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6/8/2014

Mark Glenn: “Israele è il nemico più pericoloso per l’America”
Traduzione di Maddalena Goi

Israele è il nemico più pericoloso dell’America che spia i suoi funzionari per controllarli e ricattarli obbligando i politici americani a “inchinarsi di fronte Israele”, afferma un attivista e commentatore statunitense.

Mark Glenn, scrittore e co-fondatore di Crescent e di Cross Solidarity Movement, un forum interreligioso dedicato ad unire Musulmani e Cristiani contro i sionisti, ha rilasciato queste osservazioni durante un’intervista telefonica con Press TV, domenica.

Un recente rapporto mostra come Israele, lo scorso anno, abbia spiato il Segretario di Stato Usa, John Kerry, durante i negoziati falliti tra Israele e l’Autorità Palestinese. Glenn ha riferito che si tratta di qualcosa che “Israele ha sempre fatto”. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, i servizi segreti israeliani avrebbero intercettato le conversazioni telefoniche di Kerry mentre era in corso il tentativo di riprendere i cosiddetti colloqui di pace dello scorso anno. “Questo è il modo in cui Israele controlla i politici americani… e manipola la politica estera americana in direzioni a lui favorevoli”, riferisce Glenn.

E aggiunge: “Israele spia i nostri funzionari e utilizza queste informazioni contro di loro, in particolare informazioni imbarazzanti o anche incriminanti.

Israele è il nemico più pericoloso che gli Stati Uniti e il mondo intero abbiano mai avuto”.

Glenn ha dichiarato che gli Stati Uniti non sono la superpotenza o il paese libero che molti americani vorrebbero credere perché “alla fine della giornata abbiamo politici che si inchinerebbero difronte Israele poiché temono le informazioni che i servizi segreti israeliani possono aver raccolto su di loro”.

Il rapporto sulle intercettazioni telefoniche è stato pubblicato durante un’altra giornata sanguinosa a Gaza, in cui un attacco aereo israeliano ha colpito una scuola delle Nazioni Unite che dava rifugio a circa 3.000 profughi palestinesi, causando circa 10 morti e almeno 30 feriti. Questa è la terza volta, in dieci giorni, che una scuola delle Nazioni Unite viene presa di mira dalle forze israeliane nella loro offensiva di quasi un mese contro la Striscia di Gaza che ha finora causato la morte di oltre 1.850 palestinesi, ferendone più di 9.300.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha denunciato il bombardamento della scuola come un “oltraggio morale e un atto criminale”, aggiungendo: “questa follia deve finire”. Anche gli Stati Uniti hanno condannato duramente il raid aereo dichiarandosi “sconcertati per il vergognoso attacco”.

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