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http://www.jpost.com UNRWA: Un governo palestinese non territoriale e anti-Israele L'esistenza dell'UNRWA è il problema; riforme di ripiego non sono possibili e non sarebbero utili, neppure se lo fossero. In seguito alla recente operazione militare a Gaza, l’Agenzia per il soccorso e il lavoro delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi (UNRWA) è diventato un centro di attenzione. Per oltre sei decenni, l'UNRWA ha controllato e perpetuato la narrazione dei rifugiato palestinesi del diritto al ritorno. Al fine di garantire il controllo costante sui suoi clienti arabi palestinesi e perpetuare la narrazione dei rifugiati, l’UNRWA rilascia carte d'identità per i rifugiati palestinesi. Tuttavia, l'agenzia non ha l'autorità di emettere tali carte d'identità. La concessione di status di rifugiato è una prerogativa degli Stati sovrani, che esaminano i richiedenti e decidono se attribuire lo status di rifugiato. Oggi, più di cinque milioni di palestinesi sono titolari di queste carte non ufficiali. Né l’UNRWA né l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha l'autorità di attribuire lo status di rifugiato. Mentre l'UNHCR non rilascia tali documenti, l'UNRWA continua a stampare e distribuire le carte d'identità di rifugiato ai bambini arabi con la piena consapevolezza che questi bambini non sono mai stati rifugiati, come definito dalla Convenzione sui rifugiati del 1951. Un interdipendenza molto pericoloso si è sviluppata tra l'agenzia e i suoi clienti: UNRWA dipende dai i suoi clienti per la sua esistenza e i clienti dipendono dall’UNRWA per i loro rapporti simbiotici che hanno portato il diritto al ritorno, nelle politiche estreme e nelle operazioni anti-israeliane. Nessuno dovrebbe essere sorpreso dal fatto che l'UNRWA ha permesso ad Hamas di utilizzare i suoi servizi, offrire lavoro ai membri di Hamas, o che i libri di testo dell'UNRWA seguano l'agenda di Hamas. L’UNRWA è un'organizzazione palestinese, che impiega 30.000 palestinesi e uno struttura internazionale di circa 100 consulenti, che si dedicano alla causa palestinese. L’UNRWA opera come un governo non territoriale, che mina la capacità di quelli che serve a diventare cittadini produttivi e indipendenti. Il fatto che il governo israeliano scelga di ignorare questa minaccia e consideri le operazioni dell'UNRWA come utili è un miserabile, fallimento di una strategia politica miope. L'esistenza dell'UNRWA è un problema. Riforme ripiego non sono possibili e non sarebbero utili, neppure se lo fossero. Trasferire le operazioni dell'UNRWA all'UNHCR potrebbe solo peggiorare le cose. Un tale atto affermerebbe che cinque milioni di profughi arabi che vivono nella regione non saranno soddisfatti fino a quando non saranno autorizzati a trasferirsi in Israele. In secondo luogo, se l'UNHCR assumesse le responsabilità dell'UNRWA, i temi della propaganda anti-israeliana, l'utilizzo delle strutture dell'UNRWA come un rifugio sicuro per i terroristi, e l'impiego di decine di migliaia di palestinesi, molti dei quali sono membri di organizzazioni terroristiche, rimarranno irrisolti. L'unico cambiamento sarà il titolo dell'agenzia, e il nome sugli insediamenti dell'agenzia. Cambiare la situazione richiede che le operazioni dell'UNRWA vengano eliminate e che l'Autorità Palestinese, Libano, Siria e Giordania adottino le strutture dell'UNRWA, scuole e cliniche. Il governo israeliano deve smettere immediatamente di usare il termine campi profughi nelle sue comunicazioni formali; si tratta di una falsa dichiarazione. Non esistono campi profughi; questi sono quartieri urbani disciplinati da UNRWA. Agli Stati Uniti, come maggior donatore dell'UNRWA, possiamo e dobbiamo anche chiedere l'immediata sospensione della diffusione delle carte di identità dei rifugiati palestinesi. Tutte le carte devono essere dichiarate non valide. Infine, una nota personale, nel 1995, dopo la firma della Dichiarazione di principio e la stretta di mano tra Yasser Arafat, Yitzhak Rabin e Shimon Peres, all'UNRWA è stato chiesto dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite di cominciare a pianificare la graduale eliminazione. Un periodo di cinque anni è stato assunto come tempo sufficiente per eliminare gradualmente le operazioni dell'UNRWA e trasferire le sue operazioni e strutture alla nuova Autorità palestinese. Il documento era intitolato "Piano quinquennale Horizon" ne ottenni una copia, che poi ho perso. L’UNRWA ha archiviato il documento, nascondendolo, e ora sostiene che non può essereri trovato. Il piano di phase-out non si è concretizzato, perché la seconda intifada del 2000 scoppiò e i servizi di emergenza dell'UNRWA sono diventati improvvisamente necessari. Infatti, l'intifada era un salvavita per l’UNRWA. La recente operazione militare a Gaza non dovrebbe portare ad una seconda resurrezione dell'UNRWA.
http://www.jpost.com UNRWA: A Palestinian, anti-Israel, non-territorial government UNRWA’s existence is the problem; stopgap reforms are not possible and would not be helpful even if they were. Following the recent military operation in Gaza, the United Nations Relief and Works Agency for the Palestinian Refugees (UNRWA) has become a center of attention. For over six decades UNRWA has controlled and perpetuated the Palestine refugee narrative of “right of return.” In order to ensure its continued control over its Arab Palestinian clients and perpetuate the refugee narrative, UNRWA issues Palestinian Refugee ID cards. However, the agency does not have the authority to issue such ID cards. Awarding refugee status is the prerogative of sovereign states, which vet applicants and decide whether to award refugee status. Today, over five million Palestinians are holders of these unofficial cards. Neither UNRWA nor the United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR) has the authority to award refugee status. While the UNHCR does not issue such documents, UNRWA continues to print and distribute refugee ID cards to Arab children with the full knowledge that these children have never been refugees as defined by the 1951 Refugee Convention. A very dangerous interdependence has developed between the agency and its clients: UNRWA is dependent on its clients for its continued existence and the clients are dependent on UNRWA for their “the right of return.” The symbiotic relationships between the agency and its clients have resulted in the extreme anti-Israeli policies and operations. No one should have been surprised that UNRWA allowed Hamas to use its facilities, provides employment to Hamas members, or that UNRWA’s textbooks follow the Hamas agenda. UNRWA is a Palestinian organization, employing 30,000 Palestinian and an international skeleton of about a 100 advisers, who are dedicated to the Palestinian cause. UNRWA has been operating as a “non-territorial government” which undermines the ability of those it serves to become independent productive citizens. The fact that the Israeli government chooses to ignore this threat and views UNRWA’s operations as helpful is a miserable, failed, short-sighted political strategy. UNRWA’s existence is the problem. Stopgap reforms are not possible and would not be helpful even if they were. Transferring UNRWA’s operations to the UNHCR will only make things worse. Such an act will affirm that five million Arab “refugees” living in the region will not be satisfied until they are allowed to move into Israel. Second, if the UNHCR takes over UNRWA’s responsibilities, the issues of anti-Israeli propaganda, the use of UNRWA’s facilities as safe havens for terrorists, and the employment of tens of thousands Palestinians , many of whom are members of terrorist organizations, will remain unresolved. The only change will be the title of the agency, and the name on the agency’s stationary. Changing the situation requires that UNRWA’s operations be phased out and that the Palestinian Authority, Lebanon, Syria and Jordan adopt UNRWA’s facilities, schools and health clinics. The Israeli government should immediately stop using the term “refugee camps” in its formal announcements; it is a false statement. Refugee camps do not exist; these are urban neighborhoods governed by UNRWA. The US, as UNRWA’s largest donor, can and should also demand an immediate halt to the dissemination of Palestinian refugee ID cards. All cards should be declared invalid. Finally, on a personal note, in 1995, after the signing of the Declaration of Principles and the handshake between Yasser Arafat, Yitzhak Rabin and Shimon Peres, UNRWA was asked by the UN General Assembly to begin to plan phasing out. A five-year period was assumed to be enough time to phase out UNRWA’s operations and transfer its operations and facilities to the new Palestinian Authority. The document was entitled “Fiveyear Horizon Plan.” I obtained a copy, but then lost it. UNRWA archived the document, hid it, and now claims that it cannot be found. The phase-out plan did not materialize because the second intifada of 2000 broke out and UNRWA’s emergency services suddenly became necessary. Indeed, the intifada was a life-saver for UNRWA. The recent military operation in Gaza should not lead to a second resurrection of UNRWA.
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