioni" si legge nella lettera pubblicata sulla pagina Facebook di Yesh Gvul.

Yesh Gvul (C'è un limite) si descrive come un "gruppo di pace che fa campagna contro l'occupazione sostenendo i soldati che rifiutano doveri di carattere repressivo o aggressivo." Il servizio militare è obbligatorio in Israele, con gli uomini che servono tre anni e le donne due.

Il Segretario di Stato Usa John Kerry sta lottando per ottenere che Israele e i palestinesi concordino un quadro per estendere i colloqui di pace diretti, lanciato nel mese di luglio, oltre la scadenza del 29 aprile.

Ma Israele e i palestinesi restano divisi su tutte le questioni importanti, comprese le frontiere, la sicurezza, gli insediamenti, Gerusalemme e la sorte dei rifugiati palestinesi.

Gli Insediamenti in Cisgiordania e Gerusalemme est sono illegali secondo il diritto internazionale.

La nuova costruzione di insediamenti in Cisgiordania è aumentata del 123,7 per cento lo scorso anno, secondo i dati statistici recentemente pubblicati dell'ufficio di Israele.

Netanyahu, in un'intervista trasmessa Venerdì su Canale Due della televisione israeliana, ha detto che il suo governo avrebbe rinunciato ad alcuni insediamenti nella Cisgiordania occupata per contribuire ad un accordo di pace.

Ha detto, tuttavia, che avrebbe limitato quanto più poteva il numero di enclavi rimosse. Palestinesi dicono che gli insediamenti che costellano gran parte del paesaggio in Cisgiordania impediscono loro di stabilire uno stato contiguo, obiettivo dei colloqui di pace.

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha detto che la sua squadra non sarebbe d'accordo di allungare i negoziati senza che Israele rilasci altri prigionieri e arresti la costruzione degli insediamenti.

Secondo Netanyahu, che ha incontrato Kerry e il presidente Usa Barack Obama a Washington la settimana scorsa, che non saranno necessarie le firme di israeliani e palestinesi per un accordo quadro che estenda i colloqui, ma piuttosto solo un documento americano sulle posizioni americane.

"Non sono sicuro che i palestinesi accetteranno", ha detto Netanyahu ad una radio pubblica, aggiungendo che qualsiasi accordo di pace con i palestinesi necessita di almeno un altro anno per negoziare.

Obama ha dovuto incontrare Abbas il 17 marzo alla Casa Bianca, il quale ha respinto il riconoscimento di Israele come stato ebraico. I palestinesi temono che una tale condizione negherà il diritto al ritorno ai rifugiati in esilio, fuggiti o costretti a fuggire dalle loro case durante le guerre arabo-israeliane.

"La natura di Israele è qualcosa che dovrebbe essere definita dagli israeliani, non dai palestinesi", ha detto il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat alla Radio dell'esercito israeliano Domenica.

Erekat ha detto che i palestinesi si aspettano che il 28 marzo Israele completi il rilascio del lotto finale di 104 prigionieri palestinesi, che ha accettato di liberare come parte degli sforzi per la pace.

Ribadendo un'altra richiesta palestinese di base, Erekat ha detto che Israele deve riconoscere uno stato palestinese lungo le linee che esistevano prima della guerra del 1967 in Medio Oriente, durante la quale, le forze israeliane hanno occupato la Cisgiordania, Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza.


AFP, Reuters, Al-Akhbar
Sunday, March 9, 2014

Netanyahu rejects settlement freeze, as teens pledge not to serve in Israeli army

Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu said Sunday he is opposed to freezing construction in settlements as a means to extend US-sponsored peace talks with Palestinians, as a group of young Israelis made a public pledge to not serve in the military.

A settlement freeze "would serve nothing," Netanyahu told public radio.

Meanwhile, some 50 of Israeli teenagers informed Netanyahu they will refuse to serve in the military because of its role in the occupation of Palestinian land in a letter on Saturday.

"The main reason for our refusal is our opposition to the occupation of the Palestinian territories by the army," they wrote in a letter to Netanyahu published by an Israeli pacifist group.

The youths referred to "human rights violations" in the West Bank, including "executions, settlement construction, administrative detention, torture, collective punishment and unfair distribution of water and electricity."

"Any military service perpetuates the current situation, and therefore we cannot take part in a system that carries out these deeds," read the letter posted on the Facebook page of Yesh Gvul.

Yesh Gvul (There is a limit) describes itself as a "peace group campaigning against the occupation by backing soldiers who refuse duties of a repressive or aggressive nature." Military service is compulsory in Israel, with men serving three years and women two.

US Secretary of State John Kerry has been struggling to get Israel and the Palestinians to agree a framework for extending direct peace talks, launched in July, beyond an April 29 deadline.

But Israel and the Palestinians remain divided on all the major issues, including borders, security, settlements, Jerusalem and Palestinian refugees.

Starts on new settlement building in the West Bank increased by 123.7 percent last year, according to recently-published data from Israel's statistics bureau.

Settlements in the West Bank and east Jerusalem are illegal under international law.

Netanyahu, in an interview broadcast on Friday on Israel's Channel Two television, said his government would give up "some settlements" in the occupied West Bank to help secure a peace agreement.

He said, however, that he would limit as much as he could the number of enclaves removed. Palestinians say settlements that dot much of the West Bank landscape would bar them from establishing a contiguous state, a goal of the peace talks.

Palestinian president Mahmoud Abbas has said that his side would not agree to extend negotiations without Israel releasing further prisoners and halting settlement construction.

According to Netanyahu, who met with Kerry and US President Barack Obama in Washington last week, a framework agreement to extend talks would not necessitate Israeli and Palestinian signatures but rather only by "an American document on American positions."

"I'm not sure the Palestinians will accept it," Netanyahu told public radio of the framework agreement.

Netanyahu said any peace deal with the Palestinians would take at least another year to negotiate.

Obama is due to meet Abbas on March 17 at the White House.

Abbas has rejected a core Netanyahu demand - recognition of Israel as a Jewish state. Palestinians fear such a condition will deny Palestinian refugees, who fled or were forced to flee their homes in Arab-Israeli wars, any right of return.

"The nature of Israel is something that should be defined by Israelis, not Palestinians," Palestinian chief negotiator Saeb Erekat said on Israeli Army Radio on Sunday.

Erekat said Palestinians expected Israel to complete on March 28 the release of the final batch of 104 Palestinian prisoners it agreed to free as part of peace efforts.

Reiterating another core Palestinian demand, Erekat said Israel must recognise a Palestinian state along the lines that existed before the 1967 Middle East war, in which Israeli forces captured the West Bank, East Jerusalem and Gaza Strip.

top