Originale: Truthdig
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18 marzo 2014

La guerra di Israele alle università americane
di Chris Hedges
Traduzione di Maria Chiara Starace

La messa al bando dell’organizzazione di attivisti denominata Studenti per la Giustizia in Palestina (SJP) all’Università  Northeastern di Boston il 7 marzo, insieme a una minaccia dell’università di misure disciplinari contro alcuni dei suoi membri, replica sanzioni che vengono imposte contro numerosi gruppi studenteschi per i diritti palestinesi in tutto il paese. Gli attacchi, e le forme di punizione inquietantemente analoghe, sembrano fare parte di uno sforzo coordinato da parte del governo israeliano e delle lobby di Israele di mettere sulla lista nera tutti i gruppi studenteschi che contestano la narrazione ufficiale israeliana.

La Northeastern ha bandito il gruppo SJP dopo che questo aveva  pubblicato al campus fac-simile di avvisi di sfratto che vengono regolarmente affissi sulle case palestinesi pronte per la demolizione da parte di Israele. L’avviso di sospensione dell’università dice che se il  SJP fa richiesta di reintegrazione il prossimo anno: “Nessun attuale membro del direttivo degli Studenti per la Giustizia in Palestina può servire nel consiglio di insediamento della nuova organizzazione” e dice che i rappresentanti dell’organizzazione devono frequentare “tirocinii” omologati dall’università.

Nel 2011, in California, 10 studenti che avevano interrotto un discorso  dell’Ambasciatore Michael Oren al college Irvine dell’Università della California, sono stati trovati colpevoli, sono stati messi  in libertà vigilata e condannati a eseguire servizi per la comunità. Oren, un cittadino israeliano che da allora è stato assunto dalla CNN come collaboratore, ha fatto appello al Congresso di mettere su una lista nera i sostenitori della campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele e di perseguire coloro che protestano durante  comparse in pubblico di funzionari israeliani. Alcuni attivisti della Atlantic University in Florida sono stati privati della carica di dirigenti studenteschi dopo avere abbandonato la sala dove stava tenendo una conferenza un ufficiale dell’esercito israeliano ed è stato ordinato loro di frequentare esami di rieducazione programmati dalla Lega Anti-Diffamazione.

Il gruppo  Studenti per la Giustizia in Palestina  della Columbia University (CSJP) è stato improvvisamente sospeso nella primavera del 2011 e gli è stato proibito di prenotare stanze o ospitare  eventi al campus. L’amministrazione dell’università, prima della proibizione, aveva l’abitudine di notificare al campus Hillel in anticipo ogni evento del CSJP. La sospensione è stata alla fine revocata dopo una protesta guidata dai legali del CSJP.

Max Geller, studente di legge e membro del SJP all’Università Northeastern che ho raggiunto al telefono a Boston, ha accusato l’università di rispondere a “pressioni esterne,”  compresa quella dell’ex-allievo Robert Shillman, che è Amministratore Delegato della Cognex Corporation, e quella del miliardario dei fondi speculativi Seth Kalrman, entrambi sostenitori delle cause della destra israeliana. “Proibire agli studenti di avere ruoli di dirigenza e proibire i gruppi studenteschi semplicemente perché  si impegnano in proteste politiche pacifiche, è antitetico alla missione dell’università di educare gli studenti,” ha detto. “Cancella qualsiasi valore pedagogico che il processo disciplinare possa cercare.”

“Nell’ultimo anno,” ha continuato Geller, “ho ricevuto minacce di morte, sono stato calunniato pubblicamente e ingiustamente e sono stato minacciato di misure disciplinari. Questo è il risultato di essermi impegnato a parlare di un argomento di cui mi importa profondamente, sia come ebreo che come americano; è una prospettiva che causa paura e ansia.”

La reazione  repressiva di Israele a queste organizzazioni dei campus  è sintomatica del suo crescente isolamento e della preoccupazione per l’appoggio americano che sta diminuendo. L’occupazione pluri-decennale e la confisca  della terra palestinese,  i massicci attacchi militari contro una popolazione indifesa a Gaza che ha lasciato centinaia di morti, insieme con la crescente malnutrizione tra i bambini palestinesi e la povertà   imposta,   hanno allontanato i tradizionali sostenitori di Israele, compresi molti giovani ebrei americani. Allo steso tempo Israele è diventato un pariah nella comunità globale. Se dovesse essere privato dell’appoggio americano, che si compra in gran parte con i contributi delle campagne politiche incanalati attraverso gruppi come il Comitato Israelo-Americano per gli Affari Pubblici (AIPAC), Israele sarebbe  alla deriva. C’è un numero sempre maggiore di banche e di altre imprese, specialmente nell’Unione Europea, e che aderiscono al movimento per il boicottaggio, che si rifiutano di fare affari con le aziende israeliane nei territori occupati. Il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, parlando davanti all’AIPAC il 4 marzo, ha sorprendentemente dedicato gran parte del suo intervento ad attaccare il nascente movimento BDS, che ha detto stare per “Bigotteria, Disonestà e Vergogna (Shame in inglese). Ha domandato che i sostenitori del BDS vengano “trattati esattamente come trattiamo qualsiasi anti-semita o fanatico.” Ha avvertito che si stanno reclutando  persone “ingenue e ignoranti” come compagni di viaggio creduloni” con una campagna anti-semita.”

Secondo il quotidiano The Times di Londra, sembra che anche funzionari israeliani stiano tentando di infiltrarsi nel movimento BDS, e stiano usando dei sotterfugi per collegarsi all’estremismi islamico. Il governo israeliano sta inoltre premendo per introdurre leggi censorie, antidemocratiche nelle legislature degli stati di New York, del Maryland e dell’Illinois, che imporrebbero sanzioni finanziarie alle organizzazioni accademiche che boicottano le istituzioni israeliane. Nel frattempo, gli Stati Uniti e altri paesi impongono entusiasticamente sanzioni alla Russia per un’occupazione che è molto meno dura del lungo disprezzo che ha avuto Israele verso la legge internazionale.

Le lezioni di indottrinamento designate dalla Lega Anti Diffamazione (ADL) per gli attivisti universitari, sono, secondo coloro a cui è stato chiesto di seguirle, tentativi ignobili di mettere sullo stesso piano qualsiasi critica che si fa ad Israele e l’anti-semitismo.

“Io ed altri due membri del SJP siamo stati costretti a partecipare al  corso sponsorizzato dall’ADL “di tirocinio per la diversità”, perché altrimenti avremmo violato i termini del nostro periodo di prova e a turno saremmo stati sospesi e/ espulsi,” mi ha detto Nadine Aly, una studentessa attivista  dell’Università Atlantic della Florida, che insieme ad altri attivisti,  è uscita  da una conferenza tenuta all’università da un ufficiale dell’esercito israeliano, il Colonnello Bentzi Gruber che aveva collaborato a ideare le regole di ingaggio per l’Operazione Cast Lead, l’orribile attacco a Gaza lanciato tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. L’ho raggiunta per telefono al campus in Florida. “Proprio l’idea che l’amministrazione implica che è da razzisti  criticare la politica di Israele, è ridicolo. Siamo stati messi  in “libertà vigilata indefinita”, ci hanno proibito di avere incarichi direttivi in qualsiasi organizzazione studentesca riconosciuta, compreso il governo degli  studenti,  all’università, fino alla nostra laurea. Mi hanno tolto l’incarico di presidente del SJP e anche di studente senatore, e l’ex vice presidente del SJP ha perduto la sua carica di rappresentante del parlamento studentesco. E’ un peccato che questa università, come la maggior parte delle università, si inchini alla pressione della lobby sionista e ai ricchi benefattori sionisti, quando dovrebbero invece proteggere i diritti dei loro studenti.”

La persecuzione di studiosi come Joseph Massad e Norman Finkelstein che contestano la narrazione  ufficiale israeliana, è stata da molto tempo una caratteristica  dell’intervento israeliano nella vita accademica americana. E il fervore dei rettori delle università nel denunciare la richiesta dell’Associazione degli Studi Americani di un boicottaggio accademico nei confronti di Israele, è una finestra sulla fame insaziabile di denaro che sembra governare le politiche universitarie. Tuttavia, l’attuale sforzo di far cessare l’attività dei gruppi universitari, innalza la tradizionale censura e interferenza di Israele a un nuovo livello. Israele cerca ora di zittire apertamente la libertà di parola nei campus dei college americani – tutti questi gruppi studenteschi si sono impegnati fermamente in proteste non violente –e ha reclutato le nostre elite liberali fallite e gli amministratori dei college come una specie di  psicopolizia. *

Il fallimento tra gli accademici di lottare  per  il diritto di questi gruppi studenteschi a esprimere delle opinioni contrarie, e a impegnarsi nell’attivismo politico, è un triste commento su come sono diventati irrilevanti la maggior parte dei professori universitari. Dove sono, in questa lotta, i professori di legge costituzionale che difendano il diritto di libertà di espressione? Dove sono i professori di etica, religione e filosofia che ricordino agli studenti il diritto di tutti a una vita dignitosa libera da oppressione? Dove sono i professori di studi mediorientali che spieghino le conseguenze storiche della conquista violenta da parte di Israele della terra palestinese? Dove sono i professori di giornalismo che difendano il diritto dei dissidenti e delle vittime a far sentire la propria voce sulla stampa? Dove sono i professori degli studi di genere e di teoria queer*, di studi afro-americani, di studi sugli americani nativi, o di studi   sui Chicanos  che agiscano per proteggere le voci e la dignità degli emarginati e degli oppressi?

Questo assalto non terminerà con i gruppi come quello degli Studenti per la Giustizia in Palestina. Il rifiuto di udire le urla del popolo palestinese, specialmente di quel milione e mezzo – il 60% dei quali  bambini – che sono intrappolati dall’esercito palestinese a Gaza, fa parte di una campagna più ampia da parte di  attivisti di destra come Lynne Cheney e di miliardari come i fratelli Koch di bandire  tutti i programmi e le discipline accademiche che danno voce agli emarginati, specialmente a coloro che non sono privilegiati e bianchi. Gli immigrati dal Sudamerica, gli afro-americani, le femministe, anche coloro che si occupano di studi di genere e di teoria queer;        sentono questa pressione. In base a una legge firmata dal Governatore Repubblicano, Jan Brewer, i libri di importanti autori Chicanos sono stati banditi dalle scuole pubbliche di Tucson e di altre città dell’Arizona adducendo il motivo che questi studi etnici promuovono il “risentimento verso una razza o un popolo.”  E’ un linguaggio simile a quello che ha usato l’Ambasciatore Oren per giustificare il suo invito a perseguire penalmente gli attivisti del BDS – che stanno promuovendo il “bigottismo.” Il neo conservatorismo che  afferra  Israele ha la sua controparte tossica nell’ambito della cultura americana. E se gli altri gruppi emarginati all’interno dell’università stanno zitti, mentre gli attivisti per la solidarietà palestinese sono perseguitati nei campus, ci saranno meno alleati quando queste forze di destra arriveranno per loro. E certamente verranno.

Chi tra di noi denuncia le sofferenze causate da Israele e i suoi crimini contro i palestinesi e coloro che appoggiano il movimento BDS sono abituati ad abiette  campagne israeliane  di diffamazione.  Sono stato ripetutamente marchiato come anti-semita dalla lobby israeliana, anche per il mio libro “War is a Force That Gives Us Meaning” [La guerra è una forza che ci dà un senso]. Il fatto che alcune di queste voci dissidenti, come Max Blumenthal che ha scritto: “Goliath: Fear and Loathing in Greater Israel” [Golia: paura e  disgusto nella Israele più grande **], uno dei migliori resoconti sull’Israele contemporaneo, siano ebrei, non sembra turbare i propagandisti della destra israeliana che considerano qualsiasi deviazione dalla linea del governo israeliano come una forma di eresia religiosa.

“Ho fatto un giro per discutere del mio libro, ‘Golia’, da ottobre 2013,” mi ha detto Blumenthal, con il quale ho parlato al telefono. “E in numerose occasioni, i gruppi

delle lobby israeliane e gli attivisti filo-israeliani hanno tentato di fare pressione su delle organizzazioni per fare cancellare i miei eventi prima che avessero luogo. Sono stato diffamato come anti-semita da studenti israeliani adolescenti, da illustri opinionisti che scrivono su riviste, e perfino da Alan Dershowitz e la mia famiglia è stata attaccata sui media della destra semplicemente perché ha ospitato una festa per il mio libro. L’assurdo limite a cui sono arrivati gli attivisti filo-israeliani per impedire che la mia attività e la mia analisi giornalistica arrivassero a un vasto pubblico, illustra  perfettamente  il loro sfinimento intellettuale e la loro povertà morale. Tutto ciò che hanno lasciato sono un mucchio di soldi per ottenere l’appoggio    dei politici  e la volontà illimitata di difendere l’unico stato in possesso di armi nucleari e  in cui vige l’apartheid in tutto il Medio Oriente. Mentre giovani arabi musulmani   affermano la loro presenza nei campus di tutto il paese ed ebrei-americani  hanno il capogiro per il disgusto dell’Israele di Netanyahu, noi siamo testimoni che le forze israeliane attuanp una ritirata combattendo.  Il problema non è se vinceranno o perderanno, ma quanti danni possono fare ai diritti di libera espressione nella loro strada verso un regolamento di  conti  con la giustizia.”

“Sarebbe rincuorante  se illustri intellettuali liberali fossero d’accordo con tutte le mie conclusioni, o se accettassero la legittimità del movimento BDS,” ha continuato Blumenthal. “Però l’unica aspettativa ragionevole che possiamo avere riguardo a  loro, è che si esprimano    in difesa di coloro i cui diritti di libera espressione e i diritti di organizzarsi sono  schiacciati  da forze potenti. Sfortunatamente, quando queste forze sono schierate  in difesa di Israele, troppi intellettuali liberali stanno zitti o, come nel caso di  Michael Kazin, Eric Alterman, Cary Nelson e di  un  gotha di importanti rettori di università, collaborano attivamente con elite amiche determinate a schiacciare l’attivismo della solidarietà palestinese con mezzi anti-democratici.”

Le sezioni dell’organizzazione  ebraica Hillel per i campus,  è triste a dirsi, spesso funzionano poco più che come avamposti del governo israeliano e dell’AIPAC nei campus. Questo si può dire della Northeastern e anche delle scuole come il College Barnard e la Columbia University.  E i rettori  dell’università come Debora Spar del Barnard non vedono nulla di sbagliato nell’accettare visite di Israele della lobby israeliana  mentre gli studenti palestinesi devono rischiare la reclusione e anche la morte per studiare negli Stati Uniti. L’avvio di campagne di diffamazione a livello di campus universitario da parte di case presumibilmente religiose, è un sacrilegio per la religione ebraica. In seminario ho letto abbastanza dei grandi profeti ebrei, il cui interesse speciale era per gli oppressi e i poveri, da sapere che oggi non si troverebbero nei centri Hillel, ma protesterebbero insieme agli attivisti del SJP.

I centri Hillel  che hanno lauti bilanci ed edifici scintillanti nei campus, spesso situati in centri di degrado urbano, offrono eventi di corse, conferenze e  programmi per propagandare la linea politica ufficiale  di Israele. Organizzano viaggi gratuiti a Israele per gli studenti ebrei come parte del  programma “Taglit Birthright” che funziona da agenzia di viaggi del governo israeliano. Mentre gli studenti ebrei, che spesso non hanno alcun rapporto di famiglia con Israele, vengono accompagnati in questi giri di propaganda con una bella cornice coreografica, centinaia di migliaia di palestinesi che restano intrappolati in squallidi campi profughi, non possono andare a casa, sebbene le loro famiglie abbiano forse vissuto per secoli su quella che è ora terra israeliana.

Da decenni Israele è stata in grado di formulare la discussione sui palestinesi, ma il suo controllo su quella narrazione sta arrivando alla fine. Mentre Israele perderà terreno, attaccherà brutalmente e irrazionalmente tutti quelli che dicono la verità, anche se sono studenti americani, e specialmente se sono ebrei. Verrà un giorno, e arriverà più presto di quanto si aspettino Israele e i loro lacchè pagati, in cui l’intero edificio si sbriciolerà, quando perfino gli studenti dell’Hillel non avranno più il coraggio di difendere i continui espropri  e gli omicidi fatti a casaccio dei palestinesi. Israele, mettendo brutalmente a tacere gli altri, ora rischia di far tacere ance se stesso.

 Note

*http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_queer

*Comprende lo Stato di Israele, più i territori palestinesi occupati.


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/-israel-s-war-on-american-universities

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